Elisa ocomediavolosichiama

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Nessuna poesia. [parte I di III]

2020-06-14 15:00:45

Oggi nessuna poesia, oggi posso offrire solo una prosa disordinata e arrabbiata. Perché c'è una cosa più rischiosa di nascere nero, ed è nascere donna. C'è una cosa più sconvolgente che essere assassinati da un poliziotto, ed è essere assassinate dal nostro compagno, marito, padre dei nostri figli.

Sia ben chiaro:
questa non è una macabra competizione, una patetica gara a chi è più discriminato, se i neri o le donne ...


Anche perché altrimenti dovremmo aprire questa competizione a molti altri partecipanti, dai disabili agli ebrei, agli omosessuali, ai "diversi" e alle minoranze di ogni genere ...



Ma ho scritto che sono arrabbiata ...

Certo che lo sono. 


Ma sicuramente non sono arrabbiata con chi ha reagito, finalmente, alle violenze e ai soprusi subiti dalla popolazione di colore negli Stati Uniti per mano di forze dell'ordine che travisano e ledono la dignità del loro ruolo, ignorando quella che è la loro missione, la ragione della loro stessa istituzione, cioè "servire e proteggere", schierati sempre in difesa dei più deboli.



E sono felice del fatto che, finalmente, non sono solo i neri a reagire, ma "tutti gli uomini di buona volontà", chiamiamoli così, in ogni angolo del mondo.



Stiamo protestando ovunque ...


... anche dove la popolazione di colore non è particolarmente presente e dove la polizia ha caratteristiche decisamente diverse da quelle dei colleghi americani (a questo proposito cito con orgoglio il sit-in di qualche giorno fa nella mia Torino, ma potrei citare altre decine di ottimi esempi) 


... e anche in paesi dove un afroamericano forse non si è nemmeno mai visto, paesi che purtroppo non sono certo famosi per riconoscere e rispettare i diritti civili ...

(Murales realizzato a Karachi, Pakistan, 12 giugno 2020, raffigurante George Floyd)


Bene, finalmente, era ora!
Mi associo con tutte le mie forze:

E sono felice di vedere che la sacrosanta indignazione per il disprezzo della vita dell'afroamericano George Floyd, disprezzo che ha portato al suo omicidio per mano del poliziotto, si è trasformata in un movimento globale per denunciare i soprusi contro tutte le minoranze, neri e non solo.



Tra i vari slogan ne ho letto uno che ho trovato bellissmo, efficace, quanto mai attuale, e che condivido:

Ne sono felice, profondamente, perché finalmente sembriamo aver capito che le violenze e i soprusi sulle minoranze non sono un problema delle minoranze, ma di tutti, di tutto il genere umano, quindi ognuno, a modo suo, con le sue forze, deve impegnarsi per fare la sua parte.


Questa consapevolezza mi sembra un traguardo meraviglioso, importantissimo, e ne sono profondamente commossa, profondamente felice.



Ma allora .... Perché ho scritto che sono arrabbiata ...?


Per conoscere le ragioni di questa mia rabbia (e, almeno io lo spero, per accorgerti di condividerla) ti invito a leggere la seconda parte di questo articolo, la troverai domani pomeriggio qui sul mio canale.


Grazie mille per il tuo tempo e per la tua attenzione, a domani!