Francesco Maccioni

Founder Junior

Il commento di Carlo Petrini fondatore di Slow Food alla nuova enciclica di Papa Fracesco “ Fratelli tutti”

2020-10-10 15:10:23

Per Carlo Petrini, fondatore di Slow Food e dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo ritiene “ Fratelli tutti” il nuovo documento del magistero di Papa Bergoglio “un grido alla buona politica.

il nuovo documento del magistero di Papa Bergoglio “un grido alla buona politica. Un grande e radicale documento sociale, con prese di posizione nette sui problemi dell’umanità” ed aggiunge che la recente enciclica del Pontefice è un “Un messaggio radicale. La proprietà privata viene dopo il bene di tutti”.

La nuova Enciclica di Papa Francesco infatti a detta del Presidente di Slow Food e dell’ Università Scienze Gastronomiche di Pollenzo “grida il bisogno di una buona politica, basata sul dialogo e non sugli insulti. E sulla gentilezza, che può fare miracoli”  e ricorda che “ i populismi in realtà non sono a servizio dei popoli, ma una minaccia», ma per il patron di Slow Food il sommo Pontefice non si ferma qui invocando una “sacrosanta riforma dell’Onu, chiamata a un vero «planetario esercizio della democrazia», senza più Paesi privilegiati.” 

Cari amici e membri della community di Cam.TV pertanto sento di riportarvi il documento in forma integrale ed originale delle dichiarazione del bravo e visionario Carlo Petrini rilasciate al quotidiano LA STAMPA



- Come definisce questa Enciclica?

«Un grande e radicale documento sociale, con prese di posizione nette su questioni e problemi decisivi per l’umanità».

- Quali sono?

«L’accoglienza del diverso e del lontano, il multilateralismo, la necessità di istituzioni che abbiano un rapporto poliedrico sulla realtà, attente al globale e al locale. E poi, la presa di distanze dai populismi, che in realtà non sono a servizio dei popoli. Anzi, minacciano le democrazie».

- Qual è il concetto più coraggioso espresso dal Papa?

«Riaffermare che la proprietà privata è a servizio delle persone e non viceversa, e viene dopo la destinazione universale dei beni della terra».

 - E qual è il passaggio che l’ha sorpresa di più?

«Quello sul “miracolo della gentilezza” che crea una sana convivenza».

- A che cosa lo collega?

«Alla politica di oggi. Mentre siamo reduci dall’ultimo duello fra Trump e Biden, tutto insulti e accuse, sentire un leader mondiale che chiede di applicare la gentilezza come modello relazionale è quasi rivoluzionario. E provvidenziale».

- A proposito di politica, quali sono i messaggi più importanti?

«L’Enciclica grida il bisogno di una buona politica. E la via indicata da Francesco è il dialogo, basato sul rispetto delle idee degli altri. In più, il Pontefice suggerisce anche il metodo di lavoro».

- Ce lo descrive?

«È quello della scuola dei Gesuiti: portare avanti il fronte delle urgenze e allo stesso tempo, dove è possibile, lasciare che i tempi delle soluzioni siano lenti, ma che procedano. Emergenze e riflessioni a lungo termine devono essere affrontate con ascolto e condivisione, mai unilateralmente. Tutti i partiti dovrebbero leggere l’Enciclica: nello scacchiere internazionale Bergoglio è il leader più lucido, affidabile, credibile e illuminante. E anche il più realista».

- Il Papa chiede di riformare l’Onu: che cosa ne pensa?

«Nelle Nazioni Unite ci sono ancora Paesi privilegiati che hanno diritto di veto: perché loro hanno diritti che altri non hanno? Il Pontefice rivendica il lavoro della multilateralità, con l’attenzione alla diversità e alla solidarietà. Invita l’Onu a un vero planetario esercizio della democrazia».

Il terzo colloquio con il Papa che Lei ha pubblicato nel recente libro «TerraFutura» (Giunti - Slow Food Editore) si è svolto mentre il Pontefice ultimava l’Enciclica: che cosa ritrova?

«La proposta di riformare il sistema economico-politico e sociale mondiale attraverso la partecipazione e la fratellanza. Il suo mentore nell’Enciclica è il Grande Imam di al-Azhar, e questo trasmette l’universalità del linguaggio di Bergoglio».

- L’Enciclica viene pubblicata mentre pioggia e fango devastano il Nord-ovest dell’Italia: che cosa Le fa pensare?

«Alla “realtà che geme e si ribella” di cui parla il Papa. Questi disastri sono una conferma allarmante di come tutto il clima stia cambiando rapidamente, e l’ambiente sia in dissesto. Nello specifico del Piemonte, la tragedia di acqua e fango della Val Tanaro è superiore a quella del 1994, e soprattutto è diversa: si è manifestata in poche ore, non “lentamente” come 26 anni fa».


Fonte : LA STAMPA   Web Page

Immagine tratta da(by) CORRIERE DELLA SERA   Web Page