ESOTERISMO

Founder President

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TAROCCHI

2019-04-06 13:26:04

In un gruppo che ho seguito per diverso tempo ho proposto lo studio degli Arcani Maggiori dei Tarocchi. Ho proposto io stesso questo studio e desidero riferire quanto ebbi a dire, come preambolo a quella richiesta.

 “Debbo fare una confessione. Quando ho proposto a questo gruppo di esaminare e commentare gli Arcani maggiori dei tarocchi l’ho fatto nella speranza di avere una risposta ad un interrogativo che mi trascino da tempo. Se esaminiamo i vademecum di diversi ordini iniziatici lo studio dei tarocchi è molto spesso consigliato. Il perchè è chiaro. Descrivono il percorso verso la conoscenza, verso la reintegrazione, in maniera molto vicina al percorso di alcuni di questi Ordini Iniziatici. Ho avuto molte occasioni di esaminare queste carte, misteriose, a volte sconvolgenti. Le ho studiate anche ma ho trovato sempre e trovo ancora come dei veli che le avvolgono e mi impediscono di osservarle in tutta la loro potenza. Non sono un ricercatore e credo che se anche lo fossi non potrei mai e poi mai risolvere l’arcano. Quello che oggi mi dicono è ciò che da sempre l’umanità ha percepito, ha intuito ed ha anche illustrato. Nelle grotte, con i graffiti, nelle pareti dei templi, con varie forme di rappresentazione che vanno dalla scrittura cuneiforme al disegno. I tarocchi rappresentano questo anelito dell’umanità. Ma a mio parere non si limitavano a descrivere, non si limitavano ad indicare una via, a mio avviso suggerivano, consegnavano all’umanità anche un percorso. Consegnavano all’umanità lo strumento per percorrere la via che indicavano. Ciò che il liber mutus rappresenta per gli alchimisti i tarocchi rappresentano per il resto dell’umanità. Esaminandoli e studiandoli si evidenziavano sempre più le varie manipolazioni che hanno subito nel tempo. Niente di strano! Anche i rituali esoterici hanno subito delle manipolazioni; diciamo che sono stati “attualizzati” ricorrendo ad una espressione che ormai si accompagna, specie nella regia e nei costumi, alle tragedie greche, alle opere liriche e, spesso, alle commedie più o meno moderne. Io mal sopporto l’attualizzazione e, tranni rari casi in cui l’autore dell’attualizzazione è anche un genio, la credo frutto della incapacità a creare testi o opere nuove o, come nel caso dei rituali, alla imbecillità umana. Nel caso dei tarocchi, però, sempre a mio parere, l’attualizzazione non è avvenuta per incapacità o per idiozia ma per altre ragioni. Ed io vorrei capirle queste ragioni. Non vi è dubbio che sono carte vecchissime; prima disegnate e poi stampate. Forse addirittura in un primo tempo erano disegnate nelle grotte o nei sepolcri. Non lo possiamo sapere. Conosciamo, però, la loro influenza, benefica o nefasta, esplicitata attraverso la divinazione, sul percorso dell’individuo e delle cose. Non è solo una esposizione di eventi in successione; le carte, i disegni, contenevano anche delle formule, contenevano anche gli strumenti per giungere alla conoscenza. Questa loro peculiarità così esposta, così diffusa anche fra gli analfabeti, che un tempo erano i più, poteva essere considerata pericolosa dalle religioni rivelate che, non potendole distruggere, ne fecero loro patrimonio. Da quì le diverse fatture, i diversi riferimenti e soprattutto le diverse manipolazioni. Cerchiamo, se è vero ciò che intuisco, di andare alle origini, come si dovrebbe fare per i rituali, di scoprire ciò che vogliono suggerirci e non solo raccontarci. Forse avremo un’altra via verso la conoscenza e forse sarà una via più semplice e più alla portata di molti. Val la pena provare”.

Provo adesso a parlare di alcune delle lame; la XII lama: l’appeso, e vorrei che di questa lama si evidenziassero  le analogie con quanto ci racconta Dante nel XXXIV canto dell’Inferno, quando prima di uscir a riveder le stelle deve capovolgersi.

L’appeso è, a mio avviso, la conclusione della prima fase dell’opera. Lo svuotamento da ciò che ci lega intensamente a questa dimensione. Le passioni, rappresentate nell’appeso dai sacchetti di monete che si svuotano cadendo. Il nostro essere si svuota dalle passioni. È in mezzo ai due alberi, che in massoneria rappresentano le due colonne B e J e per noi possono assumere il significato di elemento maschile ed elemento femminile. La faccia dell’appeso è serena e sta a significare la pace che si raggiunge quando ci si allontana dalle passioni.


Se vogliamo cogliere maggiormente questa caratteristica confrontiamo l’appeso con il Bagatto, con la prima lama degli arcani maggiori. Il Bagatto inizia il cammino, l’appeso ha ultimato il percorso terreno.

Da questo momento in poi l’operatività deve essere differente. Ottenuto lo svuotamento dell’involucro, adesso bisogna riempirlo.  

Nel XXXIV canto dell’inferno Dante, che fa intendere le cose solo a chi ha orecchie per intendere, fa dire a Virgilio che è giunta  l’ora in cui “conviensi dipartir da tanto male”, è giunta l’ora di abbandonare le passioni terrene. Ed allora Dante leva gli occhi e “credetti veder Lucifero com’io l’aveva lasciato; e vidili le gambe in su tenere”. Naturalmente Virgilio spiega a a Dante il capovolgimento facendogli presente  che hanno superato l’emisfero da dove si è avuto accesso.

Un’ultima considerazione. L’appeso nei tarocchi, il capovolgimento in Dante, trovano corrispondenza nella lettera “R” del VITRIOL. rettificando, ovvero capovolgendosi”

Altro lama, la sesta degli Arcani maggiori. L’innamorato, l’uomo posto dinnanzi alla scelta: amore sensuale o amore spirituale? Ha ciascuno dei piedi posto su una parte della “V” che estesa potrebbe anche essere una “Y”. Il cupido, rivolto verso l’amore spirituale ci mostra la scelta più giusta. Chi ci impone questa scelta? L’esoterismo o una qualsiasi religione rivelata? Le due donne vestite diversamente, una in modo volgare (l’amore sensuale) e l’altra in maniera raffinata (l’amore spirituale). È questa una scelta esoterica o religiosa? Forse questo è l’arcano che più si presta al preambolo che ho fatto.


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