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STORIA D'ITALIA

2020-10-18 22:15:05

Articolo dove affronteremo la tragica fine di Pompeo e della ascesa di Cesare al potere "assoluto".

LA FINE DI POMPEO

Raffigurazione di Cesare e Cleopatra durante il periodo in terra africana.

Sconfitto da Cesare in Grecia, Pompeo ormai aveva perso molto terreno e fama ma non per questo egli era un avversario da sottovalutare.

La sua fuga lo portò in Egitto, in una terra in momentanea instabilità dovuta a questioni dinastiche.

Infatti le dune egiziane erano spettatrici della lotta tra Tolomeo XIII e Cleopatra, entrambi in cerca del trono lasciato dal defunto Tolomeo XII Aulete.

Già in orbita romana prima delle vicende di Cesare e Pompeo, la sua importanza crebbe con la guerra civile.

Al tempo della conquista della Gallia, Cesare volle sostenere sia politicamente sia economicamente Tolomeo XII per avere un buon alleato in Oriente.

In questo caso però Cesare era arrivato non per chiedere aiuto ma per ricevere nelle sue mani il suo nemico Pompeo.

Quando ad ottobre del 48 egli sbarcò con 2000 legionari ad Alessandria, andò in contro alla spiacevole notizia e ricevette la testa come simbolo di fedeltà.

La notizia lo sconvolse e decise di rimanere in terra africana fino al giugno del 47.

Dietro alle quinte però un consigliere, Potino, riuscì a sfruttare la situazione per aizzare contro i romani una ribellione.

Quando Cesare decise di riscuotere i debiti, Potino fece svuotare le casse dei templi e creando una situazione ostile al generale.

Seppur di età imperiale, essa venne eretta sul luogo di sepoltura del Generale Pompeo Magno, acerrimo nemico di Cesare. 

Per risolvere la questione della successione, egli riuscì a convocare i due fratelli per giungere ad una convivenza tra i due.

Potino però portò avanti un suo piano e puntò a prendere il potere con un colpo di Stato avendo la fedeltà dei soldati, portando ad assediare Cesare ad Alessandria per mesi, mettendo le forze romane in uno scenario durissimo e drammatico, culminato con l'incendio della biblioteca.

Il blocco venne rotto solo con l'arrivo dei rinforzi via mare.


Il tempo perso tra la ribellione e la sua convivenza con Cleopatra, da cui nascerà anche un figlio, però indeboliranno la sua figura a Roma, facendo nascere le prime opposizioni al suo potere dittatoriale.

A questo si aggiunse l'espansione di Farnace, Re del Ponto, e le nuove sacche pompeiane in territori repubblicani.


Cartina per facilitare la geolocalizzazione del Regno del Ponto, seppur raffigurante la situazione post-vittoria di Pompeo su Mitridate.

La prima minaccia venne debellata con qualche difficoltà ma portando ad un trionfo duraturo per la figura del generale mentre la seconda questione era di una complessità maggiore.

In Africa il nuovo leader dei pompeiani era Metello Scipione che contava su ben 10 legioni e sul supporto del regno di Giuba.

Cesare fece tappa nell'Urbe per risolvere delle questioni delicate.

Per riappropriarsi della fiducia della popolazione egli dovette allontanare Marco Antonio dai suoi incarichi e deporre i suoi poteri speciali, ponendo nuove elezioni per i magistrati nel 46.

Questo avrebbe stabilizzato la Repubblica e conferito al Senato una legale legittimazione.


Sulle coste africane però Cesare si giocava tutto e per questo nel 47 decise di prepara l'esercito.

Non potendo smuovere le legioni da punti nevralgici, egli poteva contare solo su 6 legioni.

Fin da subito egli puntò molto sulla propaganda contro Giuba e, con moltissimi stratagemmi, riuscì a minare le fondamenta della sua opposizione.

Se Pompeo non fosse stato tradito...


Con la morte di Pompeo si può affermare che venne meno un potente nemico di Cesare nonché fulcro della opposizione al suo potere.

Egli giunse in Egitto fiducioso dei suoi rapporti con il mondo orientale e dando per certo che si sarebbe potuto riorganizzare sia politicamente sia militarmente.

Infatti, quelle forze in Nord Africa, erano ancora molto forti e sarebbero state una valida base per attaccare l'Italia (instabile dal punto di vista politico e sotto la sola tutela di Marco Antonio, la quale veniva comandata con il terrore).

La eventuale ripresa dell'Italia, o semplicemente il costringere Cesare al ritorno nella penisola, avrebbe permesso a Pompeo di liberare le terre orientali dalla oppressione nemica, portando nuovi uomini nelle fila di Pompeo.

L'apertura del fronte spagnolo accompagnata dalla insurrezione delle aree greche e da un attacco dall'Africa, avrebbe sicuramente messo Cesare in una situazione molto difficile, con un diffuso malcontento nei suoi confronti.

Forse Pompeo avrebbe perso nuovamente ma forse, questo differente scenario, avrebbe potuto favorire il suo schieramento e condurlo in una trionfale risalita fino a Roma dove sarebbe stato sicuramente accolto da salvatore contro il despotismo di M.Antonio.

TAPSO

La location dello scontro è la città di Tapso, in Tunisia, e si tratta di un assedio classico, con l'obiettivo di uno scontro risolutivo.

L'organizzazione militare pompeiana era basata sulle figure di Metello Scipione e Tito Labieno, ex braccio destro di Cesare in Gallia, con il prezioso supporto anche del Re della Mauretania, Giuba I.

Questi decisero di schierarsi con le dieci legioni al comando di Metello e assistite da reparti di cavalleria e di pachidermi.

Cesare rispose con le sue legioni di veterani al centro mentre sui lati assembrava reparti di arcieri, seguiti da ranghi di cavalleria mentre lui stesso si dispose sul lato destro dello suo schieramento per controllare i reparti più forti ed avere una visione totale sullo scontro.

Questo ennesimo conflitto tra romani verrà iniziato dalla pioggia di frecce indirizzate agli elefanti nemici per abbatterli e per indebolire le ali avversarie.

Tuttavia questo non comportò alcun danno e porterà gli elefanti ad attaccare la V legione di Cesare, la quale verrà decimata ma non cederà.


Metello sfrutterà questo episodio per ordinare un assalto su tutta la linea, costringendo all'angolo il suo nemico e facendo traballare la sua formazione.

Cesare, per evitare la sconfitta, dovette ingegnarsi qualcosa per ribaltare la situazione e sfruttò i suoi trombettieri per impaurire gli elefanti.

Impazziti, essi inizieranno a caricare i ranghi di Metello e facendone gravi danni.

I soldati di Cesare presero di nuovo terreno e costrinsero la linea avversaria ad arretrare mentre la cavalleria venne mandata ad assaltare il castrum nemico.

Questo causerà la diserzione di Giuba I che tornerà in patria con i suoi uomini, lasciando sul campo solo i residui delle forze pompeiane.

Nonostante la grande clemenza di Cesare, questa volta i 10000 uomini lasciati lì vennero fatti massacrare.

Questa vittoria permetterà al Generale di liberare il Nord Africa e di affrontare Catone ad Utica, il quale preferì suicidarsi piuttosto che farsi catturare.

CONSEGUENZE

Ormai la Repubblica romana era letteralmente in mano sua e, seppur dovette di nuovo confrontarsi nella battaglia di Munda nel 45, si può dire che questa fu la sua ultima battaglia importante.

Con il rientro a Roma nel 49, abbiamo anche un confuso e affrettato progetto politico per legalizzare la sua dittatura.

Egli coprirà il ruolo di console per tre anni di fila(46-45-44), quello di dittatore nel 48 e giungendo nel 44 con la carica di dittatore perpetuo, con le prerogative di poter fare la guerra e la pace, con la possibilità di raccomandare suoi candidati nelle magistrature e l'accumulo di potere personale.

Nella cartina viene rappresentato il lungo viaggio di Cesare durante la guerra civile che travolse la Repubblica.

Come si può notare, è incredibile come in pochi anni l'assetto geopolitico sia cambiato e di come i limes romani si spostarono verso nuovi orizzonti.

Oltre alla grande regione gallica, le varie legioni sparse per il Mediterraneo ebbero anche il ruolo di mantenere la stabilità nelle regioni esterne in assenza di un polo politico poi coperto dallo stesso Cesare fino al 44.

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