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#day519 - I Sogni accadono quando sei sveglio.
"E' difficile vivere con venti dollari al mese?" gli chiedo. Maksimov sorride guardando un attimo in cielo e scrollando la testa come si fa con uno che non ha capito niente... "Io sono un poeta. I poeti non hanno bisogno di soldi." Non avevo capito niente.
Aveva una brioche al cioccolato nel piatto, ma tutti i posti a sedere erano occupati, cosi' gli ho fatto segno di sedersi al mio tavolo. Tutte le persone intorno lo conoscono come il poeta, un po matto e solitario, per questo i ridicoli sorrisi si percepivano nella sala. Ma lui ci gioca, non ci fa caso e con un po di difficolta' e un po' di aiuti sono riuscito a scoprire la sua storia.
Antoliy Maksimov kazako di origine anche se il suo trisavolo era spagnolo. Era artigliere nell'Unione Sovietica, stesso destino impostogli durante la guerra civile Tajika che imperviava a Dushanbe dal 1991 fino al 1996. Di quelle battaglie e onorificenze gli rimane che una pensione di venti dollari che gli si rigenerano ogni mese.
<<E' difficile vivere con venti dollari al mese?>> gli chiedo.
Maksimov sorride guardando un attimo in cielo e scrollando la testa come si fa con uno che non ha capito niente.
<<Io sono un poeta. I poeti non hanno bisogno di soldi.>>
... Non avevo capito niente.
Piu' stringevamo amicizia e piú anche le persone intorno si avvicinavano. Forse nessuno lo ha mai visto come poeta, forse nessuno lo ha mai conosciuto come artigliere, o semplicemente é facile ignorare un uomo. Non sappiamo mai il mistero dello sconosiuto che ci sta di fianco.
E quando gli ho chiesto quale fosse la cosa che odiasse nel mondo:
<<e' quella linea quadrata, gia' marcata dagli uomini. Pensano prima alle tasche e mai alle anime e ci imprigionano in figure delle quali non ci possiamo spogliare.>>, ho capito che i piu' folli in quella sala eravamo noi, mentre Maksimov era una candela nel buio. Mi ha salutato uscendo dal caffe' abbandonando sul tavolo il bicchiere che diceva <<I sogni avvengono solo quando sei sveglio.>>
Con il poeta Maksimov salutavo anche una breve deviazione a Dushanbe per poi riprendere lí dove le mie gambe si erano fermate.
Da Istaravshan attraverso le strade sopra e sotto le montagne, superando citta' con molte persone e qualche castello, spesso usati dai mongoli come punti di difesa.
Si succedono questi bambini e quelle case di fango, queste donne colorate e quegli uomini ossuti, queste montagne innevate e quei muli a bordo strada.
Chi mi invita per un pranzo, chi mi ferma per un cay, chi per della vodka, ma a volte per me c'e' solo la strada.
Le notti seguono i giorni e in quelle piu' fredde mi trasformo come un licantropo. Divengo quel genere di uomo con un calzino su un calzino e i giornali nel mezzo; con un pantalone su un pantalone; ed una giacca su un maglione su di un altro maglione, sopra una maglietta, con un cappello sopra un altro cappello, dentro un sacco a pelo, e un libro che leggo e rileggo illuminato da una candela dentro una tenda, dentro case abbandonate.
Di giorno riprende la grande giostra. Torno ad essere il nomade superando di nuovo, citta' e castelli, mentre i bambini mi si avvinghiavano intorno chiedendo di barattare la piccola camera per una busta di caramelle, gli uomini mi invitavano a pranzo e le donne, ahimé, voltano lo sguardo. Poi la notte ricadeva e ritornavo mutaforma a vestire i panni di quell'essere con un cappello su un cappello, una giacca su una giacca, un calzino nel calzino.
A 50 chilometri da Istaravshan si susseguonno paesi fantasma, costruiti nel bel mezzo di un niente. Che appartengano anche questi paesi a nomadi, che d'inverno trovano riparo in zone piu' calde e tornano in estate?
E intanto la luna cresce ancora e le speranze per il nuovo non si colcudono con l'ultimo tramonto di del 2019, ma risorgono con la prima alba del 2020.
Arrivo a Khujand.
Vi ricordo l'intento del mio viaggio!
Con la fatica e l'infinita bellezza di un viaggio a piedi tra gli uomini, utilizzando la più moderna tecnologia digitale, sono partito da Venezia (in realtà da Napoli! :-D) e voglio arrivare a Zhoukoudian, dove sono stati scoperti i resti dell'Homo Pechinensis, risalenti a 750.000 anni fa.
Il mio vorrebbe essere un viaggio alle radici della nostra storia, diretto verso il futuro, e ce la sto mettendo tutta!!
Potete aiutarmi a sostenere ogni passo!
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