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STORIA D'ITALIA

2020-11-19 13:29:08

Interessante articolo per affrontare la battaglia di Gerusalemme e quella di Masada, due delle più iconiche nello scenario romano.

LA GUERRA CONTRO I GIUDEI


Sin da Pompeo Roma ebbe qualche problema coi Giudei in quanto entrarono in un conflitto locale per stabilizzare la zona.

Il Re Erode, un re filoromano in accordo con Roma, rende di fatto la Giudea territorio romano e ne accetta l'amministrazione e la legislazione.

Tuttavia gli amministratori romani non riuscirono a legare molto con la popolazione né tanto meno con gli aristocratici, rendendo di fatto questa zona perennemente problematica.

La prima rivolta avvenne sotto Gessio Floro che decise di sopprimerla nel sangue, facendo allargare l'insurrezione a tutta la provincia.

Questo non dilagherà in uno scontro armato ma in una lunga guerriglia che sfiancherà molto le legioni nonostante la guida di Vespasiano e Tito, mandati lì da Nerone nel 66.

Con la presa di potere di Vespasiano, Tito venne mandato con 4 legioni e molti ausiliari per attaccare direttamente Gerusalemme, cuore dei ribelli.


GERUSALEMME


La città era circondata da una serie di valli (di Giosafat a Nord-est, dei Cedri a sud-est, di Hinnom e di Gihon a Sud e a Sud-Ovest) che permettevano un costante afflusso di acqua, fattore importante per i futuri assediati.

L'interno invece era suddiviso nella zona del Tempio ad Est che era sacro per gli Ebrei e protetto da altissime mura come la Fortezza Antonia; abbiamo la zona aristocratica a Ovest e la zona del popolo a Sud/Sud-Est.

La zona nuova, o seconda città, sarà costruita a Nord e protetta anch'essa da una cinta di mura.

Oltre ad essa troviamo la città nuova, una ennesima crescita cittadina e protetta da poderose mura e piena di porte che permettevano agli assediati di poter contrattaccare.

Per questo era considerata una città imprendibile per l'epoca.



LA BATTAGLIA 


Siamo nel 70 e Tito si stava avviando in una campagna che darà lustro al suo talento e che porterà Gerusalemme ad essere distrutta.

Nella prima fase c'è un movimento di accerchiamento della città con la XII e XV legione provenienti dalla Samaria, con la X legione in avvicinamento da Jericho e con la V in arrivo Emmaus.

Il primo ad arrivare fu lo stesso Tito che decise di tagliare i tempi ed iniziare una prima esplorazione della zona subito sotto le mura cittadine ma venendo sorpreso da un attacco dei giudei, rischiando la vita in quanto separato dal resto del suo piccolo gruppo di ricognizione.

Lo stesso si metterà alla guida di una carica di cavalleria per ricompattare i suoi uomini e per respingere in città i ribelli, permettendo il disimpegno ad alcuni reparti in difficoltà.

Anche ad Est la situazione non era rosea in quanto i giudei attaccarono le legioni romane impegnati nella costruzione del Castrum e prendendoli di sorpresa.

Lo scontro verrà deciso dalla disciplina militare e dalla cavalleria di Tito che obbligherà il gruppo di giudei a ritirarsi.

Per evitare ulteriori problematiche, il Castrum verrà costantemente difeso da reparti in assetto da guerra.


Tito, dopo aver concluso la sua pianificazione, decise di attaccare le mura ad Ovest con un vasto attacco.


Iniziò un'opera di costruzione di terrapieni e di arieti, difesi da arcieri romani mentre le legioni erano poste un po' più in dietro per evitare che fossero bersagliate dai nemici.

Anche qui però un contrattacco ribelle asserragliò i fianchi di questa prima linea, mettendo in grave pericolo la realizzazione delle rampe.

Nonostante tutto i Romani riuscirono a sfondare la linea, entrando a Gerusalemme nella città nuova, quella più a Nord e costruendoci un castrum.


Con il secondo step vediamo un ennesimo assedio, questa volta alla seconda città, praticamente una zona cuscinetto a ridosso della città antica.

I Romani non ebbero problemi a sfondare le mura ma la guerriglia costrinse i reparti alla ritirata ed addirittura a difendersi per evitare di essere esclusi dal loro nuovo accampamento.

Il secondo attacco sarà più mirato alla distruzione delle mura e delle case per evitare ulteriori problemi costringendo i Giudei a "sacrificare" la zona per ritirarsi nella città antica.


Il terzo passo di Tito sarà quello di pianificare uno stratagemma per attaccare le possenti mura del tempio e della città antica, facendo dividere le sue forze in due parti.

La prima era indirizzata ad assediare le mura cittadine che proteggevano le case degli aristocratici mentre Tito puntò le mura del Tempio, con l'obbligo di prendere la Fortezza Antonia, ultimo baluardo della cinta muraria della seconda città.


L'assedio della Fortezza metterà alla prova tutto l'ingegno militare romano con l'applicazione di tutte le tecniche d'assedio da loro conosciute mentre i Giudei decisero di scavare dei tunnel per intaccare la stabilità delle rampe da loro costruite.

Questo porterà un primo momento di difficoltà per Tito che vedrà distruggersi molte sue torri, costringendolo ad un momentaneo stallo.

Anche il secondo fronte non era molto diverso con lo stesso generale obbligato a scendere in campo con la sua cavalleria per sfondare il fonte nemico che stava contrattaccando la sua legione.

Seppur salva, la legione perderà quasi tutte le armi d'assedio.


Messo alle strette, Tito cambiò piano e decise di tagliare le linee di approvvigionamento facendo costruire una muraglia lunga 8 km in tre giorni, portando i Giudei a patire la fame e la sete.

Inoltre il muro esterno della F.Antonia cederà su se stessa in quanto il tunnel ne aveva indebolito la stabilità, facendo aprire un varco ai romani.

Dopo un primo attacco, neutralizzato, ne avverrà uno notturno dove vediamo dei Giudei travestiti da legionari che portavano confusione nei reparti, facendo fallire anche questo tentativo.


Le battaglie del Tempio saranno molto lunghe e complesse ma che vedranno i Romani a compiere una serie di penetrazioni sulle mura, con tanto di trappole mortali.

Con la loro insistenza però i legionari riusciranno a sfondare ma lo scenario era a favore dei nemici che iniziavano a mietere numerose vittime.

Ancora in difficoltà, sarà lo stesso Tito con la sua cavalleria a sfondare la linea nemica, schiacciandoli con le spalle al muro.

Sarà durante questo scontro che il Tempio di Gerusalemme prese fuoco e venne distrutto, cosa che influenzerà moltissimo la storia sia dei Giudei sia dei Cristiani.

La caduta del luogo sacro sarà inoltre la fine della grande resistenza con i Romani ormai alle porte della città antica.

Il seguente attacco romano sarà volontariamente distruttivo, facendo massacro degli ultimi ribelli e facendo razzia.

Con la caduta della zona aristocratica abbiamo la presa del palazzo di Erode e la distruzione della città dopo 3 mesi di assedio.


Ovviamente la distruzione di Gerusalemme e del Tempio segneranno per sempre queste terre che, nonostante ciò, daranno ancora filo da torcere ai romani.


MASADA


Come detto la caduta di Gerusalemme non fu la fine della resistenza ai romani.

Siamo ora nel 73 con ormai la guerra tra Romani e Giudei verso la conclusione ma non tutte le sette giudaiche ne erano contente.

Una di queste era la setta dei Sicarii guidati da Eleazar Ben Yair che decise di arroccarsi a Masada, una fortezza enorme e imprendibile per la sua posizione strategica.

Inoltre non aveva problemi di rifornimenti in quanto Erode aveva fatto costruire una serie di cisterne d'acqua e dei depositi di armi e cibo, fornendo una buona situazione ai Sicarii.

Gli unici ingressi alla fortezza erano un ingresso ad est tramite un sentiero scosceso mentre l'altra era situata ad ovest ma difesa da un enorme torre difensiva.


Il piano era quella di avvicinamento e di osservazione con la ricerca di un punto d'attacco differente da quelli protetti.



Per fare ciò iniziarono la costruzione di un terrapieno per poter fare un percorso percorribile, utilizzando i pochi attrezzi a loro disposizione. 

L'ingegneria romana concepì così uno dei più grandi piani d'assedio, permettendo l'utilizzo delle temibili armi romane.

Nonostante i disturbi avversari, i romani riuscirono a bucare la linea difensiva e iniziarono ad appiccare il fuoco alla città per risparmiare tempo in quanto gli ebrei sicarii opposero una grande resistenza.


Ormai sconfitti dai Romani, la setta dei Sicarii decisero di applicare un suicidio di massa per evitare di cadere nelle mani nemiche.