Daniele Ventola

Founder Starter

#day387 Arrivederci Georgia

2019-08-25 07:47:22

Ultimi passi in Georgia. Azeirbaijan, cosa hai in serbo per me?

La città di Telavi è circondata su ogni lato da scenari pittoreschi. Telavi è rivolta a sud e a sud-ovest verso la catena di Tsiv-Gombori e affianca a nord e ad est la Valle Alazani. A nord della Valle Alazani corre la Grande Catena del Caucaso, che può essere vista da gran parte di Telavi.

Si erge su un colle e di fronte a lei ha tutta la steppa con piccoli villaggi che spuntano di tanto in tanto tra gli alberi. A sud-ovest la catena Tsiv-Gombori a nord superata la bionda valle Alanzani corre la catena del Caucaso sotto il quale sguardo si sono compiute guerre e battaglie, mercanti e rifugiati, la disfatta dei mongoli e quella degli alani.

Telavi era la roccaforte della Georgia, dove un giorno, perdendomi per le vie della citta' vecchia, avevo deciso di entrare in portone con un'insegna: New Life, istituto culturale e di integrazione sociale. Apparentemente non c'era nessuno all'interno quando poi ho incontrato una signora. Lali mi introduce all'associazione e, chiedendo di poter intervistare il direttore dell'associazione, mi introduce alla signora Nato e al marito Tamazi.

<<New life nacque nel 1998 per dare la possibilita' a coloro che avevano figli con disabilita' di poter dare loro chance e senso di direzione per il futuro, in una societa' che non li considerava nemmeno. Erano altri tempi e la Georgia era in ginocchio per le ripetute guerre di indipendenza. "Cosa vorra' fare con i nostri figli?" questo il pensiero della maggior parte delle persone. Pensieri che cambiavano velocemente quando vedevano sui volti dei piccoli sorrisi senza frontiere.>>

Non posso purtroppo riportare l'intervista di Nato poiche' per qualche oscura ragione il video non ha registrato l'audio, eppure anche questo e' un incontro che porto con me.

Partenza.


Dalla valle Alanzani il Caucaso e' un essere gigante e maestoso che fa sentire piccolo ogni essere rispetto alle sue cime сhe si fanno piu' alte riflettendosi nelle acque dell lago Ilia Chavchavadze il quale diviene dimora della notte.
Notte, il suono del silenzio della terra e i bisbigli della terra che carezza i sogni di piccoli animali e del forestiero nella sua tenda.

Il mattino si presenta con un caldo inaspettato, non si respira. Ma sono gli utimi passi in Georgia che non perde mai fascino e bellezza. Il sudore scende dalla fronte, avanza. Avanza e avanza con qualche difficolta' fino al calare del sole quando una macchina non molto distante si ferma. E' Giambula, un uomo dallo sguardo fiero e onesto, che attravverso gli occhi dice <<sei gia' mio ospite.>>

Ripara e rivende pezzi di macchine e dall'esterno la sua casa pare un officina di relitti accatastati in contrasto con lo stile di una cucina e di un soggiorno familiare e caloroso.

La moglie impreparata a ricevere opsiti e' felice di avere un nuovo figlio e durante la cena si susseguono i brindisi a tutti i padri, a tutte le madri e ai figli lontani. La loro figlia , Qeti, vive a Napoli a 1 km da casa mia. Vi lavora da un anno mentre la sua famiglia si trova in Georgia. Grazie ad una videochiamata e' piu' semplice la conversazione con Giambula che mi ripete di essere sempre il benvenuto in casa loro.

Ed era notte ed era mattina, Giambula e la sua bella famiglia arricchita da tanti nipoti apparsi all'improvviso erano tristi della ripartenza che non poteva esserci se prima lo stomaco non si riempiva di qualcosa.

Il sole batte sulle teste, foglie secche e foglie ingiallite svolazzano e si attraversano paesi mentre pian piano gli ultimi chilometri georgiani diminuiscono. Un villaggio georgiano, uno musulmano georgiano, un'altro villaggio georgiano prima di arrivare nella riserva naturale di Lagodekhi. L'ultimo regalo da un luogo mistico e gentile: tra Orione e Cassiopea desideri cadenti scompaiono dietro i fumi del fuoco che li disperdono. Dietro di loro la Via Lattea si espande come una striscia diluita di agglomerati stellari che incontrano i fumi del mio fuoco. Anni luce di distanze dissipate cosi'. L'orchestra del fiume suona una melodia per questa scena e mi sento diverso. Lontano da tutto, consumato da tutto. Consumato dal fuoco, dal silenzio, consumato disperdo anche me stesso..

Lagodekhi e l'ultimo giorno in Georgia li' dove gli elementi della natura dipingono la bellezza del mondo sulla tela della terra. E, mentre osservo da lontano il disfacimento della politica del mio paese qualcosa dentro di me si ferma. Mentre scrivo vedo i volti di tutti i kartveli (georgiani) che mi passano davanti agli occhi come una storia degna di essere raccontata e, con lo sguardo rivolto al Caucaso mi ritornano in mente le parole scritte sulla tomba del re David Agamashenebeli riposta all'entrata del monastero di Gelati.

"Calpestate con i vostri piedi il mio cuore, o tutti voi che entrate. Seppur io sia un forte re fate scomparire questa pietra, consumatela camminandoci sopra. Camminate qui tanto piu' che potete. Che tipo di peccati posso aver fatto? Perche' preoccuparmi dall'est all'ovest della Georgia, se io re, dei miei peccati son peccatore e maestoso al contempo." Umilta' e' il concetto chiave.

Un senso di servizio piu' ampio della regnanza e del dominio. Un senso di servizio rivolto a trovare un posto non ai corpi ma alle anime che abitano le persone.

Ed era notte ed era mattino e la Georgia rimaneva alle spalle e immensamente didi madloba Saqartvelo (grazie infinite Georgia) per avermi reso partecipe a tutto questo, alla tua storia che dovrebbe essere il piu' grande esempio di dignita' e umilta', partecipe alla tua passione. Naqhmandis e kargad, ogni bene sia con te.

Azeirbaijan, cos'hai in serbo per me?


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