Emanuela Spernazzati

Founder Senior

LA PAZIENZA AI TEMPI DI INTERNET

2019-08-25 13:47:09

“Senza fretta ma senza sosta” rispondeva il poeta tedesco J.W.Goethe quando gli chiedevano come si raggiungesse un traguardo. E noi? Siamo ancora capaci di essere pazienti e tenaci nell'era di internet?

Senza fretta ma senza sosta: come i cicli della vita, come l'atleta che si allena ogni giorno con perseveranza, come il contadino che lavora la terra spoglia perché sa che il raccolto crescerà e come un vecchio saggio monaco che vive con calma e pazienza. 


La pazienza che a tratti io non ho.


Sicuramente sono in buona compagnia, che il mondo di oggi è tutto qui e ora: il sapere è a un click su wikipedia, gli amici lontani sono a un colpo di cellulare e Amazon ti porta ciò che vuoi in 3 giorni, dalla Cina o da dietro l’angolo.


Ma che senso ha questa impazienza?

Non ce lo hanno forse insegnato da bambini che ‘presto e bene non stanno insieme’?

Secondo l’Analisi Transazionale le figure parentali o di riferimento seminano molti piccoli insegnamenti dentro di noi e tra i ‘regali’ che ci lasciano ci sono ‘5 Spinte’, ovvero 5 mantra che ci ripetiamo inconsapevolmente e che ci dicono come fare le cose. Sono messaggi che ci potenziano e ci aiutano, ma se si cristallizzano e diventano le nostre uniche risorse e i nostri dittatori interiori non sono più cosa buona per noi.


E sai qual è la più grande nemica della pazienza? Una Spinta chiamata ‘Sbrigati’.

Sì, ‘Sbrigati’. Quante volte lo diciamo ai nostri figli, al nostro partner o a noi stessi?


In misura ottimale è un grande antidoto alla pigrizia, ma se portato all’eccesso ‘Sbrigati’ non ci permette di darci il tempo di fare le cose, di goderci ciò che facciamo e di ‘sentire’, di riconoscere cosa proviamo mentre le facciamo, di capire se qualcosa fa per noi o no. Così viviamo come robot, anestetizzati. 

Per questo spesso nei percorsi di Counseling quando chiedo: ‘Ti piace il tuo lavoro?’ oppure ‘Cosa ti piace di più fare quando esci dall’ufficio?’ ottengo solamente uno sguardo vuoto come risposta.


E quelle pubblicità di medicinali che ci promettono di non perdere neanche un’ora della nostra frenetica vita a causa dell’influenza o del mal di testa o altro? Dimenticando che anche il tempo di riposo è tempo di vita e che a volte è il nostro stesso corpo a reclamarlo a modo suo. A suon di dolori.

Io tendo istintivamente a correre veloce attraverso il dolore, per non sentirlo e tornare subito a stare bene: che fatica fermasi! E fatico ancora di più a lasciare che mia figlia preadolescente attraversi il suo. Fatico a stare a guardare senza intervenire, ma so che sostituirmi non è corretto perché le impedirei di fare esercizio, di imparare a gestire i piccoli dolori che sono giusti per la sua tenera età e la preparano a gestire un domani quelli più grandi.


Così mi alleno alla pazienza.

E ho un antidoto. Sì, sapete qual è l'antidoto per le spinte, che sono poi comandi inconsci? I Permessi, anzi: il giusto Permesso per ciascuna di esse.


Così quando nella mia testa rimbomba la spinta ‘Sbrigati’ mi do il Permesso di disubbidire e mi chiedo: sei la risorsa giusta per me qui e ora o sei solamente una risposta meccanica e mi stai portando fuori strada? 

Insomma, risveglio l’Adulto che è in me (e che spesso dorme sonni beati!) e valuto: se sono in ritardo per un appuntamento mi affretto, se è una scusa per scappare da un disagio senza ascoltarlo, se è un modo per rientrare nella zona di comfort senza aver appreso nulla, allora invoco la pazienza.


E da genitore insegno anche a mia figlia ad attivare il suo Adulto quando una Spinta si fa sentire con troppa forza o frequenza.

E da Counselor e formatore invito tutti farlo, per accrescere la propria serenità insieme e naturalmente anche #IlPiacereDiVivere e #IlPiacereDiLavorare


E tu? Conosci già il potere della pazienza o vai di fretta come me? 😉