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Storie che aiutano e storie che non aiutano
Il nostro cervello pensa per storie: alcune ci sostengono nel creare ciò che vogliamo per noi, altre ci bloccano. Ma c'è un motivo e qualcosa si può fare
“La verità” mi disse G. guardandomi con un’amalgama di sconforto, tristezza e frustrazione che le turbinava negli occhi “è che se scrivo per gli altri non ci sono problemi, vado come un treno. Ma quando provo a scrivere a nome mio, ogni volta che mi trovo di fronte alla pagina bianca è come se qualcosa dentro di me mi sussurrasse “Tanto non interessa a nessuno quello che hai da raccontare”.
Eccolo lì, quello che io chiamo l’Angosciatore… quell’omino nel nostro cervello sempre pronto a buttarci addosso secchiate di ansia, spesso nei momenti meno opportuni. Non lo fa per cattiveria, poverino: lui è convinto di metterci al sicuro! Solo che a volte fa in modo che raccontiamo a noi stessi storie che non sempre ci sono d’aiuto.
Come funzionano le storie che ci raccontiamoL’arte della narrazione è antica almeno quanto il genere umano. Ci raccontiamo storie perché abbiamo bisogno di dare un senso chiaro e in qualche modo stabile a ciò che accade intorno a noi, per sentirci sicuri e in controllo delle cose. Attraverso le storie il nostro cervello riorganizza le esperienze, traduce i dati in significati e colma i vuoti riempiendoli di senso.
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