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Ora ti dico cos'e' l'Iditarod Trail Invitation
Avete mai pensato di fare una corsa estrema nei ghiacci dell'alaska? Bene allora continua a leggere...

Iditarod Trail Invitational
L'Iditarod Trail Invitational è un'avventura estrema sia per le condizioni climatiche, con temperature spesso vicine a -40°C e repentini cambiamenti climatici accompagnati da forti venti gelidi, che per la lunghezza del percorso, ben 1770 Km fatti di tundra sterminata e deserti di neve, valichi impervi e vallate spazzate da venti gelidi, boschi fitti e fiumi ghiacciati, villaggi abbandonati e distese di mare ghiacciato.
Ci sono poche regole chiare, fra queste il modo in cui si partecita, che determina la categoria di appartenenza: a piedi, in bici o con gli sci. Questa è la corsa a piedi più lunga e dura al mondo!
Il percorso si sviluppa in due tappe, si parte (in genere la domenica pomeriggio) da Knik Lake, un centinaio di chilometri a nord di Anchorage, e si punta verso nord.
La prima tappa, di 563 Km, si sviluppa su sentieri relativamente battuti e conta punti di sosta e rifornimento abbastanza ravvicinati, l'ostacolo più duro è rappresentato dal Rainy Pass, un passo impervio che si snoda in una gola dove i cambiamenti climatici e forti bufere di vento rendono difficile il tragitto. A McGrath termina la prima tappa.
La seconda tappa continua da McGrath e prosegue fino a Nome per un totale complessivo di 1770 Km.
Il percorso non è lo stesso tutti gli anni: negli anni pari si sviluppa verso nord mentre negli anni dispari segue un sentiero a sud che passa per il villaggio (ormai abbandonato) che da il nome alla gara, Iditarod appunto.
Molti dei villaggi toccati da questa tratta sono abbandonati e, considerando che un sentiero rimane pressoché abbandonato per due anni, si può immaginare quanto sia difficoltosa la gara, soprattutto se ci sono state scarse nevicate e occorre farsi strada fra arbusti e sterpaglie.
Oltre a questo a complicare le cose si aggiunge il fatto che i Check point, in questa seconda tratta, sono molto più diradati.
Da McGrath a Nome non è garantita nessuna assistenza ai partecipanti: devono cavarsela da soli.
Arrivare al termine dell'avventura nelle dure condizioni climatiche dell'inverno in Alaska è di per se la vittoria più grande, riuscirci dipende dalla preparazione atletica dei partecipanti, ma soprattutto dalla loro forza di volontà e determinazione, dalla capacità e dal coraggio di affrontare i rischi con intelligenza.
Questa avventura non è una gara tecnica ma un viaggio nella propria anima e nella propria mente, in sinergia col ritmo della natura selvaggia.
Ogni partecipante decide cosa portare con se, quando e quanto fermarsi in un Check Point, quando ripartire. Nemmeno il percorso è predefinito, ognuno può scegliere quello che ritiene opportuno, col solo vincolo di passare per tutti i Check Point.
Un veterano dell'ITI, Joe May, ha detto: "Quando viene offerto troppo supporto in una gara estrema si privano i partecipanti di una parte importante di ciò per cui essi partecipano. Essi vogliono partecipare pienamente, confrontarsi e possibilmente superare da soli le avversità che incontreranno; se qualcuno risolverà i problemi al posto loro, l'esperienza ne uscirà svilita."