Francesco Maccioni

Founder Junior

Come rispondere adeguatamente ad una provocazione

2020-11-30 16:39:57

Le provocazioni ci fanno salire il sangue al cervello e rispondere pertanto impulsivamente, fomentando cosi' una lotta di potere e portando il provocatore a continuare. Una risposta più funzionale permette a noi di rompere gli schemi e permettere di uscire dalla trappola

A tutti noi capita e sarà capitato almeno una volta nella vita di essere accusato di qualcosa ingiustamente o di essere attaccato nel profondo, preso in giro, offeso o deriso, in tali suddetti casi e si è vittima di una provocazione.

Per provocazione si intende qualsiasi forma verbale o non verbale di attacco, violenza, aggressività ed offesa volta a generare una reazione negativa, collera, discussione senza fondamento, con l'insorgenza di uno status di disagio e sofferenza nella vittima mentre la persona provocatrice agisce intenzionalmente e prova piacere nell’osservare una reazione nell’altro in quanto indice del raggiungimento del proprio scopo: attirare la sua attenzione e suscitare un fastidio di qualsiasi genere.  

Reagire alle provocazioni entrando nel gioco dell’aggressore e utilizzando le sue stesse forme di azione, provoca però una escalation ed arreca sofferenza alla vittima, senza risolvere per giunta la situazione spiacevole.




La risposta alla reazione però può essere funzionale ed interrompere il gioco di potere messo in atto dal provocatore.Vediamo cari amici insieme alcuni piccoli accorgimenti: 

un primo pratico strumento contro la provocazione è comprendere la natura istintiva delle proprie reazioni ed imparare a controllarleReagire ad aggressività con altra aggressività soddisfa infatti i bisogni del provocatore che si sente appagato e motivato a perseverare: sente di avere il controllo mentre la risposta è bene che spiazzi l’interlocutore ad esempio ridendo o usando forme autoironicheil senso dell’umorismo oppure  la risposta silenziosa e distaccata trapelante indifferenza. Tutte queste modalità risulteranno inaspettate dal provocatore e generanno uno stallo ed incapacità di controbattere.

Non è necessario ribattere verbalmente ma piuttosto risulterà sufficiente osservare con determinazione e fermezza chi attacca e trasmettere il messaggio che quanto detto non viola la propria intimità e non è fonte di sofferenza.

In caso di discussione accesa e di  escalation l’utilizzo dell’ironia o del sarcasmo può ridurre i toni accesi e riportare la comunicazione a toni normali.



Per assumere un atteggiamento di indifferenza è bene godere di una buona conoscenza di se stessi  e capire cosa provoca dolore.

La consapevolezza ed accettazione dei propri “punti deboli” permetterà di trovare le strategie per sopportare emotivamente gli attacchi, comprendendo la loro natura meschina e assenza di fondamento.

In un'ottica la critica, se abbastanza veritiera, può essere un punto di partenza per migliorarsi e crescere, pur nel rispetto di sé e nella scelta libera 

La migliore risposta rimane quella assertiva. Per assertività si intende la capacità di rispondere all’altro in modo fermo, deciso e consapevole, esprimendo i propri pensieri, opinioni, punti di vista e bisogni, rimanendo nel rispetto degli altri.

Essere assertivi pertanto rappresenta il giusto compromesso tra l’assumere un comportamento passivo o uno aggressivo. Nel primo caso si darebbe al provocatore la soddisfazione di aver quindi “fatto centro” ed arrecato danno, nel secondo si cadrebbe nella trappola e attiverebbe un gioco di forze, fornendo nuove motivazioni ed elementi al provocatore.


Presta pertanto attenzione al tuo respiro

La provocazione genera dello  stress, il quale genera a livello fisiologico la produzione dell’ormone cortisolo, che a sua volta incrementa la risposta automatica di attacco o fuga. Cosi' la reazione più consona è una risposta impulsiva sia essa di chiusura e ritiro passivo o al contrario di attacco diretto.La respirazione permette invece in primo luogo di migliorare l’apporto di ossigeno al cervello, ridurre lo stress e la tensione muscolare tipica dell’attacco ed in una seconda " battuta " di prendere tempo. Il tempo inoltre permetterà di attivare una risposta razionale e cosciente che sia funzionale a ridurre l’atto provocatorio ed a eliminare i motivi che inducono il provocatore a questo tipo di azione.Puoi cambiare argomento e formulare domande Un buon modo per rispondere rsiultarà essere il formulare domande che indaghino i motivi dell’accusa, offesa o rimprovero. Accogliere senza chiedere spiegazioni è il primo passo per comunicare all’altro che quanto afferma è vero e meritato.Le domande permetteranno cosi' di ridimensionare le provocazioni e portare ad una condizione di stallo del provocatore che sarà chiamato ora a fornire spiegazioni valide e razionali alle affermazioni spesso infondate.Fare domande può risultare anche essere utile per cambiare discorso e pertanto ridurre il livello di attenzione sull’accusa fatta, ciò  indica il non dare troppo peso a quanto ricevuto ed il mostrare superiorità e indifferenza, collocando il focus su cose realmente utili e funzionali alla relazione, lavoro o conversazione.Allo stesso tempo se è necessario, è bene dimostrare all’altro, attraverso le azioni, che quanto affermato non ha fondamento: se ad esempio ti viene detto che non sei in grado di portare a termine un lavoro, sarebbe bene dimostrare il contrario con impegno. L’altro è la persona più deboleQuesto, più che un consiglio risulta essere una verità. Quindi consideriamolo come un post scriptum. Alla base della provocazione infatti ci sono un forte senso di insicurezza, bisogno di attenzione, di affetto, di accettazione nel contesto di appartenenza e di controllo delle paure e del senso di inadeguatezza.Cosi' reagire ad una provocazione ci permette di soddisfare una serie di bisogni altrimenti insoddisfatti, ma in modo non adeguato, perché inadatti a livello relazionale.Aver ben presente questo permette alle vittime dei loro atti di rispondere in modo adeguato e distruggere il meccanismo negativo per entrambe le parti, in più si aiuta la persona provocatrice a comprendere l’errore e nell' acquisire modalità più adeguate per ricevere affetto, attenzione, ascolto e rispetto.

Fonte : CRESCITA personale Web Page

Immagine tratta da(by) CRESCITA personale Web Page