Allievi innamorati del proprio strumento
Funziona davvero la didattica ludica con lo strumento?
Ecco cosa devi sapere per non rovinare irrimediabilmente il rapporto con i tuoi allievi di strumento musicale
Tutto quello che pensi di sapere sulla didattica ludica potrebbe essere sbagliato.
Nel corso dell’articolo ti mostro come c’è tanta confusione sul vero significato di questo tipo di didattica applicata allo studio dello strumento.
Lo testimonia il fatto che, nonostante tutti gli sforzi, spesso l’insegnante non ottiene i risultati sperati. Evidentemente la didattica ludica non viene applicata in modo giusto o non è la migliore strategia per ottenere successo.
La mia esperienza
Io stessa, all’inizio della mia carriera di docente di strumento, ho gestito una situazione imbarazzante in cui, credendo di sdrammatizzare un disagio per la difficoltà incontrata nello svolgere un esercizio, ho cominciato a scherzare con il mio allievo Silvio. Credevo di farlo divertire e che quel modo di rapportarmi fosse didattica ludica, ma di fatto stavo travisando le teorie degli psicologi. Infatti, l’effetto è stato esattamente l’opposto: si è sentito preso in giro ed ha assunto un atteggiamento di chiusura nei miei confronti. Di conseguenza, ho impiegato molto tempo per farlo sentire compreso ed apprezzato e per raggiungere buoni risultati.
Riflettendo sull’accaduto e con l’esperienza maturata nel corso degli anni, posso affermare che molto spesso gli insegnanti di strumento applicano in modo sbagliato la “didattica ludica”.
Ma cos’è la “didattica ludica”?
I principi di questo tipo di approccio sono:
- costruzione attiva del sapere
- imparare facendo
- creazione di un clima piacevole e sereno.
Indubbiamente Piaget, Vigotskii, Rogers ed altri psicologi riconoscono l’importanza formativa del gioco. Ma nell’insegnamento dello strumento musicale non c’è chiarezza su cosa debba intendersi per didattica ludica. Per questo, tanti credono che significhi semplicemente far divertire l’allievo. Tant’è che spesso molti insegnanti assumono un «atteggiamento da clown», indipendentemente dall’allievo o dalla fase della lezione. Ne deriva che alcune volte si presentano in modo scherzoso ed altre volte cercano di fare i “duri”, in nome della propria professionalità. In questo modo destabilizzano gli allievi, che non sanno come comportarsi. Ne consegue demotivazione da parte dell’allievo e frustrazione da parte del docente.
E cosa significa didattica ludica quando si insegna lo strumento?
Come già evidenziato, non significa certo assumere una maschera divertente per poi toglierla quando si perde la pazienza o quando ci si rende conto di non essere professionali.
Non significa affannosa ricerca di libri colorati o cambio continuo di repertorio per assecondare solo ed esclusivamente i gusti dell’allievo.
Applicare la didattica ludica allo studio dello strumento musicale significa promuovere un atteggiamento curioso ed analitico verso ciò che si studia. Si tratta di abituare l’allievo a riflettere sulle regole di costruzione di un brano e sulle relative regole di esecuzione.
Ciononostante, la sola didattica ludica, anche se correttamente applicata, da sola non funziona, perché la musica, più di tutte le altre discipline, suscita reazioni emotive non trascurabili durante la lezione.
Per avere, quindi, allievi innamorati del proprio strumento è essenziale analizzare prima di tutto la personalità dell’allievo così da poter calibrare su di essa l’approccio didattico migliore.
Partire dalle specificità di ciascun allievo, conoscendo a fondo le sue caratteristiche personali permette di
- creare un clima distensivo consentendo all’allievo di avere la percezione di aver trascorso un’ora piacevole con il proprio insegnante;
- avere allievi curiosi, con costante voglia di imparare;
- instaurare un clima collaborativo e di continua scoperta delle regole per un’esecuzione brillante;
- ottenere gratificazione continua dall’allievo;
- riconoscimento professionale.
In sintesi, essendo l’allievo direttamente coinvolto, è costantemente motivato dalla curiosità, dal desiderio e dal piacere nell’imparare. E al docente viene riconosciuta la sua alta professionalità.
Mi ricordo con quanto rammarico Giulia mi parlava del suo percorso di studio del violino. Quasi tutta la sua carriera di conservatorio è stata contrassegnata dall’avere avuto numerosi docenti di strumento, che si sono avvicendati, in quanto supplenti. Per Giulia è stato un trauma perché sottoposta a vari approcci didattici. La cosa più grave è l’aver realizzato che nessuno dei suoi docenti ha saputo risolvere un problema che evidentemente era legato esclusivamente alla sua fisicità, che influiva poi sulla resa sonora.
Questa sua confessione mi ha consentito di farle capire quanto sia necessario scoprire le specificità di ciascuno e non seguire pedissequamente le teorie metodologico-didattiche, copiando i grandi didatti del passato. Giulia, da insegnante giovane di violino, facendo tesoro della sua esperienza e seguendo i miei consigli, ha utilizzato il mio approccio didattico con i suoi studenti, ottenendo successo e gratificazione.
Ma allora cosa fare?
La grande crisi dello studio dello strumento musicale, ed il frequente abbandono dello studio della musica, a cui si assiste oggi, mettono in evidenza le criticità degli approcci didattici utilizzati dai docenti di strumento.
Indubbiamente la didattica ludica è stata teorizzata da numerosi pedagogisti, psicologi e teorici ma applicarla correttamente allo studio dello strumento non è affatto scontato.
Cosa fare quindi?
Mettere la “maschera da clown”? O posizionarsi all’opposto, assumendo un atteggiamento rigido, in nome della propria professionalità?
Io non condivido né l’uno, né l’altro atteggiamento. Penso che sia invece necessario conoscere a fondo le tre personalità ricorrenti degli allievi, di cui parlo in altri post, per ottenere studenti innamorati del proprio strumento e successo nell’insegnamento.
Tu cosa ne pensi?
Lasciami un commento qui sotto, raccontami la tua esperienza, dimmi se anche tu hai tentato di utilizzare la didattica ludica applicata allo strumento e raccontami i tuoi risultati.
Se vuoi invece approfondire l’argomento, continua a leggere i miei post, in cui di volta in volta parlo di come ottenere successo nell’insegnamento dello strumento musicale, analizzando gli aspetti che mi hanno consentito di individuare il migliore approccio didattico.
Inoltre, nel caso avessi bisogno di consigli per un tuo caso specifico, mi puoi contattare ed ottenere una mia consulenza.