Paolo Di Noia

La consapevolezza dell’essere Socrate fu un filosofo greco che nacque nel 470 a.C ad Atene e ad Atene morì nel 399 a.C. Egli era il figlio di uno scultore di nome Sofronisco e di una levatrice di nome Fenarete. Visse quasi sempre ad Atene lasciandola solo per partecipare come soldato alle battaglie di Potidea, Delio e Anfipoli. Contrariamente ad altri filosofi, egli non lasciò opere scritte manifestando il suo pensiero solo tramite l’oralità. Di conseguenza, il suo pensiero è giunto a noi grazie alle opere dei suoi discepoli, tra cui ci fu Platone che sul suo maestro scrisse un’opera intitolata “Apologia di Socrate” e un'altra di nome “Fedone”. Anche Antistene, Aristippo, Cherefonte, Clitofonte, Crizia, Eschine Socratico, Euclide di Megara, Fedone di Elide e Senofonte furono allievi di Socrate. Non tutte le opere scritte su Socrate esprimono lo stesso giudizio poiché alcune come quelle di Platone esprimono un giudizio positivo mentre altre manifestano un’idea negativa, come quella di Aristofane (unica opera scritta mentre Socrate era in vita) intitolata le “Nuvole” in cui viene descritto come un conservatore perdigiorno e chiacchierone che infonde insegnamenti sbagliati ai giovani. E infatti nel 399 a.C Meleto assime ad Anito e Licone accusarono Socrate di non riconoscere gli dei, introdurre nuove divinità e corrompere i giovani. Trascinato in tribunale egli venne condannato a morte, condanna che avvenne tramite la cicuta. Secondo un racconto, l’oracolo di Delfi lo avrebbe giudicato l’uomo più sapiente del mondo. Venutolo a sapere, Socrate venne in contatto con gli uomini più sapienti del mondo e pensò di essere giudicato tale perché egli sapeva di non sapere. Secondo lui, la conoscenza di sé stessi (“Conosci te stesso “γνῶθι σεαυτόν”) poteva avvenire solo con la consapevolezza di non sapere poiché colui che sa di non sapere cerca di annullare la sua ignoranza, per quanto può, studiando e acquisendo la conoscenza, mentre colui che ignora ma crede di sapere, continua a ignorare. Per lui la filosofia era un esame su di sé e sugli altri. Il suo metodo era il dialogo ed era caratterizzato da: • Ironia (“εἰρωνεία” simulazione) consisteva nel fingersi ignoranti affinché la persona che parlava potesse manifestare la presunta verità che credeva di avere; • La brachilogia (“βραχύς” breve e “λόγος” discorsi) era un insieme di domande corte che avevano lo scopo di arrivare alla confutazione; • La confutazione (“ἔλεγχος” confutazione) è la dimostrazione dell’assurdità dei pensieri che la persona aveva. Dopo la confutazione, Socrate attraverso la maieutica (“μαιευτική” arte della levatrice), tirava fuori la verità che si trova in ogni essere umano.