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#day482 Buchara mon amour
I ave passato quel deserto i trovo' una zita' che a nome Bocara, molto nobele e grande. Ed era re uno che aeva nome Banic. ... n quel tempo ghe vene uno ambasciatore de Alau che era signior del levante, el qual era mandato... dal Grande Can segnor te tuti i Tartari (Marco Polo!!!)
#day482 Buchara mon amour
"I ave passato quel deserto i trovo' una zita' che a nome Bocara, molto nobele e grande. Ed era re uno che aeva nome Banic. In questa contra stete quelli do fratelli tre ani: in quel tempo ghe vene uno ammbasciatore de Alau che era signior del levante, el qual era mandato... dal Grande Can segnor de tuti i Tartari. E questo Velent omo vie questi do Fradeli, e Avene grande meraviglia, perche non aveva mai visto alcun latino. Diseli: << se vuoi me vole' creder, vui pode' acquistar grande richeze e grande onore: lo grande signor di tartari non vide mai niuno latino, e a grande voluntate de vederne. E, se vui vole vegnir con mi, e ve menero salvi e seguri, e i ve fazo zrti ch el ve fara grande onor, e avere de tal venuta grande utilita'>>.
Era il secondo secolo dell'anno mille che i due frateli Polo (padre e zio di #MarcoPolo) incontravano per la prima volta un ambasciatore del Gran Khan Kubilai. E' Buchara che l'incontro tra Venezia e Khanbalik (Pechino) ebbe inzio. Un incontro che avrebbe inaugurato un ventennio di relazioni lungo la Via della Seta.
E da quando ero piccolo sognavo questo luogo. Non sapevo neanche dove si trovava, sembrava leggendario, lontano, inarrivabile. Eppure, quando qui le persone mi domandano se e' la prima volta che vengo a visitarla, rispondo "no!" perche' per anni e anni la mia immaginazione disegnava queste strade, questi minareti, nella mia mente in quei giochi da bambino
E ora i miei piedi calpestano questo suolo, di polvere, neve e mattoni. I miei umori percorrono queste strade con le cupole rivolte verso il cielo che nel pomeriggio cambiano di tono. Tutto diventa oro, silenzioso, mentre le mattonelle turchesi sembrano lo specchio di un cielo che non vuole mai scomparire.
E vi e' un momento, nell apice del tramonto che pare attenda ancora l'arrivo di carovane trainate dai cavalli e di mercanti alla guida di cammelli.
Qui e' Buchara con i suoi piccoli canali che sembrano una venezia asiatica, ma nel mezzo di un mare di sabbia tra i deserti dell'Asia. E Buchara ha 24 facce, una per ogni ora del giorno: la luce la riempie la rende maestosa, il tramonto, che la rende malinconica e la notte la rende silente e pulsante, eterna. E poi ha milioni di volti che ne colorano le strade. Come in passato, dove i mercanti ti chiamano, ti trascinano con tutte le parole chiave di tutte le lingue con l'incredibile capacita' di pesuadere. Sono astuti e amano contrattare. Sono astuti, amano contrattare, ma haime con me c'e' poco da fare. Anche la piu piccola cosa che prenderei vorrebbe dire portarla sulle spalle e chi cammina sa quanto sia necessario ammortizzare ogni passo.
La prima notte attendevo le notizie da parte di Bois, il caro amico incontrato a Kastamonu in Turchia. Un amico di un suo amico si reso disposto ad ospitarmi, cosi' mi sono rifugiato in una caffetteria parlando e, parlando con Mehri che vi lavora a poco a poco abbiamo fatto amicizia.
<<E cosa fai se l'amico, dell'amico del tuo amico non si fa sentire?>>, mi chiedeva apprensiva.
<<Tranquilla, ho gia' trovato due o tre luoghi come piano B.>>
Mi guardava e poi guardava lo zaino. Poi mi riguardava prima di scomparire dietro la reception.
Dopo poco mi riappare dicendo: <<se questa persona non si fa sentire qui abbiamo delle camere...>>
<<Quanto costano?>> rispondo fingendomi non preoccupato per il fatto che si tratta dell' @Omar Khayyam Hotel, l'albergo a quattro stelle nel centro del centro storico.
<<Ma no Daniele, sarai nostro ospite.>>
La prima notte di Buchara, uno straniero arrivato da lontano trova dimore nel cuore di un amica che non aveva mai visto prima.
Buchara, ed e' gia' magia.