Francesco Maccioni

Founder Junior

17 giugno Giornata Mondiale per la lotta alla desertificazione e siccità

2020-06-18 11:44:13

Cari amici e membri della community di Cam.TV deidero informarvi che ieri 17 giugno si è celebrata la Giornata Mondiale per la lotta alla desertificazione e siccità,

è una ricorrenza delle Nazioni Unite che si celebra ogni 17 giugno dal 1995 per sensibilizzare l’opinione pubblica in materia di cooperazione internazionale per combattere la desertificazione e gli effetti della siccità.

Cari amici tale ricorrenza rappresenta un invito sul corretto utilizzo delle risorse terrestri.

Si calcola che almeno il 40% delle terre emerse del nostro Pianeta è minacciato dalla desertificazione, ogni anno 12 milioni di ettari di terra fertile, cruciale anche per sfamare una popolazione che molto velocemente supererà i 9 miliardi di esseri umani, viene trasformata in deserto. Ogni anno, come è stato confermato dal 2015, per l’ONU “Anno internazionale dei Suoli”, circa 24 miliardi di tonnellate di suolo fertile vengono perduti per fenomeni di erosione, ed i suoli costituiscono la base per più del 90% della produzione alimentare mondiale. 

Fenomeno della desertificazione che è dovuto soprattutto alla pressione da parte dell’uomo sulla ricchezza dei suoli del nostro Pianeta ed è quindi fortemente connesso alla distruzione delle foreste e degli altri habitat naturali che proteggono i nostri suoli, alla cattiva gestione dei suoli stessi, alla modificazione dei cicli idrici e ovviamente ai cambiamenti climatici, pertanto si stima che entro il 2030 la scarsità d’acqua obbligherà 700 milioni di persone a migrare.

L’irrigazione per l’agricoltura arriva ad utilizzare a livello mondiale il 70% dell’uso umano dell’acqua sottratta ai fiumi, laghi e falde acquifere e si ritiene che la domanda di cibo continuerà a crescere fino a raggiungere un incremento di richiesta di acqua del 55% entro il 2050 e pur essendo il nostro Pianetaricco di acque solo l’1% delle acque è rappresentato dall’ acqua dolce e quindi utilizzabile dall’uomo, distribuito tra fiumi, sorgenti, falde e laghi e molti grandi serbatoi di acqua affondano le proprie radici in grandi ecosistemi forestali come la foresta amazzonica che con i suoi 100.000 km di corsi d’acqua custodisce e rigenera quasi il 20% dell’acqua dolce che si riversa nei nostri mari.

Non è facile definire un confine tra foreste e acque: le foreste producono, raccolgono, alimentano l’acqua così come l’acqua dà vita alle foreste e ne mantiene nel tempo i complicati ed affascinanti equilibri dinamici.

La situazione delle foreste non è migliore in Africa dove il recente dossier dell’UNEP (The economics of land degradation in Africa, Unep 2015) illustra come un’area compresa tra un terzo ed il 50% del continente sia interessato da fenomeni di desertificazione indotta dall’uomo.

In Asia la situazione non si differenzia troppo:  all’aumento della densità demografica ed all’incalzante deforestazione consegue un correlato aumento delle catastrofi naturali come la siccità; si calcola che, solo in questo continente, la siccità dal 1900 ad oggi, è stata la causa di 9,6 milioni di vittime .

Infatti quando si distruggono le foreste e il loro importante ruolo nel ciclo dell’acqua e dei sistemi idrogeologici si rafforzano inevitabilmente la portata e l’intensità di fenomeni come alluvioni, dissesti idrogeologici, siccità e desertificazione.

Cari amici se continueremo a produrre e consumare come al solito eroderemo le capacità del nostro Pianeta di sostenere la vita !

Come ha evidenziato un rapporto speciale del “ Climate Change and land ” la produzione di cibo, dei mangimi e delle fibre sta contribuendo ai cambiamenti climatici con circa ¼ delle emissioni di gas a effetto serra provenienti da agricoltura, silvicoltura e gli altri usi del suolo.

Ad oggi oltre 2milioni di ettari precedentemente produttivi si ritrovano ad essere degradati;

oltre il 70% degli ecosistemi naturali è stato trasformato e si prevede che entro il 2050 potrebbe raggiungere la cifra del 90%; si prevede che entro il 2030 la produzione alimentare richiederà ulteriori 300milioni di ettari di terreno, ma non solo l’industria della moda entro il 2030 prevede di utilizzare il 35% in più di terreno, corrispondente a più di 115milioni di ettari equivalenti alle dimensioni della nazione Colombia.

Sono dati questi che dovrebbero far riflettere con attenzione tanti governi sulle le politiche per la conservazione del prezioso “oro blu” che è imprescindibile dalla conservazione degli ecosistemi forestali che producono e proteggono le risorse idriche del Pianeta.

François-René de Chateaubriand in una sua citazione sostiene “Le foreste precedono i popoli, i deserti li seguono”



Fonti : AmbienteBio Web Page

          WWF Web Page

Immagine tratta da(by) milleunadonna.it  Web Page