Daniele Ventola

Founder Starter

#day402 Due alchimisti alla ricerca di radici perdute

2019-09-08 20:51:14

Alchimie biodinamiche in Azerbaijan, nel mondo del vino.

Hajihatamli e' un minuscolo insediamento tra vaste valli e leggere colline nel cuore dell'Azerbaijan. Dopo strade acciotolate dove bambini giocano nei campi e gli agnelli dirigono il traffico si arriva su un altura che si apre verso ettari e ettari di vigneti quasi tutti pronti per la vendemmia. Ed e' qui che si trova #ŞatoMonolit, l'azienda dove ho conosciuto due amici fuori dal comune.

Marco e Andrea sono giovani enologi esperti e appassionati che da dieci anni hanno lasciato Firenze per venire in Azerbaijan. Inizialmente doveva essere per poco tempo, ma pian piano hanno deciso di collaborare a diversi progetti fino a quando il vento non li ha portati in questa nuova sfida. Il loro ruolo ufficiale e' quello di consulenti tecnici per la produzione del vino #Chabiant, ma quello che effettivamente stanno realizzando va ben oltre...

Da sempre il Caucaso e' la casa natale del vino e durante il periodo sovietico i fini della produzione erano diversi. Il suolo azerbajiano si prestava naturalmente alla coltura delle vigne, ma la produzione russa mirava ad avere vini in grande quantita' trascurandone la qualita'. Poi, con il proibizionismo di Gorbacev e la successiva ritirata delle truppe per la dissoluzione dell'Unione, l'Azerbaijan era rimasta quasi del tutto priva delle sue uve autoctone poiche' i soldati sradicavano tutti i ceppi risalendo verso nord.

Andrea e Marco con grande pazienza sono andati a cercare vecchietto per vecchietto e nell'Istituto di Viticultura di Baku quei ceppi locali, riesumando cosi' lo Shirvanshahi, il Madrasa, l'arnaguirna, il Rkatsiteli, combinandoli alla tecnologia italiana.

<<il vino e' una filosofia e, quando io do un bicchiere di vino fatto da me, non si beve solo un bicchiere di vino, bevi quel che c'e' dietro un bicchiere>>, e la filosofia che c'e' dietro, mi raccontano i ragazzi, e' simile al ciclo vitale di ogni cosa. <<La pianta la si cura, cresce, ti offre la sua anima di uva, il suo corpo di raspo, di buccia e di foglie. Queste noi le rendiamo di nuovo alla pianta mischiando tutti resti con letame e rispargendo tutto nel terreno. Questa azione si chiama cornoletame ed e' un concetto della biodinamica. Il vino e' un prodotto di tre soggetti, della natura, dell'atmosfera e dell'uomo e questi diventano un tutt'uno>> come la vita dell'essere umano stesso.

<<Assaporare il vino vuol dire assaporare una una sensazione, perche' il vino e' un'emozione che sta intorno all'ambiente che lo produce, parla di un territorio, della sua storia e del suo presente, delle mani che lo potano, degli occhi che lo osservano crescere.>>

<<Quello che stiamo cercando di fare e' allargare l'azienda all'intero villaggio per includerlo in questo discorso, perche' il vino e' un sentimento, un collante. Questa e' l'essenza del vino! Siamo all'interno di un villaggio dove tutti sono chiamati a cooperare. Le marmellate sono fatte con la frutta degli agricoltori, i formaggi dai vicini pastori, per cui assaggiare il nostro vino significa assaggiare una storia collettiva.>>

Conoscendo tutte le persone che vi lavorano ho capito cosa intendevano poiche' glielo leggi negli occhi la loro storia. Nello sguardo dolce della piccola Libida che indossa sempre un foulard di fiori ed e' diventata la nonna di Marco. Ogni giorno si fermano per parlare senza capirsi fin quando non se ne va lentamente sui suoi piccoli passi per pulire con estrema pazienza i giardini dalle foglie appassite. Si ferma quando arriva il vento che muovendole le disperde di nuovo e lei riprende a spazzare con la grazia di salice. Il vino e' Xaver che lavora il pane con le sue grandi mani piene di calli e di vita rurale, quando ogni mattina accende il fuoco del forno per sfornarne dei nuovi. Il vino e' il suo sguardo che ti entra nell'anima e ti saluta baciandoti la guancia come una mamma. Il vino e' anche Elman che dovrebbe occuparsi della piscina quando invece sta seduto in qualche angolo nascosto a fumare sigarette con il suo sguardo malinconico e in attesa di chissa' cosa. Il vino e' Penah che da quando cucinava nel ristorante aziendale e aveva solo 23 anni ha fatto strada e adesso che ne ha 30, e ha imparato l'arte trasmessagli da Marco e Andrea, istruisce altri giovani che sono come lui era.

Questo e' quello che c'e' dietro il lavoro che i due toscanelli stanno portando avanti felici di un Azerbaijan che crea un futuro investendo nelle sue persone e riscoprendo quelle radici perse in un passato lontano.

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