Elisa ocomediavolosichiama

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Le persone per bene sono sempre sicure di avere ragione.

2019-07-26 13:28:20

Pare che questa sia stata l' ultima frase pronunciata da Barbara Graham prima di morire.

Prima di morire giustiziata nella camera a gas nel penitenziario di St.Quentin, negli Stati Uniti, all' eta' di 31 anni.


Chi era Barbara Graham ? E perche' ne stiamo parlando ?


Barbara Graham fu coinvolta in una rapina che portò all' assassinio di un' anziana vedova e per questo fu accusata di omicidio, giudicata colpevole e condannata a morte negli Stati Uniti nel 1955.


Non ho scelto di parlare di lei per giudicarla di nuovo, chi era deputato a farlo lo ha gia' fatto.
Ho scelto di parlare di lei perche' la sua storia e le sue parole mi hanno fatta riflettere.



Il film

E non hanno fatto questo effetto solo a me, a quanto pare, dato che nel 1958, solo tre anni dopo la sua esecuzione, sulla sua vita e' stato prodotto un film: "I Want to Live !" (conosciuto in Italia come "Non voglio morire") nel quale venne interpretata da Susan Hayward che per quella interpretazione vinse l'Oscar come Migliore Attrice.
Nel film viene lasciato intendere che Barbara ("Bloody Babs", come venne soprannominata dalla stampa americana) potesse essere innocente, ma esaminando gli atti del processo, sembrerebbe invece emergere la sua colpevolezza.



Un po' della sua vita

Barbara Graham nacque a Oakland, in California, da una madre single adolescente che si guadagnava da vivere con la prostituzione.


Quando Barbara aveva due anni la madre, ancora teenager, fini' in riformatorio e la bambina venne cresciuta da estranei.

Sebbene intelligente, non frequento' a lungo la scuola. 

Una volta adolescente venne arrestata per vagabondaggio e rinchiusa nello stesso riformatorio dove era stata anche sua madre.


Rilasciata nel 1939 Barbara tento' di "rifarsi una vita", come si suol dire .... E per provare a farlo una ragazza in quegli anni poteva fare una cosa sola: sposarsi.

Barbara lo fece. E non una volta sola. Ebbe diversi mariti, diversi figli, diversi divorzi.


Dopo una serie di fallimenti dei suoi tentativi di formarsi una famiglia sua, non avendone mai avuta una d'origine, si ritrovo' sola. Era una donna giovane, molto bella, sensuale e disperata, e divenne una prostituta, come lo era stata sua madre.  Un' "gabbiano", come venivano chiamate le prostitute che si riversavano a frotte, come i gabbiani appunto, vicino alle basi navali e ai locali vicino al porto.

E un cerchio si chiuse.


"Siete mai stati disperati ?"

In questo contesto di vita sbandata e frequentazioni pericolose maturó il progetto della rapina in casa dell' anziana vedova che culminerà nell' omicidio di quest' ultima, la signora Mabel Monohan.


Durante il processo Barbara Graham pote' parlare in propria difesa e si rivolse alla giuria chiedendo loro: " Siete mai stati disperati ?"


Chissà ...

Forse una speranza c'e' sempre, forse in realta' non si e' mai davvero "senza speranza", "disperati", appunto ...  

Forse rimane sempre una possibilita', un' alternativa ... . 

Ma ci si puo' sentire disperati, ci si puo' convincere, un po' a torto, un po' a ragione, di non averla mai avuta una speranza. 

E allora si, si e' disperati, senza piu' nulla, nulla da perdere o da rimpiangere e nulla per cui sperare . (Ne' speranze, ne' nostalgie" scriveva Fernando Pessoa nel suo "Libro dell' inquietudine").


Con questo, lungi da me trovare una qualsiasi forma di giustificazione alla fine che ha fatto la povera signora Monohan, vittima innocente alla quale va il mio rispettoso, doveroso ricordo e il mio dolore per l' ingiustizia orrenda che ha subito. 

Nessuna disperazione giustifica l' omicidio di un' innocente indifesa.


Ma provo dolore anche per Barbara, perche' non e' sempre stata solo "Bloody Babs". 

Sento di comprendere la sua rabbia, mi sembra di sentirla urlare, ruggire, nascosta sotto le parole "Siete mai stati disperati ?". 

Quella domanda rivolta alla giuria non mi sembra una richiesta di aiuto ne' di perdono. 

Non mi sembrano le parole di chi cerca un' assoluzione, ma solo il desiderio di affermare la propria disperazione, non per farne un' attenuante, ma per esprimere un' emozione troppo a lungo soffocata, e alla fine esplosa nel modo piu' deleterio e rovinoso possbile, e coinvolgendo una vittima innocente.


Le brave persone sono sempre cosi' sicure di avere ragione.
(Good people are always so sure they're right).


Queste sono le parole che piu' mi hanno fatta riflettere, perche' le ho pensate spesso anche io. 

E a questo punto non so se io potrei far parte delle "brave persone" oppure no, anche se non ho mai ucciso nessuno. 

Barbara no, Barbara sicuramente non era una persona per bene, e lo sapeva. Lo sapeva, lo aveva imparato molto bene, fin dai primissimi anni della sua vita.


Secondo me spesso e' vero che "le brave persone", le persone per bene, quelle che stanno dalla parte giusta della via e della vita, quelle che hanno saputo "fare la cosa giusta" e tra il male e il bene sono riuscite a scegliere il bene, sono senpre certe della loro ragione.

E spesso ce l'hanno. Ma e' il fatto che ne siano cosi' sicure che a volte fa male. 


Le persone per bene hanno saputo fare le scelte giuste e di questo va dato loro merito. 

Ma essere"brave persone" non le rende infallibili, non le rende incapaci di commettere errori o di ferire altre persone, di fare del male. 

Proprio come fanno "i cattivi". Con la differenza che loro, i cattivi, lo sanno.


I vostri commenti e riflessioni saranno piu' che benvenuti, Camers.