Filippo Scicchitano

Favole antiche, morale attuale (parte X)

2020-10-29 07:11:43

Cari Amici & Fans, ecco a voi il decimo capitolo delle fiabe di Esopo e Fedro, vi auguro una buona lettura!!! (sempre con la speranza che la Saggezza degli antichi, ispiri la Sapienza dei contemporanei)

L'USIGNOLO E LO SPARVIERO

Posato su un'alta quercia, un usignolo, come al solito, cantava.
Lo vide uno sparviero affamato,
che gli piombò addosso e se lo portò via.
Mentre stava per ucciderlo,
l'usignolo lo pregava di lasciarlo andare,
dicendo che esso non bastava a riempire lo stomaco di uno sparviero:
doveva rivolgersi a qualche uccello più grosso,
se aveva bisogno di mangiare.
Ma l'altro lo interruppe dicendo:

<<Sciocco sarei, se lasciassi andare il pasto che ho qui pronto,
per correre dietro a quello che non si vede ancora!>>

Morale:

Così, anche tra gli uomini, stolti sono coloro che,
nella speranza di beni maggiori,
si lasciano sfuggire quello che hanno in mano.

(Esopo, 620 a.C.– 564 a.C.)

L'ATLETA VITTORIOSO

Il saggio, quando vide un campione sportivo
darsi troppa importanza per aver vinto una gara,
gli chiese se era stato più forte del suo rivale.
<<È evidente. Certo che sono più forte, e come!>>
<<E allora, dov'è il merito?

Che merito c'è a battere uno più debole?
Saresti più simpatico se dicessi che sei forte perché hai superato un altro atleta che, fisicamente, è più dotato di te.>>


Morale:

La boria del vincitore, 

ne spegne totalmente il valore,  

le vere sfide sono contro i pari oppure superiori.

(Fedro, 15 a.C. - 55 d.C.)