gabriella marzia rapisarda

Le tentazioni di Sant’Antonio nel deserto

2019-06-20 05:57:28

Antonio abate è uno dei più celebri eremiti nella storia della Chiesa e un santo tra i più popolari.

Nato nel cuore dell’Egitto, intorno al 250, a vent’anni abbandonò ogni cosa per vivere dapprima in una plaga deserta e poi sulle rive del Mar Rosso, dove condusse vita anacoretica per più di 80 anni: morì, infatti, ultracentenario nel 356. 

I suoi biografi ci hanno raccontato tanti episodi leggendari della sua vita e in particolare le tentazioni da lui subite nel deserto e la persecuzione dei diavoli nei suoi confronti. Le tentazioni di Sant’Antonio sono poi diventate uno dei soggetti preferiti dagli artisti e dai letterati. Proponiamo qui alcune immagini di un ciclo affrescato a metà del Quattrocento – forse da Andrea di Cagno – nella chiesa di San Francesco, gloria della cittadina di Montefalco, in Umbria.

La donna tentatrice 

Antonio si trova in preghiera nel suo eremitaggio nel bosco. Il diavolo tenta di corromperlo apparendogli nelle vesti eleganti di una bellissima principessa che si offre spudoratamente. L’ampia scollatura, la lunga treccia bionda e le mani che aprono il vestito sono una visione assolutamente glamour. Ma le corna sul capo e i piedi di porco della ‘adorna damisela’ denunciano il diabolico travestimento. E Antonio respinge il diavolo tentatore redarguendolo aspramente.

La visione dell’Inferno 

Mentre Antonio si reca con i suoi compagni a pregare nel deserto ha una visione infernale. Vede grotteschi diavoli impegnati a bastonare e arpionare poveri dannati nudi. Vede i diavoli che trasportano con ogni mezzo i dannati verso la punizione eterna. Vede infine la grande caverna fiammeggiante ai piedi di una montagna al cui interno si ammassano i volti delle anime dannate avvolti dalle fiamme e stritolati dalle spire di serpenti.

I diavoli bastonatori 

Una volta, mentre Antonio pregava nel suo eremitaggio, una moltitudine di diavoli lo picchiò con i bastoni e lo lasciò in fin di vita, sfinito dal dolore delle ferite. La bastonatura demoniaca si completa con il tentativo di sfilargli il cappuccio della cocolla. Ed ecco che apparve improvvisamente una luce meravigliosa che mise in fuga tutti i demoni, mentre Antonio fu subito guarito. Capendo che Cristo era venuto lì da lui, disse: “Dov’eri, buon Gesù? Dov’eri? Perché non sei venuto subito ad aiutarmi e a guarire le mie ferite?”. “Antonio – gli rispose il Signore, – io ero qui, ma aspettavo di vedere la tua battaglia. Poiché hai combattuto con tutte le tue forze, farò che il tuo nome corra per tutto il mondo” (Legenda aurea).

La fuga da Patras 

Antonio viveva a Patras in un cenobio monastico nel quale aveva sperimentato l’impossibilità di servire Dio nella maniera dovuta, a causa di una quanto mai riprovevole commistione della vita dei monaci con quella dei secolari. Decide allora di fuggire di notte, calandosi dalle mura della città, e di andare a fondare un nuovo monastero nel deserto con un gruppo di fedeli confratelli.

Il drago e i cammelli 

Un drago inquinava le acque di una fonte e minacciava la vita degli abitanti. L’olezzo dell’acqua fetida era talmente ammorbante da costringere un frate a turarsi il naso. Antonio caccia il drago con un esorcismo e provvede a purificare l’acqua. Nella scena successiva vediamo una carovana di cammelli carica di rifornimenti che arriva in soccorso di Antonio e dei suoi monaci afflitti dalle privazioni nel deserto. Il Santo innalza una preghiera di ringraziamento e i monaci scaricano lieti le botticelle d’acqua e i sacchi di cibarie. 

fonte: https://blogcamminarenellastoria.wordpress.com/2018/02/04/le-tentazioni-di-santantonio-nel-deserto/ 

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