gabriella marzia rapisarda

MINDFULNESS E TRASFORMAZIONE INTERIORE

2019-08-02 06:58:57

Nella Mindfulness, per cambiare il nostro mondo esteriore, dobbiamo entrare dentro noi stessi ed esplorare e trasformare il nostro mondo interiore.

PRATYAHARA

Nello Yogasutradi Patanjali, il testo in cui sono esposte le basi dei principi dello yoga, questa azione del ritirarsiin sé è il quinto passo fondamentale del percorso in otto stadi dello yogin, ed è il passo che dall’azione esteriore (comportamenti etici, posizioni del corpo, respirazione) conduce all’azione puramente interiore (concentrazione, meditazione e illuminazione). Questo passo è chiamato Pratyaharae in genere viene tradotto con “controllo dei sensi”. Ma il suo significato è più specifico. Si tratta proprio del ritirarsi in sé, del ritrarsi dai richiami delle sirene sensoriali della realtà esterna, illusoria, per entrare completamente nel mondo interiore, nel mondo della mente, la sede della vera natura della realtà stessa. Il Pratyahara è la porta che ci conduce dal buio del mondo alla luce della mente.
È un’azione magnifica, olimpica, e anche drammatica. È l’azione di colui che sceglie di ritirarsi dall’affermazione di sé, dalla manifestazione del proprio ego, dalla competizione con gli altri, e dal conseguente riconoscimento da parte degli altri, cioè dalla sua identità sociale, per entrare in se stesso, chiudersi a ogni influenza esterna, esplorare, in completa solitudine, il proprio universo interiore e cercare, nel silenzio tempestoso della propria mente, la chiave per la propria autoevoluzione, la propria autorealizzione, la propria, più profonda, autoaffermazione.

RITRARSI IN SÉ: LA CHIAVE DELLA REALIZZAZIONE

Quanto tutto questo sia lontano, anzi opposto, al nostro modo comune di pensare, non c’è neppure il bisogno di sottolinearlo. La nostra società è sempre più votata esclusivamente all’esteriorizzazione: affermazione esteriore, successo esteriore, bellezza esteriore, felicità esteriore sono le uniche cose che contano. E l’ambiente sociale digitale, sempre più pervasivo, non fa altro che amplificare questa cultura esteriore – fino alla vera e propria patologia.
Da questo punto di vista i crescenti sintomi di instabilità, aggressività, violenza (verbale e fisica), i sempre più diffusi casi di nevrosi, depressione, abuso di alcol e droghe, squilibri compulsivi alimentari o sessuali che sempre di più affliggono la nostra realtà collettiva sono l’effetto del paradigma materialista che deriva dalla separazione tra mente e materia e dall’eccesso di valore attribuito a quest’ultima; ma anche squilibri a più alto livello, come la corruzione politica e imprenditoriale, la spregiudicatezza delle banche e degli operatori finanziari, la sempre più diffusa diseguaglianza economica sociale di un mondo diviso in caste, da una parte i troppo ricchi che ostentano il lusso con spregiudicata arroganza e dall’altra i troppo poveri a cui non resta che la rabbia e l’odio verso la realtà e il desiderio di distruggerla, questa realtà.
La Mindfulness rovescia del tutto questo sistema attraverso il ritirarsi in sée l’osservare ciò che genera la realtà, qualunque realtà, cioè i propri pensieri. Osservando i pensieri e osservando la mente in modo distaccato si giunge al riconoscimento e alla comprensione della fonte mentale che origina il mondo materiale, si interrompe la catena di condizionamento che dai pensieri, dalla realtà psichica, arriva alle cose, la realtà materiale, e si può letteralmente riprogrammare la propria realtà psichica per modellare nuove strutture mentali e nuovi schemi di azione che a loro volta modelleranno letteralmente una nuova realtà.  

Autore del post: Eric Edwards 

fonte : https://www.area51editore.com/blog/mindfulness-e-trasformazione-interiore