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Il Giappone Medioevale

2019-06-20 14:20:20

In questo articolo potrete trovare le gesta di Takeda Shingen e del suo piano per eliminare Tokugawa Ieyasu.

IL GIAPPONE MEDIOEVALE 

EPOCA SENGOKU (PARTE 3)

LA TIGRE DEL KAI


Il clan Takeda, guidato dal daimyo Shingen (1521-1573), era diventato potente e temuto.

Aveva, oltre la provincia del Kai, possedimenti della provincia di Shinano, del Kozuke, Suruga, Totomi e Hida.

Questo aveva fatto di Shingen, l'uomo più pericoloso del Giappone e in contrapposizione con Oda Nobunaga.

I due guidavano due clan che erano naturalmente antagonisti tra loro, a causa delle politiche espansionistiche del passato.

Abile sia militarmente sia diplomaticamente, era consapevole dei mezzi suoi e dei suoi nemici.

Così mantenne in piedi una pace fittizia coi Nobunaga e cercò alleati per danneggiarli.

Il primo confronto lo abbiamo con la guerra del 1570.

Oda e Ieyasu erano impegnati nella guerra contro gli Asai e gli Asakura.

Questi avevano però cercato alleati ed avevano stretto amicizia con delle sette religiose.

Allora Takeda scese in campo alleandosi con questo corposo gruppo ma i suoi piani furono frenati dalla contromossa di Oda.

Egli infatti cercò aiuto da Uesugi Kenshin, anch'essi abile guerriero e leader.

Per evitare il peggio, Oda cercò di interrompere le linee di rifornimento.

Abile mossa che, nel 1571, costrinse gli Asai e gli Asakura ad abbandonare la setta Tendai.

Oda cercò di essere ragionevole, cercando un patto per tenerli lontani dal campo di battaglia.

Tuttavia essi rifiutarono e rimasero ostili.

Abbandonati dagli alleati, essi dovettero fare i conti con Oda in persona.

Alla marcia di 30.000 uomini marciò sul monte sacro e distrusse tutto, dando ordine di uccidere tutti.

Il Komponchudo (tempio centrale della setta) venne distrutto e da allora, i superstiti, non diedero più problemi.

Oda non ci andò molto leggero e le sue azioni vennero ampliamene condannate dagli stessi generali, dall'imperatore e dallo shogun.

In questo distretto, nel 1571, lasciò Akechi Mitsuhide, suo fidato generale.

I problemi di Tokugawa


Sul fronte Tokugawa, la situazione era difficile.

Senza supporto di Oda, Ieyasu dovette affrontare l'offensiva Takeda.

25.000 uomini alla guida di Shingen espugnarono i “setti castelli di Asuke” portando l'esercito nemico alla ritirata.

Ieyasu allora si dovette rinchiudere nel castello di Yoshida.

Takeda sapeva che l'occasione era favorevole ma, la possibilità di farsi sorprendere dagli uomini di Oda, portò alla ritirata strategica.


Nel 1572, Shingen sfruttò l'inverno per una nuova offensiva contro i Tokugawa.

Alla testa di 20.000 uomini penetrò nei territori nemici e conquisto molti castelli.

L'obiettivo era quello di liberare la via verso Kyoto e di circondare Ieyasu a Hamamatsu.


La prospettiva era delle più tetre e neppure i generali di Oda avevano consigliato alcuna tattica, al di fuori di resistere nel castello ad un eventuale assedio.

Tokugawa rifiutò e si diresse vicino al fiume Magomegawa alla testa di 11.000 uomini.

La formazione scelta fu quella al “ala di gru”, dove il centro avrebbe resistito alla offensiva nemica e le ali avrebbero circondato il nemico dai lati.

Tattica simile a quella di Annibale a Canne.

Shingen arrivò e mise il suo esercito a “squama di pesce”, sintomo di un atteggiamento timoroso.


L'attaccò partì da Tokugawa che diede ordine agli archibugi di sparare.

A risposta, Takeda cercò di sfondare il lato nemico ma la cavalleria venne respinta e si ritirò.

Allora Takeda, la cui forza era nella cavalleria, cercarono ancora di sfondare sul lato sinistro.

Anche questa volta, la formazione resistette e i Takeda persero molti uomini.

Sul fianco destro però la situazione era opposta.

Il contingente mandato da Oda venne spazzato via dall'attacco di Baba Nobuharu.

Questo diede la possibilità di far scambiare alcuni battaglioni Takeda per farli riposare.

Il fianco destro ora era scoperto e Ieyasu fece stringere Sakai Tadatsugu al corpo centrale.

Shingen capì e sfuttò l'occasione per spezzare la formazione nemica.

Dopo aver destabilizzato ancora il fianco destro, diede ordine ad un assalto generale.

La linea dei Tokugawa venne spezzata.


Il 30 gennaio sembrava essere la fine ma Tokugawa tentò il tutto per tutto.

Con un corpo di uomini scelti, parti all'assalto dei nemici per raggiungere Mizuno Masahige.

Intervenne allora Natsume Jiroemon Masayoshi, capitano della guarnigione di Hamamatsu.

Appena arrivò sul luogo della battaglia, capì la situazione e soccorse Ieyasu.

Seppur controvoglia, egli venne portato in salvo mentre Natsume attirò i nemici su di sé.




Curiosità

NATSUME è ricordato ancora oggi per il suo comportamento nei confronti del suo padrone.

Infatti ha ricevuto una statua in suo onore, cosa che non è comune tra i semplici samurai.




In figura un ritratto di Hattori Hanzo, famosa spia.



L'ASTUZIA DI IEYASU


Appena arrivato al castello, diede ordine di accendere grandi fuochi e di lasciare il portone aperto.

In questa maniera le truppe disperse sapevano dove tornare e i nemici sarebbero stati intimoriti.

Lo stratagemma funzionò e i Takeda si accamparono a Saigadake.

Hattori Hanzo, Okubo Tayado e Amano Yasukage, alla testa di 100 fanti e 16 archibugi, entrarono nell'accampamento dell'avanguardia nemica.

Qui generarono il caos, portando alla ritirata del contingente nemico.

Non sapendo se forzare il passo o tentare l'assedio, Shingen decise di ritrarsi.

La sconfitta era pesante ma Tokugawa aveva il controllo su molti castelli importanti nella sua provincia.


LA MORTE DELLA TIGRE


La situazione era veramente favorevole a Shingen e egli stesso voleva accelerare il passo per arrivare al potere dello shogun.

Dopo aver diplomaticamente dichiarato guerra a Oda, riprese le operazioni a ridosso del Mikawa orientale.

Secondo la leggenda, egli era a Noda ad assediare una fortezza nemica.

Il capitano decise però di non arrendersi e venne messo sotto assedio.

Dopo aver deviato il fiume, cercò di prendere la fortezza aspettando che i nemici morissero di sete.

Tuttavia questi iniziarono a bere liquori per continuare ad andare avanti.

Ormai giunti alla resa, Shingen si avvicinò per celebrare l'ennesima vittoria.

Avvicinatosi al bastione, udì un dolce suono di flauto che lo incuriosì.

Allontanatosi dalla sua guardia però un nemico lo prese di mira, ferendolo alla testa.

In realtà, anche se questa storia è presente solo nei registri dei Tokugawa, non si pensa sia vera.

Si opta per l'idea di morte da malattia, in quanto 4 mesi dopo Noda, egli morì.

Alla sua morte, nel maggio del 1572, molti capirono che si era perso un uomo importante e, il suo acerrimo nemico, Uesugi Kenshin addirittura pianse.

Oda capì il vantaggio e decise di andare a Kyoto.

Lo shogun, intimorito dalla sua avanzata, decise di chiedere ancora aiuto alla vecchia alleanza di monaci-Asai-Asakura.

Oda giocò in anticipo e, mentre lo shogun fuggiva  in una fortezza sul fiume Uji, sconfisse i monaci di Ishiyama Honganji.

Subito dopo assedio e prese in ostaggio lo shogun.

Le trattative furono abbastanza forzate e il potere shogunale venne ridotto.

Egli tenette il titolo ma non l'ufficio.

Dovette girovagare nel Giappone feudale senza meta fino al 1597, anno della sua morte.

Così la carica, dal 1573, rimase senza un detentore.

LA FINE DEGLI ASAI E DEGLI ASAKURA


Sconfitti i monaci, mancavano solo due clan per vendicarsi.

Gli Asakura furono i primi e, dopo una flebile resistenza, Ichijogatani cadde.

Fuori dai giochi, toccava ai traditori Asai.

Anche questa campagna fu relativamente facile e Oda espugnò la capitale senza problemi.

Entrambi i capo clan commisero seppuku mentre le province di Omi e di Echizen, divennero territori di Nobunaga.

Nella figura in alto potete osservare lo stemma del clan Asai ( sinistra )e del clan Asakura ( destra ).

NEL PROSSIMO ARTICOLO 


Nel futuro articolo parlerò della caduta dei Takeda e della predominante figura di Oda, il quale proseguirà nel compimento del suo progetto.

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