gabriella marzia rapisarda

Cirneco dell’Etna: l’Anubi che abbaia in siciliano

2019-06-25 04:46:57

“In Sicilia c’è una città di nome Adrano e in essa si trova un tempio, dedicato alla divinità indigena Adrano, che si dice essere assolutamente splendido e fastoso.

Ci sono cani sacri che rispettano e servono il dio, essi sono superiori ai cani molossi sia per la bellezza che per l’altezza, di numero non inferiore a mille. 

Essi durante il giorno accolgono festosamente e scodinzolando sia i pellegrini che gli indigeni che accedono al tempio e al bosco sacro. Di notte invece essi accompagnano con grande benevolenza, come guide e scorte, quelli già ubriachi e coloro che non si reggono in piedi lungo il cammino, riconducendoli ciascuno alla propria casa. Invece puniscono, come è giusto, gli ubriachi empi. Li assalgono, strappano loro le vesti, e in tal modo li fanno rinsavire. Mentre sbranano crudelmente coloro che provano a rubare gli abiti altrui”. 


Caratteristiche del Cirneco dell’Etna: cane da caccia etneo

Si crede che la razza canina denominata “Cirneco dell’Etna”, le cui origini risalirebbero al 1000 a.C., abbia una discendenza diretta con i cani degli antichi Faraoni egiziani delle ultime dinastie. La sua eleganza non entra in contrasto con la costituzione robusta tipica di questa razza: dopo tutto esso è considerato un animale da “lavoro”. Le caratteristiche delle dita del Cirneco dell’Etna lo rendono unico nel suo genere: riesce a camminare facilmente nelle zone vulcaniche, facendo dell’Etna il luogo prediletto per la sua vita quotidiana. È un animale docile con gli umani, ma se riceve uno sgarbo difficilmente riuscirà a dimenticare: un siciliano a tutti gli effetti, quindi.

Il Cirneco dell’Etna è un cane da caccia, specializzato nella cattura dei conigli. Esso è da sempre stato impiegato in particolare sulle pendici dell’Etna, luogo caratterizzato dalla presenza di fondo tagliente e che nelle stagioni più calde diventa rovente. Le stagioni calde tipiche di Catania non spaventano il Cirneco: i suoi polpastrelli sono abituati alle rocce roventi. Il suo modo di cacciare è ben diverso rispetto ai Cirnechi sparsi nel nostro Paese. Lui caccia con il naso a terra, segue a trotto, con molta pazienza, le tracce delle sue prede per poi agguantarle con forza.

Cane autoctono o di età faraonica?

Studi recenti hanno rivelato che il Cirneco dell’Etna trae le sue origini dagli antichi cani da caccia allevati in età faraonica nella Valle del Nilo, e che poi si siano diffusi in Sicilia grazie ai Fenici. Secondo altri studiosi, però, il Cirneco dell’Etna è invece una razza autoctona della Sicilia, precisamente della zona etnea. Ciò è stato supposto dopo il ritrovamento di monete e incisioni con immagini del Cirneco riconducibili secoli prima della venuta di Cristo. Oltre alle monete recentemente scoperte, il Cirneco etneo è stato rappresentato anche nei mosaici di Piazza Armerina, nella Villa del Casale. 


Storia e origine del Cirneco dell’Etna

Come già precedentemente affermato, furono i Fenici nel IV secolo a.C. a importare il Cirneco faraonico nella nostra Isola. Il Levriero dalle orecchie diritte si è, quindi, diffuso su tutto il bacino del Mediterraneo e sulle Isole dopo che tra il XIV e il X secolo a.C. i Fenici iniziarono a colonizzare.

Il Cirneco iniziò a integrarsi in Sicilia nel Medio Evo, quando vi era una particolare abbondanza di conigli. In quell’epoca l’uomo iniziò a capire le doti di caccia di questo cane, rimaste sino a oggi preziose per i cacciatori locali. Il Cirneco si è così abituato al paesaggio siciliano. Dopo la Seconda Guerra Mondiale la cinofilia italiana si interessò al Cirneco etneo corredando uno standard della razza.

fonte: https://catania.italiani.it/cirneco-delletna-lanubi-che-abbaia-in-siciliano/?fbclid=IwAR0ap9_4TTdS499A8Q7RNxdIVqu0eGQMqbwBEATy3dBOp7putYh3XVO8Wwo