Curiosità...

PERCHÉ LA MIMOSA...

La mimosa è un fiore all’apparenza delicato e fragile che in realtà è in grado di attecchire anche in terreni difficili. Gli Indiani d’America la offrivano alle loro donne come dichiarazione d’amore mentre la Massoneria l’aveva scelta come simbolo di forza unita a gentilezza.

Due donne italiane, attiviste dell’Unione delle donne in Italia, l’8 marzo del 1946 decidono di eleggerla fiore simbolo della festa dedicata alle donne.

LO SAPEVI CHE...

Ho letto che i fiori di mimosa possono essere messi a mecerare per ricavarne un oleolito dalle proprietà rigeneranti, antiossidanti e nutrienti per la pelle, in particolare quella non più giovane. Sicuramente avrete provato anche voi a fare un oleolito (magari senza sapere che di chiama così 😉); io ho fatto molte volte quello al peperoncino, al rosmarino e alla camomilla e magari faró una prova anche con i fiori di mimosa. Come si fa? È molto semplice. Basta mettere i fiorellini in un vasetto di vetro e poi coprire tutto con dell’olio di mandorle dolci, olio di riso e, in quantità minori, dell'olio e.v. oliva. Avvolegere poi il vasetto nella carta così da ripararlo dalla luce e metterlo a riposare per un mese al buio, girando la bottiglia di tanto in tanto. Trascorso il mese bisognerà filtrare (immagino occorrerà filtrare più volte per via dei fiori) e poi avremo un olio che spero profumerá di mimosa. 

Si conserva per sei mesi al riparo dalla luce e dal calore; magari per preservare gli oli dall'irrancidimento aggiungerò qualche goccia di tocoferolo (vit.E)...già perché non vi ho ancora raccontato di una mia passione per la produzione "home made"....presto vi farò vedere alcuni miei spignatti e magari anche voi inizierete ad autoprodurvi alcune cosine...spero di averti incuriosito 😊.

Ma torniamo all'oleolito... Attenzione, in questo caso non andrà usato sugli alimenti ma solo per la cura della pelle. 

Attenzione anche a non scaldarlo; gli oleolito sono spesso termolabili e quindi scaldandoli perdono le loro proprietà😉