Filippo Scicchitano

La penna e la spada, Storia della dinastia imperiale comnena (parte finale)

2020-03-20 18:23:42

Il casato comneno rappresenta una delle Famiglie reali più affascinanti nella Storia dell'impero romano d'oriente, le donne e gli uomini straordinari che compongono questa dinastia hanno vestito la porpora imperiale bizantina in tutte le "mode" possibili e immaginabili... Eccovi la loro Storia

Conflitto dopo conflitto:

I basileis dei romei si scontrano sui campi di battaglia con nemici eterogenei, gli invasori normanni, i gruppi predoni della steppa tra cui i peceneghi, uzi e cumani

Gli scontri si verificarono anche con i razziatori selgiuchidi e le orde dei crociati latini.

Altre realtà minacciano Costantinopoli, i serbi, gli ungheresi, i valacchi, le città italiane e altri eserciti occidentali.

Le guerra come ragione di Stato: 

L’impegno militare costante, determina la trasformazione dell’esercito bizantino, vengono arruolati sempre meno soldati autoctoni nelle forze armate dei basileis, inoltre Costantinopoli da questo momento inizia un sempre più crescente impiego di contingenti mercenari di svariata provenienza, che forniscono ai generali degli imperatori, la possibilità di adottare nuove tattiche e strategie nell’arte della guerra.

Sul lungo periodo, però, la scelta di passare dai soldati nazionali a truppe mercenarie ha un costo troppo elevato per le casse imperiali.

Inizialmente questa soluzione salva Bisanzio e da nuova vitalità, con svariate tecniche alternative di combattimento per forze armate orientali, ma quando cominciano a scarseggiare le risorse finanziarie, l’impero si trova quasi completamente sguarnito di un fondamentale apparato bellico, non solo per attuare politiche espansionistiche, ma anche per disporre di adeguati contingenti militari, per la difesa dei propri possedimenti, compresa la capitale.

Per terra e per mare:

Anche la flotta di Bisanzio ha una sostanziale rinascita, Alessio per primo s’impegna nel confermare il ruolo dell’impero come potenza marittima, i suoi successori possono ampliare e migliorare l’ armata navale, basti pensare al ruolo fondamentale delle galee e dei dromoni imperiali durante il regno di Manuele, la marina del basileus tiene brillantemente in scacco i domini normanni d’ Oltremare.

Bisogna però evidenziare che gli insuccessi nelle campagne espansionistiche di questo imperatore indeboliscono talmente Costantinopoli da rendere anche la flotta di entità sempre meno congrua e competitiva. 

Soprattutto contro le Repubbliche Marinare, l'impero ha le sue maggiori difficoltà in primo luogo nello scontro con la Serenissima Venezia, che si concluse con la conquista latina dell’ impero nella quarta crociata del 1204.

Se vuoi la pace, non nascere a Costantinopoli:

Di fatto Bisanzio non conosce mai un vero momento di pace e le azioni belliche sono costanti. 

Tommaso Magistro nel suo Specchio del principe ripete un’antica considerazione riguardo alla guerra del resto condivisa da altri autori:

“Se vuoi godere dei frutti della pace, devi anzitutto essere armato per la guerra; solo così potrai goderti la pace. Restare inattivi non consente di conservare nulla, come dicono i saggi, no!, bisogna agire di propria iniziativa. Ripeto: puoi goderti la pace solo se sei armato per la guerra. Chi non è pronto alla guerra non potrà mai vivere la sua parte di pace”. 

In questa tradizione operano anche i comneni che non trascurano mai l’importanza degli scontri militari, e danno un posto fondamentale alla guerra nella politica imperiale, lotte difensive, operazioni alla riconquista di territori perduti, campagne espansionistiche in Occidente e Oriente, questi basileis non abbandonano mai il sogno universalistico ereditato dei cesari.

Una Diplomazia millenaria:

L’aspetto diplomatico a Costantinopoli tra i secoli XI-XII e XIII è caratterizzato da eccellenti prove di quest’arte e  gli artefici in primo luogo ne sono i basileis.

Fonti principali per analizzare la diplomazia dell’impero bizantino in questi secoli, sono sicuramente autori come Anna Comnena, Niceta Coniata, Eustazio di Tessalonica, che riportano parti veramente utili per la storia di Bisanzio.

Gli imperatori dovevano costantemente operare con giudizio: alleanze strategiche, patti di non aggressione, legami matrimoniali, tributi, azioni di corruzione e spionaggio; poiché la diplomazia in senso generale era ossigeno vitale per l’impero costantemente minacciato sia sul fronte esterno che su quello interno.

In particolare i comneni utilizzano il matrimonio dinastico come strumento di una diplomazia che potremmo definire “femminile”.

Donne a servizio dell'impero:

Nella storia di Bisanzio non di rado si trovano esempi di donne legate alla corte incaricate di operare vere e proprie azioni di spionaggio.

Fin dalla più tenera età queste ragazze erano educate per essere: “gli occhi e le orecchie del basileus ai confini dell’ impero”. 

Non di rado queste figure furono concesse in moglie a re, principi, sultani, emiri, kan e zupan, la loro mansione è di mantenere Bisanzio informata delle politiche e strategie dei loro potenti consorti.

La dinastia di Alessio tuttavia preferisce “importare, invece che esportare principesse”, il motivo di questo cambiamento nella politica matrimoniale dell’impero si origina dalla necessità di alleanze militari con i più potenti signori sia in Occidente sia in Oriente. 

In proposito è chiara la fondamentale mescolanza tra guerra e diplomazia.

Una volta giunte a Costantinopoli le principesse adottano nomi bizantini, il cui senso è molto concreto, il più diffuso durante questo periodo è quello di Irene per simboleggiare la pace, strumento basilare per la coesione, la solidarietà, per il buon governo di ogni stato.

Al fine di potere operare con serenità nella politica estera, questi nomi sono veri e propri “pegni di pace”.

L’ arte diplomatica comnena si adegua alla nuova realtà internazionale, concentrandosi su strumenti adatti a sfruttare al meglio le risorse di Costantinopoli.

Niceta docet, Caduta e catastrofe di Bisanzio: 

L’impero a partire dalla fine del Secolo XI, ha la forza e la determinazione di attuare una potente rinascita.

Alessio I mette le basi per questo ritorno alle glorie passate; all’ inizio del Secolo XII, il figlio Giovanni sa riaccendere a Bisanzio il desiderio di riconquistare i territori perduti, mentre Manuele, suo legittimo successore, osa il tentativo di riaprire a Costantinopoli la strada dell’universalismo, inizialmente riuscito con svariati successi sia sul fronte orientale, sia su quello occidentale.

Sul lungo periodo tuttavia a causa di una serie di azioni “avventate”, fallisce il tentativo, lasciando al momento della sua dipartita il regno in una drammatica situazione di crisi.

Alla sua morte la guida dello Stato passa nelle mani di Andronico I, ultimo imperatore comneno, che seppe operare con grande forza e determinazione per salvare Bisanzio dalla catastrofe, ma la piega sanguinaria che segna il suo governo lo porta a una morte atroce.

Sotto la guida del casato Angelinel XIII secolo, Costantinopoli impoverita sia sul versante economico, sia su quello militare apriva ai latini la possibilità, di impadronirsi della Regina delle città

L'Impero romano d'oriente adesso inizia un declino inarrestabile... 

(che prossimamente vi racconterò)