Filippo Scicchitano

Invito al buon senso, il capolavoro di Voltaire

2019-11-12 09:01:00

Leggere Candido o l'ottimismo di Voltaire mi ha ispirato a guardare le “cose” con nuovi occhi, capaci di scrutare l'invisibile... Attraverso la trasparenza del buon senso!!!

...“Ma dobbiamo coltivare il nostro giardino"... 

Iniziando dalla fine:

François-Marie Arouet noto con lo pseudonimo di Voltaire è uno degli intellettuali più completi dell' Età Moderna, Filosofo, Storico, Romanzie e Drammaturgo.
Personalmente adoro il suo romanzo Candido o l'ottimismo, in questo articolo voglio condividere con voi le impressioni che mi ha lasciato, concentrandomi in primo luogo sulla figura del protagonista, leggere questo libro per me è stato molto importante, sia a livello formativo, che in chiave di riflessione sul messaggio che si snoda nel corso del racconto.

Per me questo libro, è stato uno stimolo a cercare di adoperare il buon senso, anche quando mi sembra impossibile.

Ogni lettore trae le sue ispirazioni e conclusioni da ciò che legge, Candido è sempre stato per me un buon consiglio da seguire, non è stato facile interiorizzarlo, ma una volta compreso, ne ho potuto trarre grande giovamento!!!

Amore, semplicità, bontà e resistenza, le armi di Candido:

L' eroe di questo romanzo “subisce” avventure incredibili, violenze, angherie, umiliazioni, cattiverie inaudite, ma non si scoraggia mai. 

Candido affronta, l'orrore della guerra, terrificanti cataclismi naturali, la crudeltà dell'Inquisizione, naufragi, eppure non molla mai.

Egli è un nuovo Adamoun vero uomo catapultato fuori dal Paradiso Terreste, si ritrova lontano dal suo ovattato castello, è violentemente proiettato nel mondo reale, affollato da altri esseri umani che però si comportano come veri demoni

L'Ottimista però coltiva il vero amore per Cunegonda, questo sentimento lo rende "invincibile", determinato a raggiungere la sua meta, il sentimento puro lo vivifica, anche se ne passerà di tutti i colori, per ritrovare la sua brutta amata.

Le dolorose esperienze lo formano alla vita, impara da tutto, sia dal bene che dal male e sa accettare ogni avvenimento della sua esistenza, adattandosi brillantemente in tutte le situazioni, anche quelle più disperate.

I protagonisti, la compagnia disperata:

Panglos il precettore e filosofo che ama il mondo.

Il barone gesuita fratello di Cunegonda.

Cunegonda la brutta amata da Candido. 

Martino amico fidato e filosofo manicheo egli è tremendamente pessimista.

La vecchia servitrice che ha una genialità machiavellica, figlia illegittima di un Pontefice immaginario. 

Cacambo il fedele e intrepido servo meticcio, il simbolo della lotta al razzismo dell'autore. 

Il mercante olandese Giacomo anabattistaemblema della generosità insita nelle persone buone di spirito.

Anche se sono tutte povere vittime, con esistenze tragiche, a loro modo sono potenti alleati del protagonista, che grazie ai loro talenti saprà superare immense fatiche degne di Eracle.

Curiosità all'interno del romanzo:

Voltaire sceglie per il protagonista, svariati luoghi dove affrontare le sue avventure.

Candido infatti vaga partendo dalla Vestfalia per dirigersi tra diversi mete avventurose del Vecchio Continente, Francia, Inghilterra, Italia, in Portogallo vive la tragica esperienza del grande terremoto (avvenuto realmente nel 1755). 

Il pover uomo arriva fino al Nuovo Mondo, facendo anche una “capatina”... Nel regno illuministico dell'Eldorado, per poi tornare indietro con “prezosi ricordi” dalla Americhe. L'Ottimsta naviga con una galea schiavista, verso la Turchia, dov'è imprigionata la sua amata Cunegonda, il racconto si conclude in Asia Minore, nella città di Costantinopoli dove i sopravvissuti finalmente posso riprendere le loro vite, forse...