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LA RINASCITA GRECA

2020-03-29 23:30:22

Articolo incentrato sulla indipendenza greca e sul periodo precendente alla Prima Guerra Mondiale.

L'INDIPENDENZA GRECA

LE PRIME FASI

Da quando cadde sotto influenza ottomana, la Grecia diventò teatro di numerose rivolte che tuttavia vennero nel sangue. 

Seppur con l’insofferenza religiosa e politica, il Paese si era comunque integrato con successo nel sistema imperiale turco, fornendo amministratori e soldati alla corte del potente Sultano.

La situazione mutò verso la fine del XVIII secolo quando le vittorie militari della Russia nel Mar Nero e la riscoperta della tradizionale cultura greca riportarono alla luce il sentimento nazionale.


Sono importanti da citare anche le organizzazioni segrete come la Filiki Eteria (o Società degli Amici) che mirano a liberare la Grecia e a trasformarla in uno Stato indipendente. 

Dopo anni di propaganda e attività clandestine, la Filiki Eteria lancia infine una vera e propria insurrezione popolare nel marzo 1821. 

La reazione ottomana sarà durissima e molto cruenta, per esempio i fatti più sanguinosi ebbero luogo a Chio, nel 1822, quando la popolazione fu sterminata, ed a Costantinopoli, con il famoso massacro; ma la rivolta ottenne diversi successi militari, grazie soprattutto al generale Theodoros Kolokotronis.

Nonostante l'obiettivo comune però il movimento nazionalista ebbe divisioni interne che indebolirono la fazione greca, favorendo la reazione turca che, grazie al supporto delle armate egiziane guidate da Muhammad Ali, tornò all'attacco.

Sbarcati nel Peloponneso nel 1825, i soldati di Ali sconfissero gli insorti e rioccuparono in buona parte la Grecia meridionale e centrale.

L'INTERESSE DELLE ALTRE NAZIONI

Ciò che realmente salvò la situazione greca è l'interessamento internazionale che portò decine di europei occidentali, ispirati dal Romanticismo, a recarsi nel Paese per combattere contro i turchi. Le potenze egemoni  come Gran Bretagna, Francia e Russia invece cercarono di mediare per garantire un certo livello di autonomia al Paese ellenico, seppur limitato e non lesivo della stabilità dell’Impero Ottomano.

La situazione cambiò radicalmente nell’ottobre 1827 quando, dopo una breve trattativa fallita, una flotta franco-russo-britannica distrusse quella ottomana nella baia di Navarino.

Questo permise, nell’agosto 1828, ad un corpo di spedizione francese di sbarcare nel Peloponneso, costringendo al ritiro le forze di Muhammad Ali ed occupando la Morea.

Il Governo ottomano, ormai accerchiato sia militarmente sia diplomaticamente dalle forze europee, accetta l’indipendenza della Grecia ma contesta i confini del nuovo Stato, rifiutando di cedere il controllo di Creta e Samo.

Il conflitto russo-turco terminò il 14 settembre 1829 e avvenne la sottoscrizione della Pace di Adrianopoli, fra i due Imperi.

Questo accordo (che producevano un significativo aumento dell'influenza russa sui Balcani), obbligava l'accettazione, da parte della Porta, di "liberare" la Grecia, la quale avrebbe dovuto essere organizzata sull'esempio della Valacchia.


A livello politico, fin dal 1827, i rivoluzionari si erano dati un ordinamento repubblicano interno, simile a quello delle poleis di secoli prima.

La grande novità era rappresentata dalla unità politica della Grecia, riuscendo a far prevalere la volontà di unità nazionale piuttosto che quella frammentazione in poteri locali.

Dai primi passi, la presidenza era assegnata a Giovanni Capodistria, veneziano ma completamente avvolto dalla situazione greco; ma la sua politica autoritaria e filorussa era malvista dopo l'indipendenza  e perciò venne assassinato (1831).

L'episodio fu il pretesto colto dalle potenze protettrici per ingerirsi nella politica greca ed imporre la monarchia.

LE CONSEGUENZA DELLA CONFERENZA DI LONDRA

La famosa conferenza di Londra del febbraio 1830 ufficializzò la nascita della Grecia a livello internazionale. 

Ovviamente non è da intendere che il neo Stato assomigli a quello attuale ma fu limitato alla zona dell'Attica,del Peloponneso, della Eubea, delle Cicladi e delle Sporadi settentrionali; mentre il sovrano del nuovo Paese fu il principe tedesco Otto di Wittelsbach.

I greci non smetteranno mai di rivendicare i confini “storici” della propria nazione ed otterranno: la Tessaglia (1881) e Creta, Macedonia ed Epiro con le guerre balcaniche del 1912.

Nel 1947 la colonia italiana del Dodecaneso passerà al governo greco, completandone la Nazione.


Il primo passo fu quello di spostare la capitale ad Atene, simbolo per tutto il popolo greco e patrimonio culturale.

La situazione però fu paradossalmente peggiore per i greci che, seppur indipendenti, dovettero malsupportare la presenza di un Re straniero.

Oltre alla questione religiosa/culturale, dobbiamo sicuramente prendere in considerazione il problema economico del Paese.

Le grandi banche europee, come i Rothschild, ebbero grande impatto sui prestiti per avviare una efficiente macchina industriale in Grecia.

Le grandi fortune investite però portarono il Re a tassare molto pesantemente i cittadini che, tranne in alcuni casi, non potevano vivere una dignitosa vita.

Questo malcontento scaturì nel 1862 nella famosa defenestrazione del Re, il quale scappò dalla Grecia grazie all'aiuto inglese.

Nonostante tutto le grandi potenze lo sostituirono con Giorgio I, un ennesimo regnante straniero non voluto dal popolo.

LE GUERRE BALCANICHE

Le guerre balcaniche furono due guerre combattute nella zona dei Balcani tra il 1912 e il 1913.

Troviamo la Lega Balcanica contro il Sultanato Ottomanoche controllava all'epoca la Macedonia e gran parte della Tracia.

Le promesse disattese ed i malumori furono causati dal mancato completamento del processo di emancipazione delle terre balcaniche da quel che rimaneva dell'Impero Ottomano durante il XIX secolo.

Questi tre stati, insieme al Montenegro, nutrivano mire espansionistiche verso quei territori, ancora sotto il dominio ottomano, noti con il nome di "Rumelia" e che comprendevano la Rumelia orientale, la Macedonia e la Tracia. 

Nonostante si cercasse di mantenere un equilibrio politico tra le forze mussulmane e quelle cristiane, l'Austria-Ungheria approfittò dell'instabilità politica dell'Impero Ottomano per annettersi la provincia della Bosnia ed Erzegovina e la Bulgaria si proclamò un regno completamente.

Desiderosi di riprendersi le terre, anche i Greci procedettero con l'annessione dell'isola di Creta.


I Bulgari invece, dopo aver stretto una alleanza con la Russia nel 1909, desideravano annettere i territori ottomani della Tracia e della Macedonia. 

Lo scossone finale che indebolì ulteriormente la potenza ottomana avvenne nel 1911 con la presa della Tripolitania da parte del Regno d'Italia.


LA PRIMA GUERRA BALCANICA


Il pretesto per scatenare la guerra fu una strage turca in Macedonia che provocò un movimento popolare in Bulgaria, sostenuto dal governo.

Le truppe bulgare occupavano territori della Tracia mentre le truppe serbe e greche occupavano quasi tutta la Macedonia.

Dopo una piccola tregua, ricominciò la guerra: gli alleati entrarono ad Adrianopoli, le truppe greche occuparono Giannina, le truppe montenegrine occuparono Scutari.

Nel maggio 1913 si arrivò ad un accordo di pace a Londra che dava Adrianopoli alla Bulgaria, mentre alla Serbia per compensarla del mancato sbocco sull'Adriatico gli fu data parte della Macedonia.

L'accordo vedeva tutti insoddisfatti ma gli stati balcanici si dovettero accontentare alle pressioni delle grandi potenze.


LA SECONDA GUERRA BALCANICA


Nel giugno 1913 la Bulgaria attaccò la Serbia dando inizio alla seconda guerra balcanica.

Serbi, greci e montenegrini si coalizzarono contro la Bulgaria e la Romania ne approfittò occupando un suo territorio (la Dobrugia).

La Bulgaria fu sconfitta nel giro di un mese mentre ad agosto il trattato di pace vide la spartizione della Macedonia tra Serbia e Grecia, mentre alla Romania andò la Nuova Dobrugia.

Adrianopoli e gran parte della Tracia tornarono alla Turchia.