Founder Senior
A COSA SERVE SCEGLIERE E SBANDIERARE UNA PAROLA DELL’ANNO?
Me lo sono chiesta e in perfetta ottica Agile ho fatto una retrospettiva e ho valutato com’è andata l’anno scorso.La parola guida dell’anno scorso per me era ‘Grazie’.(A proposito: tu l’avevi? Ma soprattutto, te le ricordi? Perché se verba volant… poi non servono! 😊)
In primo luogo condividere per me significa prendermi un impegno, come quando ti metti a dieta e lo dici a tutti … e poi mica puoi ordinare tripla porzione di tiramisù davanti a tutti! Che se sono amici te lo fanno notare che troppo tiramisù fa restringere i jeans! 😉
Poi, come si fa nel coaching, non mi dilungherò sul perché (della scelta della parola) ma andrò dritta al come e agli effetti (ove possibile misurabili).
Ecco, la parola guida mi ha dato l’occasione per strutturare una routine: prendendo l’occasione di un progetto già avviato (#IlPiacereDiLavorare), per il quale ogni giorno scattavo una foto che rappresentasse un aspetto positivo del lavoro e lo condividevo sul gruppo dedicato, ho aggiunto un pezzo personalissimo: ogni sera scrivevo sull’agenda un ‘grazie’ qualcosa. Era un must, anche nei giorni no. Perché un ‘grazie’ lo si può sempre dire.
Pian piano ho cominciato ad affrontare i ‘grossi nodi’: quando mi venivano in mente ricordi o situazioni ‘fastidiose’ cercavo di guardarle da un altro punto di vista e di trovare un motivo per dire ‘grazie’: grazie per avermi fatto quel torto, così ho capito subito con chi avevo a che fare e ho preso provvedimenti, grazie per avermi detto quella verità scomoda, così mi hai fatto aprire gli occhi, grazie per avermi sbattuto quella porta in faccia in maniera decisa ma pur sempre adeguata alle mie forze…
Sembrano cose stupide lo so, ma per me sono stati il mezzo per ‘accettare’ alcune cose e, finalmente, metterle via. Perché finché le rimugini dai loro forza vitale. E la togli a te.
A volte il grazie aveva proprio il senso di ‘addio, storia chiusa, non togliermi più energie’.
Risultato misurabile? Ho tagliato alcuni rami secchi, ho chiuso alcune porte che forse lasciavo aperte più per ‘fargliela vedere’ che per piacere mio’ e mi si sono aperte vie proficue.
Perché proficue e come lo misuro? Da alcuni KPI classici (numero Clienti, scontrino per Cliente e fatturato) e altri meno classici (settori colorati nella ruota della vita, per la precisione senso di soddisfazione per la posizione lavorativa, l’autostima e le relazioni).
So che è una riflessione molto personale che potrebbe anche non essere capita e apprezzata, mi prendo il rischio, ma visto che ho condiviso la mia parola guida del 2020 mi pareva doveroso condividere anche i risultati dell’anno scorso sperando di replicare.
Buon anno a tutti!