ESOTERISMO

Founder President

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EQUINOZIO D’AUTUNNO - BRECCIA DI PORTA PIA🌿🌿🌿

2019-09-20 19:42:36

É successo alla luce della storia, in un tempo tanto remoto da non essere più definibile.........

É successo alla luce della storia, in un tempo tanto remoto da non essere più definibile. Un essere vissuto fino a quel momento legato alla sua misera porzione del pianeta terra, raccattando qualche frutto o, nei giorni migliori, ghermendo qualche animale capitato occasionalmente alla sua portata, in una sera limpida si stava riposando dalle fatiche sostenute, forse inutilmente, quando accadde che il suo sguardo, fino a quel momento attento solo al fango della terra, si rivolse al cielo stellato; lo spettacolo era magnifico, impareggiabile: come era possibile che non se ne fosse accorto prima? Da quel momento l’istinto divenne pensiero, non più indirizzato solo alla sopravvivenza, e l’uomo cominciò a chiedersi chi era, cosa facesse, perché si trovava in quella sconfinata realtà, se quello che stava vedendo fosse solo frutto del caso o se esisteva un’entità superiore che avesse creato tutto questo e che lo governasse. Quel pensiero non rimase solitario. L’alternarsi inalterabile delle stagioni ha dato all’uomo la misura del tempo; la saggezza degli antichi maestri ha tramandato fino a noi, con una catena ininterrotta, la consapevolezza che l’essere umano e l’universo sono l'uno il riflesso dell’altro. Nel nostro comune cammino, regolato dall’armonia del creato, abbiamo sospeso il nostro lavoro con il solstizio d’estate; dedicandoci al riposo abbiamo goduto della luce trionfante del giorno, dell’armonia dell’universo e dell’amore fruttifero della natura. Forse senza che ce ne accorgessimo è arrivato l’autunno e i nostri lavori sono ripresi con forza e vigore. Ho letto che alle 10,05 del 23 settembre, il sole, nel suo moto infinito lungo l’eclittica, si trova esattamente sull’equatore celeste nel punto dell’equinozio d’autunno, ovvero il momento in cui la lunghezza del giorno eguaglia quella della notte, il giorno in cui la luce e le tenebre sono in perfetto equilibrio. Da questo momento e per i successivi sei mesi l’oscurità vincerà sulla luce; da questo momento, quindi, la forza del sole comincia a diminuire e questo processo continuerà fino al solstizio d’inverno, quando, pian piano, riprenderà vigore e la luce durerà più del buio, il giorno durerà più della notte. Per molte culture è questo un giorno di celebrazioni. L’equinozio d’autunno rappresentava nelle antiche scuole iniziatiche, rientranti nell’allegoria solare, il tempo nel quale il candidato doveva simbolicamente morire, ovvero doveva spogliarsi delle sue conoscenze grossolane e terrene, per risorgere. Chi di noi non prova emozione nel ricordare all’interno del gabinetto delle riflessioni la scritta “VITRIOL”, ovvero “Visita interiora terrae rectificandoque invenius occultum lapidem” (Conosci le tenebre, visita le oscure profondità della terra ed a queste profondità, lavorando su te stesso, troverai la pietra nascosta). In alcune culture, nel mondo, l’equinozio d’autunno, veniva e viene ancora festeggiato. Ho letto che nell’antica Grecia si svolgevano, per l’occasione le lampadoforìe. Ignoro l’origine di questa citazione, ma la trovo bellissima ed adatta a quello che tentiamo di essere anche noi, e non solo in questo contesto. Anche noi potremmo essere dei lampadofori, dei portatori di luce vitale.

In Giappone è questa una festa dedicata agli avi ed alla famiglia. In Francia, dal 1793 al 1805, questo era il primo giorno dell’anno nel calendario repubblicano, ovvero quello successivo al giorno in cui venne abolita la monarchia (il 21 settembre 1792), quindi il primo giorno dell’era repubblicana. Il 20 settembre 1870 ricorre l’anniversario della “presa di porta -Pia”, - in vicinanza temporale con la data dell’equinozio, quando veniva messa la fine ad un’era buia della nostra storia, un epoca che vedeva la Patria smembrata in piccoli stati governati da tiranni che pensavano solo al loro gretto interesse sfruttando il lavoro dei sudditi. Si era concluso un periodo in cui la Chiesa, intesa come entità temporale, continuava ad aumentare ricchezze e potere. Quel 20 settembre è una data importante per noi Liberi Muratori di Memphis e Misraïm, e segna la ripresa con forza e vigore dei nostri lavori.
La Massoneria Universale, ordine iniziatico, festeggia nell’equinozio d’autunno una delle ricorrenze più importanti del proprio calendario. Si vuole ricordare non solo il profondo valore simbolico dell’iniziazione ma nel frattempo ricordare ai fratelli iniziati come tutto defluisce, tutto si trasforma, poi muore e rinasce, poiché nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto scorre in un continuum che sembra non fermarsi mai. Nella tradizione iniziatica questo momento rappresenta un passaggio, un tempo per la meditazione, per rivolgerci al nostro interno, per una introspezione o forse per un consuntivo, o ancora per programmare, durante il quale la separazione tra ciò che è visibile e ciò che è invisibile si assottiglia fino a scomparire. Noi Liberi Muratori festeggiamo nel corso dell’anno i due equinozi ed i due solstizi. Al di là del simbolismo connesso, esse sono basate su riferimenti astronomici e pertanto universali, perché perenni, validi in ogni epoca e presso tutti i popoli. Le nostre feste non celebrano battaglie, rivoluzioni, santi, guerrieri, imperatori. Ricordano invece uomini che guardano al ciclo incessante della rotazione degli astri e dei pianeti, con i loro effetti sulle stagioni, sull’agricoltura, sul pianeta terra e quindi sulla propria sopravvivenza. In quanto Libero Muratore sprono tutti i fratelli ad andare al di là delle interessanti descrizioni astronomiche di cui non mi curo. Il simbolismo e l’esoterismo ci devono quasi allenare ad andare oltre al fenomeno. La mente di noi Liberi Muratori che si nutre della cultura del secolo non vi deve restare, però, ingabbiata. Se è essa è libera ha più facile accesso agli archetipi ed al mondo dei princìpi che sovrastano i fenomeni. Non è semplice, ma dobbiamo tentarci, dobbiamo farlo ! Un anno fatto di giorni e notti sempre uguali, avrebbe dato a noi uomini una diversa concezione del tempo. Una vita, invece, fatta di albe e tramonti ci ha permesso di leggere nell’anno solare i massimi ed i minimi di luce, che ci permettono di vedere nell’equinozio il punto di passaggio. “Come in alto, così in basso” insegnava Ermete Trismegisto; l’equilibrio tra giorno e notte ci può trasmettere il senso dell’equilibrio da trovare in noi stessi per continuare l’opera di sgrossamento.

Sforziamoci di camminare in equilibrio fra il bianco ed il nero e trasmettiamo questo insegnamento ai nostri apprendisti perché non siano facili prede di allettanti dualismi. Tutto quel che apprendiamo nelle nostre Logge, nel nostro Tempio, va messo in pratica su noi stessi, altrimenti resta vana nozione. È inutile diventare sapienti, cari fratelli, se poi non siamo in equilibrio con noi stessi e con chi ci sta vicino. Il nostro compito, dunque, consiste nel lavorare tutti insieme, affinché il nostro spirito si elevi al di sopra della materialità e ci permetta di capire qual è il progetto che il S:.A:.D:.M:. (Sublime Artefice dei Mondi) ha disegnato per noi. Questo è il momento per riflettere, per progettare, per recuperare una dimensione della vita più raccolta, più riflessiva, forse più lenta, senza dimenticare, però, che la creatività non si ferma, e che una foglia che cade non è la fine di qualcosa, ma un modo della natura per ritornare presto a vivere di nuovo. Nel momento in cui la natura comincia a spegnersi bisogna volgere la coscienza verso noi stessi: al di fuori della luce abbagliante dell’estate potremo percepire una nostra propria luce interiore, invisibile, straordinariamente non soggetta a tramonti. Nel momento in cui la natura che ci circonda è in perfetto equilibrio possano le nostre menti celebrare nell’equinozio d’autunno l’affermazione della volontà concreta e razionale, della capacità di porci degli obiettivi e di perseguirli per il bene dell’umanità ed alla gloria del Sublime Architetto dei Mondi. Con un po’ d’attenzione, in silenzio, potremo forse scorgere accanto a noi quell’uomo che guarda verso il cielo. .'. © Fr:. Carlo Pili

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