Docente di strumento musicale

Allievi innamorati del proprio strumento

Docente di strumento musicale

Allievi innamorati del proprio strumento

Hai un allievo ingessato nei suoi schemi di perfezionismo?

2021-07-10 11:00:41

Le eccessive regole che il tuo allievo di strumento musicale s’impone vanificano il nostro desiderio di un rapporto armonioso con lui.

Ti sei mai trovato di fronte ad un allievo di strumento che periodicamente decide di non fare lezione? 

Ti sei mai chiesto il perché del suo comportamento, visto che comunque è un allievo che ama studiare? 

Di fronte ad episodi di non costanza negli studi, cominci ad interrogarti sulle motivazioni di un simile atteggiamento. Non riesci a capire come mai il tuo alunno non è costante nel frequentare le lezioni, sistematicamente si assenta, ma quando poi decide di fare lezione risulta essere molto preparato.

Il problema è che in questo modo le tue lezioni sono frammentarie; non riesci ad impostare un percorso di studi lineare e, di conseguenza, la tua didattica risente del rapporto instabile con il tuo allievo. 

Dal suo canto, il tuo allievo, non sentendosi mai adeguatamente preparato, affronta le lezioni e soprattutto le performance pubbliche con estrema ansia ed insicurezza.


Ma che tipo è questo allievo?


Ti posso garantire che ti trovi di fronte al tipo di personalità che nel corso della mia esperienza ho individuato e definito “musicista diligente”.

https://www.cam.tv/docentedistrumentomusicale/blog/il-segreto-per-un-rapporto-infallibile-con-il-tuo/NID023185


Si tratta di un allievo che studia ed ama prepararsi adeguatamente e indubbiamente, tutti vorrebbero questo tipo di allievo, perché in effetti i vantaggi sono molteplici:

  • esegue i compiti scrupolosamente, consentendoti di non ripetere sempre e per troppo tempo le cose che deve aver già acquisito, ma di andare avanti con il percorso di insegnamento; 
  • approfondisce gli aspetti costruttivi dei brani che gli vengono assegnati, e ti consente, quindi, di lavorare, non solo sugli aspetti base (pulizia delle note o dell’intonazione, rispetto dell’andamento ritmico, ecc…), ma anche su quelli relativi ad una corretta interpretazione ed esecuzione dei pezzi;
  • pone continue sfide con se stesso, perché vuole migliorarsi sempre di più; ciò ti consente non doverlo stimolare continuamente a fare ciò che gli proponi.


Tuttavia, come in ogni medaglia, questi vantaggi presentano risvolti problematici. Il rischio di una personalità così diligente, è quello di essere troppo ingessato nei suoi schemi di perfezionismo. Tant’è che se non si sente adeguatamente preparato, preferisce dedicare più tempo allo studio degli stessi brani, rinviando la lezione. 

Apparentemente è una persona determinata, ma in fondo è una persona con scarsa autostima: pone sfide con se stesso, ma continua a rinviare le esecuzioni pubbliche perché non si sente mai adeguatamente preparato. In vista dei saggi di classe, per esempio, questo allievo ti dirà sicuramente di non voler suonare e se obbligato a farlo, suona con grande rigidità, perché vuole fare bella figura, ma il risultato è esattamente l’opposto.

Indubbiamente, lo studio dello strumento sottintende ripetizione continua. Quindi, dedicare più tempo allo stesso brano è necessario ed efficace, per l’interiorizzazione del costrutto compositivo.

Non è altrettanto opportuno, però, lasciare che l’allievo non si presenti a lezione. Questo per due motivi:

  • lo studio della musica non è sicuramente come lo studio di qualsiasi altra materia scolastica. Lo strumento richiede costanza e confronto continuo con il docente;
  • i parametri di autovalutazione, da parte di questo di personalità, potrebbero essere eccessivamente severi. L’allievo potrebbe rimanere incollato ai suoi schemi di precisione che inficerebbero anche l’esecuzione espressiva di ciò che si suona, non lasciando fluire quindi le emozioni.
  • L’attenzione selettiva ai particolari ed agli errori da non commettere, crea la convinzione che sbagliare implichi scarso valore personale, con conseguente percezione di essere un pessimo musicista.


E dunque?



Il docente, dopo aver esaminato correttamente l’allievo, attraverso il dialogo ed una corretta comunicazione, e dopo aver individuato che effettivamente si trova di fronte a questo tipo di personalità,

  • deve fargli capire innanzitutto che lo strumento è un processo che implica anche “tentativi ed errori”, per cui ha bisogno di una guida. Non può essere giudice di se stesso, in quanto i parametri di correttezza vengono dati dalla guida. Questo implica la necessità di un rapporto di fiducia con il suo insegnante, che è lì per aiutarlo e non per giudicarlo. Deve riuscire a fidarsi e ad affidarsi al maestro che ha ben chiaro quello che sta succedendo e come risolvere i vari problemi che si presentano;
  • È buona regola, per esempio, dirgli che, in caso di difficoltà durante lo studio settimanale, può contattarti inviandoti un video o comunque un messaggio di richiesta di chiarimenti. Dopo aver guardato il video, puoi rassicurarlo dicendogli che risolverete tutto durante la lezione successiva;
  • A questo tipo di allievo è opportuno dare un programma di studio che sia commisurato al tempo che avrà a disposizione durante la settimana, in modo che percepisca di aver eseguito i compiti e quindi si senta in diritto di poter fare lezione. Contare sulla quantità, in questo caso, è essenziale, visto che la qualità è un elemento già assicurato da lui;
  • Altra strategia è quella di spiegare in anticipo quali potrebbero essere i passaggi ostici per lui, chiarendo che su di essi si lavorerà insieme nelle lezioni successive. 


Vantaggi

In questo modo, destrutturi i criteri che si dà per conto proprio; l’allievo riesce a smussare la sua indole ipercritica e si sente sollevato. Offrendogli uno strumento che allenta la sua criticità, ti vedrà come una guida che conosce bene il percorso da seguire e sa perfettamente che l’insegnamento di uno strumento è un processo. Quando gli proporrai una sfida più grande, come un evento pubblico, lui si affiderà a te. Si sentirà sicuramente preparato perché i tempi saranno giusti con un piano di lavoro adeguato ai suoi tempi di applicazione.

Ne deriverà appagamento professionale da parte tua e stabilità emotiva da parte dell’allievo.


Ti faccio qualche esempio….


Ti racconto di Michele, un mio studente che aveva un’allieva (Laura) al primo anno di pianoforte. La ragazza, di quindici anni, era molto studiosa, con tanta voglia di apprendere. Si è sempre distinta perché dimostrava di voler dare il meglio di sé fin dalle prime lezioni, eseguendo perfino a memoria i brani che le erano stati assegnati. Michele inizialmente si sentiva gratificato. Ma, quando ha cominciato a vedere che la sua allieva periodicamente saltava le lezioni, ha iniziato a chiedersi:

- perché pur essendo studiosa, non frequenta con costanza le lezioni?

- ha problemi famigliari?

- cosa non va del mio atteggiamento con lei?

- cosa sbaglio durante le lezioni?

Laura non era l’unico caso: in effetti, Michele aveva più alunni che adottavano lo stesso comportamento, con evidenti ripercussioni didattiche.

Michele non sapeva darsi una spiegazione, fino a quando mi ha contattata. Abbiamo analizzato insieme i comportamenti dei suoi allievi ed è emerso con chiarezza che si trovava di fronte a personalità “diligenti”. 

Gli ho consigliato, quindi, di adottare le strategie didattiche di cui ti ho parlato poc’anzi.

Michele, seguendo i miei consigli, ha recuperato il suo rapporto di fiducia con i suoi allievi, ad aumentare la sua leadership e ad alleggerire l’ipercriticità dei suoi allievi.

Ovviamente i risultati sono stati professionalmente ed economicamente soddisfacenti.


Tutto quello che ho detto sono alcuni aspetti per avere un ottimo rapporto collaborativo con il tuo allievo. Usa intanto i miei suggerimenti e fammi sapere la tua esperienza.

Ma se invece hai un caso specifico e vuoi migliorare l’efficacia del tuo percorso didattico o trovare subito la soluzione ai tuoi problemi, puoi contattarmi e sarò ben lieta di aiutarti.



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