figli Divina Volonta

Spiritualità & Filosofia

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CHI IMPARA A CREDERE, IMPARA ANCHE AD INGINOCCHIARSI (J.Ratzinger/Benedetto XVI)

2019-04-06 13:15:52

Questa commovente immagine esprime il simbolo della Santa fede cattolica

Chi impara a credere, impara a inginocchiarsi; una fede o una liturgia che non conoscano più l’atto di inginocchiarsi, sono ammalate in un punto centrale. 

Dove questo gesto è andato perduto, dobbiamo nuovamente apprenderlo, così da rimanere con la nostra preghiera nella comunione degli apostoli e dei martiri, nella comunione di tutto il cosmo, nell’unità con Gesù Cristo stesso.» 

Non è solo un gesto cristiano, ma è un gesto Cristologico

Vi sono ambienti, che esercitano notevole influenza, che cercano di convincerci che non bisogna inginocchiarsi. Dicono che questo gesto non si adatta alla nostra cultura (ma a quale, allora?); non è conveniente per l’uomo maturo, che va incontro a Dio stando diritto, o, quanto meno, non si addice all’uomo redento, che mediante Cristo è divenuto una persona libera e che, proprio per questo, non ha più bisogno di inginocchiarsi.

In effetti, l’atto di inginocchiarsi proprio dei cristiani non si pone come una forma di inculturazione in costumipreesistenti, ma, al contrario, è espressione della cultura cristiana che trasforma la cultura esistente a partire da una nuova e più profonda conoscenza ed esperienza di Dio.

L'atto di inginocchiarsi non proviene da una cultura qualunque, ma dalla Bibbia 

II gesto corporale è, come tale, portatore di un senso spiritualementre, a sua volta, il gesto spirituale, per sua stessa natura, in forza dell’unità fisico-spirituale della persona umana, deve esprimersi necessariamente nel gesto corporale. Ambedue gli aspetti sono integrati in una sola parola perché si richiamano intimamente l’un l’altro. – quello, appunto, dell’adorazione, senza del quale esso resterebbe privo di significato –


Quando l’inginocchiarsi diventa pura esteriorità, semplice atto corporeo, diventa privo di senso; ma anche quando si riduce l’adorazione alla sola dimensione spirituale senza incarnazione, l’atto dell’adorazione svanisce, perché la pura spiritualità non esprime l’essenza dell’uomo. L’adorazione è uno di quegli atti fondamentali che riguardano l’uomo tutto intero. Per questo il piegare le ginocchia alla presenza del Dio vivo è irrinunciabile.


Particolarmente importante per la nostra questione è il racconto del martirio di santo Stefano. Il primo martire cristiano viene presentato nella sua sofferenza come perfetta imitazione di Cristo, la cui passione si ripete nel martirio del testimone fin nei particolari. «Signore non imputare loro questo peccato» (At 7,60)Stefano, in ginocchio, fa così sua la preghiera del Cristo crocifisso:


Può forse essere vero che l’inginocchiarsi è estraneo alla cultura moderna – appunto nella misura in cui si tratta di una cultura che si è allontanata dalla fede e che non conosce più colui di fronte al quale inginocchiarsi è il gesto giusto, anzi quello interiormente necessario.

 QUIMissa gregoriana, pp. 181-190. Su "Forma liturgica, cap. II – Il corpo e la liturgia, n. 3 – Atteggiamenti, San Paolo, Cinisello Balsamo 2001, parte IV – Introduzione allo spirito della liturgiaFonte del testo di Joseph Ratzinger/Benedetto XVI, 

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