Elisa Maiorano Driussi

Founder Executive

Ho visitato la NASA... e ho scoperto di aver bisogno del mio spazio

2019-07-11 11:29:32

Le cose belle arrivano sempre quando meno te l‘aspetti e senza averle programmate. Durante il nostro viaggio negli States sapevamo di avere due notti libere tra New Orleans e le Isole Keys (delle quali vi parlerò in un prossimo articolo) e che saremmo passati da Cape Canaveral...

e visto che con le ore di guida eravamo a buon punto, abbiamo deciso di trascorrere la notte lì e di andare a visitare il Kennedy Space Center l‘indomani.



Un primo commento a freddo: „WOW“


Da piccola ero una nerd (si, si... lo sono ancora un pochino e me ne vanto). Mi piaceva tutto ciò che riguardava l‘astronomia, lo spazio, i mondi inesplorati. Ricordo ancora che la bibliotecaria delle scuole medie si sorprendeva sempre dei libri che prendevo in prestito. Uno spesso era proprio su come funzionassero razzi ecc ecc.


Uno dei miei sogni allora era proprio quello di, un giorno, vedere con i miei occhi quei luoghi che avevano portato l‘uomo sulla Luna.


Ma siccome spesso i sogni si „prendono una pausa“, sono trascorsi anni... e finalmente, ora, quasi per caso, mi ci sono ritrovata.


A costo di dover arrivare alle Keys di notte, dobbiamo fermarci qui“.


Meno male che anche mio marito è fan di cose come queste, quindi ne ho potuto approfittare alla grande.


Non vi mostrerò tutto, prima di tutto perché purtroppo anche io non ho potuto vedere tutto ciò che quel luogo propone, e secondariamente ci vorrebbe un articolo troppo lungo. 


Mi limiterò a proporvi qualche foto, qualche video e qualche sensazione che ho provato.


Inoltre, il 20 luglio 2019 si festeggeranno i 50 dello sbarco dell‘uomo sulla luna, quindi quale occasione migliore per mostrarvi un po‘ di NASA?




Prima sensazione: „La NASA ti dona la speranza che tutto è possibile se lavori sodo, se continui a crederci e se hai gli strumenti necessari a disposizione“


Ti ricorda qualcosa questa prima sensazione? Pensaci e fammi sapere.

La prima cosa che abbiamo fatto arrivati lì, è stata prendere il bus per fare il giro di tutto lo Space center (devi sapere che si trova su una penisola, quella di Cape Canaveral appunto).


Durante questo tour (compreso nel prezzo del biglietto base) abbiamo potuto vedere i diversi pads di lancio (ossia le piattaforme di lancio di razzi e shuttle), dove vengono assemblati i mezzi spaziali, come vengono spostati, da dove si può assistere al lancio (quello è uno dei miei prossimi sogni, chissà... un giorno magari...) e la pista dove sono atterrati gli shuttle.



In questa foto ad esempio puoi vedere la piattaforma di lancio di alcune navicelle del programma Apollo e del lancio più recente: quello del razzo più potente esistente al momento di nome Falcon Heavy, che ha portato con sé anche la Tesla Roadster che ora sta vagando nello spazio con a bordo un manichino.



Durante il tour ci siamo fermati al padiglione dedicato alla ricostruzione del Saturn V, un razzo che ha dato il via al programma Apollo, ossia quello che ha portato l‘uomo sulla luna.


Appena si entra nel padiglione, si assiste ad una presentazione/film che riassume le tappe della storia dello sbarco sulla luna. Ragazzi, un plauso che va fatto agli americani è proprio quello di rendere tutto alla „Hollywood“.


Nel guardare il filmato mi sono commossa. Non solo per la musica epico/emozionale che si usa in questi casi, ma per la storia. 


Insomma, non è andato tutto liscio. L‘inizio del programma: dovevano „fargliela“ ai russi (parliamo del periodo della Guerra Fredda) perché erano stati i primi a portare un uomo nello spazio.


Hanno provato e riprovato. Tentativi di lancio falliti.


Addirittura, tre astronauti persero la vita durante un’esercitazione con l‘Apollo 1 ancora prima di partire a causa di un incendio.


I programmi di questo genere costano ai governi, ma Kennedy, che allora era in carica, aveva questo sogno, questo obiettivo. Non so dirvi se fosse a causa della Guerra Fredda oppure perché fosse un visionario, o forse per entrambi i motivi.


Ad ogni modo vi riporto qui uno spezzone del suo discorso, lo stesso discorso che mentre guardavo il filmato mi ha dato uno scossone: se Kennedy e tutti quei cervelloni sono riusciti, insieme, a portare l‘uomo sulla luna, perché io... tutti noi... non possiamo fare qualcosa per migliorare le nostre vite e quelle degli altri?


Abbiamo scelto di andare sulla Luna in questo decennio e di fare altre cose, non perché sono facili, ma perché sono difficili, perché quell'obiettivo servirà ad organizzare e misurare il meglio delle nostre energie e abilità, perché è una sfida che siamo disposti ad accettare, una sfida che non siamo disposti a rimandare e che abbiamo intenzione di vincere. [...] Ciò è in qualche misura un atto di fede e di visione poiché non sappiamo quali vantaggi ci attendano. [...] Ma lo spazio è la e noi lo scaleremo [...]“



Questa è la fontana all‘entrata dell‘area visitatori del Kennedy Space Center, con un‘altra massima di J. F. Kennedy.



Tornando alla visita, sempre al padiglione dedicato al Saturn V, abbiamo potuto assistere alla ricostruzione di un lancio. Ve lo mostro in questo video. Siete pronti?



Faccio partire il countdown... 3-2-1... Via con il video! Godetevelo tutto perché è veramente bello. Al momento della partenza del razzo, si sentivano tremare finestre e pavimento.



Dopo questo, si giunge in un altro grande padiglione dove si viene accolti dalla riproduzione fedele e 1:1 del Saturn V.



Vedete una parte del Saturn V alle mie spalle.


Inoltre, si trovano anche altre informazioni su come funziona un razzo, riproduzioni di alcuni moduli lunari e uno shop che, se sei nerd come me, è finita perché vorresti comprare di tutto.


Alla fine scappi, perché sai che devi tornare indietro per vedere altre cose, se no non hai abbastanza tempo.


Quindi riprendi il bus e torni alla base (qui ci sta proprio).



Seconda sensazione: „Ma è il vero shuttle?“ e rimani a bocca aperta quando lo chiedi ad una signora e ti dice „Certo! E sa perché ne sono sicura? Perché ci ho lavorato!“ e ti mostra le foto 


Comincio questo paragrafo con il farvi vedere un breve video. Eravamo nel padiglione dedicato all‘Atlantis, uno degli Shuttle costruiti. Anche qui all‘inizio ti mostrano un video/film di presentazione per spiegare come sono arrivati a fare ciò che hanno fatto e poi, sempre molto all‘americana con musica epica (mi dispiace ma io adoro queste cose!), svelano ciò che vi è al di là dello schermo.



Insomma, ragazzi, quando si alza il sipario la domanda che ti poni è: „ma sto veramente guardando da vicino un veicolo che è stato nello spazio?“. E quando ti senti dire: „Sì, questo è il vero Space shuttle perché ci ho lavorato, vieni ti mostro le foto...“, bé, l‘emozione è indescrivibile.


Ciò che hai davanti è stato nello spazio! 


Il muso dell‘Atlantis, uno degli Space shuttle costruiti per questo programma andato in pensione nel 2011.


Non mi dilungo molto nelle caratteristiche tecniche perché non sono molto ferrata e non vorrei darvi false informazioni che potete trovare online descritte sicuramente in modo più preciso.



Terza sensazione: „Ma perché non ho fatto l‘astronauta?“


Ti giuro che questa domanda te la poni prima o poi se vai a visitare il Kennedy Space Center. 


Uscendo dall‘area visitatori mi sono sentita sicuramente più arricchita, molto entusiasta, con nuova energia e con molta speranza. Insomma, ho visto i luoghi dove persone visionarie hanno lavorato a lungo, con determinazione e costanza per portare l‘uomo sulla luna! 


Mi sono però anche sentita piccola piccola. Questo perché quando vedi ciò che l‘uomo può fare, collaborando e avendo una visione comune, ti rendi conto di quanto tu possa fare „di più“ per rendere la tua vita e quella degli altri anche solo un po‘ migliore.


Ci ho messo un po‘ di tempo per concepire e scrivere questo articolo, infatti se vai a vedere è qualche giorno che non pubblico. Questo perché visitare un posto come la NASA può avere delle conseguenze che ti cambiano la vita. E non sto esagerando.


E ora sono qui, in uno di quei negozi/caffetteria/pasticceria di Marathon, Isole Keys in Florida, cercando di trasmettervi ciò che ho provato e sperando che vi possa giungere anche solo un po‘ di quella speranza che questa visita ha donato a me.


Qualsiasi cosa stia accadendo nella vostra vita.



Un abbraccio... spaziale!