il primo pensiero è del bravo scrittore e docente statunitense Mark Twain mentre il secondo è tratto dal Testo buddhista Anguttara Nikaya il quale vanta oltre 2308 discorsi raggruppati in 11 sezioni
" La gentilezza è il linguaggio che il sordo può sentire e il cieco può vedere."
Se vedete qualcuno le cui parole e azioni non sono gentili e che nel cuore non ha nulla che possa essere definito gentilezza, date vita a questo pensiero: "Colui, le cui parole e le cui azioni non sono gentili e che nel cuore non sembra avere la benché minima gentilezza, è qualcuno che sta soffrendo molto. Senza dubbio si sta dirigendo verso regni di grande sofferenza. A meno che non incontri un buon amico spirituale non avrà alcuna possibilità di trasformazione né potrà raggiungere regni di felicità". Pensando in questo modo, riuscirete ad aprire il vostro cuore all’amore e alla compassione. Sarete capaci di porre fine alla vostra rabbia e di aiutare quella persona. Il saggio dovrebbe praticare in questo modo.
Cari amici per quanto potete parlate il linguaggio della gentilezza intorno a noi, parlando il linguaggio della gentilezza ne beneficeremo in primo luogo noi ed il nostro benessere nonchè successivamente l'ambiente circostante a noi
Fonte : La finestra sul cielo interiore Facebook Page
Immagine tratta da(by) La finestra sul cielo interiore Facebook Page