Favole antiche, morale attuale (parte X)
Cari Amici & Fans, ecco a voi il decimo capitolo delle fiabe di Esopo e Fedro, vi auguro una buona lettura!!! (sempre con la speranza che la Saggezza degli antichi, ispiri la Sapienza dei contemporanei)
I VASI:
Un vaso di terra cotta e un vaso di rame
galleggiavano trascinati dalla corrente di un fiume.
Il vaso di terra cotta diceva a quello di metallo:
<<Nuota al largo, non al mio fianco,
perché, anche se non ho nessuna voglia di toccarti,
basta che tu mi tocchi ed io vado in frantumi>>.
Morale:
Insicura è la sorte del debole che ha per vicino un potente.
(Esopo, 620 a.C.– 564 a.C.)
IL PASSERO E LA LEPRE:
Una lepre, mentre correva nel prato, fu ghermita dagli artigli di un’aquila, che voleva divorarla. Mentre la sfortunata volava verso il nido del rapace, incrociò un passerotto, che le disse:
<<Ah, che lepre distratta! Avresti dovuto prestare più attenzione prima di metterti a correre nel prato e adesso farai la fine che meriti>>.
Il passero non aveva finito la frase che un falco si buttò su di lui e lo catturò; la lepre, allora, rispose:
<<Adesso posso morire felice! Tu, sciagurato, pensavi di darmi lezioni di vita, ma a quanto pare farai la mia stessa fine>>.
Morale:
È inutile dare lezioni di vita ai più sfortunati se noi per primi rischiamo la medesima sorte.
(Fedro, 15 a.C. - 55 d.C.)