Nel 1848 la città di Messina aderi' all’insurrezione di Palermo per contrastare il dominio borbonico, pertanto Ferdinando II di Borbone al fine di reprimere la rivolta decise di bombardare Messina. Il Generale Filangieri, a capo dell’esercito borbonico, entrò in città il 7 settembre 1848 e per umiliare i ribelli o, forse, semplicemente per la scarsità dei mezzi di soccorso, diede ordine ai medici militari di non soccorrere e curare i feriti di guerra nemici.Ma Ferdinado Palasciano, autore qualche tempo prima dell' opera, dal titolo molto significativo, " Misericordia per la vita degli infermi" , decise di disobbedire agli ordini del generale e di dedicarsi senza sosta al soccorso dei feriti di guerra. Chiamato a rapporto dal Generale Filangieri, l’Alfiere medico venne portato dinanzi al Tribunale di Guerra con l’accusa formulata dallo stesso Generale di essersi fatto " spontaneo custode della vita dei ferite delle file nemiche", in risposta a tale accusa la posizione di Ferdinando Palasciano risultò netta e decisa, il quale essendo Alfiere medico e consapevole di rischiare la fucilazione, affermò:" la mia missione di medico è troppo più sacra del dovere di soldato ", espressione ed atteggiamento che portarono Ferdinando Palasciano a meritare l’appellativo di “uomo dei due giuramenti” :il giuramento prestato al Re Ferdinando II come membro dell’esercito borbonico ed il giuramento d’Ippocrate come medico.
Se il giuramento di Ippocrate non era una novità tra i colleghi di Ferdinando Palasciano, lo era però il contesto bellico dove il nemico, in quanto tale, non aveva diritto al soccorso ed alle cure. L’atteggiamento di Ferdinando Palasciano introdusse cosi' un innovativo concetto di neutralità attribuita all’individuo, ogni uomo ferito veniva da lui considerato neutrale e bisognoso di soccorso senza discriminazioni relative all’appartenenza alla schiera amica o nemica. La sua netta presa di posizione di gli costò quasi la vita, infatti il Generale Filangieri ne chiese la fucilazione e fu solo grazie all’intercessione del Re Ferdinando II, il quale nutriva una profonda stima nei confronti dell’illustre chirurgo e militare, che la pena venne commutata ad 1 anno di carcere da scontare presso le prigioni di Reggio Calabria, periodo di reclusione durante il quale Ferdinando Palasciano si dedicò incessantemente alla cura dei feriti provenienti dai campi di battaglia.
Con la fine del regno borbonico ed il processo di unificazione d’Italia, Ferdinando Palasciano potè finalmente esprimersi al meglio sul principio di neutralità dei feriti di guerra, raccogliendo per giunta il consenso sia in ambito accademico che istituzionale. E' attraverso il congresso dell’Accademia Pontaniana del 15 e 28 aprile 1861 e quello del 29 dicembre dello stesso anno che Ferdinando Palasciano chiarisce il suo punto di vista relativamente all’atteggiamento necessario da tenersi nei confronti dei feriti di guerra: Bisognerebbe che le potenze belligeranti, nella dichiarazione di guerra, riconoscessero reciprocamente il principio della neutralità dei combattenti feriti o gravemente infermi per tutto il tempo della cura; e che adottassero rispettivamente quello dell’aumento illimitato del personale sanitario durante tutto il tempo di guerra."
il suo discorso venne poi stampato per favorirne la circolazione in Italia ed all’estero.E' durante ed attraverso il congresso dell’Accademia Pontaniana che Ferdinando Palasciano “ufficializza” il suo ruolo di precursore della futura Croce Rossa, dato che i concetti di importantissimo valore della dignità, il rispetto della persona umana e l’abbattimento della storica rivalità tra amico e nemico in guerra, saranno elementi cardine dai quali si parti' per la costituzione della Croce Rossa.
Morì il 28 ottobre del 1891 a Napoli, venne sepolto nel “Quadrato degli uomini illustri” del cimitero di Poggioreale. E' grazie a Ferdinando Palasciano che la Croce Rossa poté dotarsi di uno dei suoi più grandi ideali, il principio di neutralità dei feriti in guerra, e prefiggersi di applicarlo costantemente nel tempo in ogni conflitto mondiale al fine ultimo di preservare le vite e la dignità di ogni ferito sul campo di battaglia al di là della nazionalità.
Fonti : Croce Rossa Italiana Web Page
Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia
TERRE DI CAMPANIA Web Page
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