Daniele Ventola

Founder Starter

# day178

2019-02-03 00:13:51

Quando al mattino ho salutato Svoge le mie energie erano state completamente prosciugate dalle camminate precedenti.La vista mi si abbassava, il respiro pesante. La strenua ricerca di un caffe' era l'unica cosa che mi facesse proseguire, ma, ahime' era domenica. Se nei giorni precedenti le gole di Iskar avevano catturato tutta la mia attenzione, domenica quell'attenzione era rivolta all'asfalto. Capita, l'importante e' andare avanti.Dopo diverse ora di cammino iniziava a scendere. Approdavo Vlado Trichkov dove mi veniva segnalata una struttura nella quale poter dormire. Salendo la strada innevata che mi ci avrebbe dovuto far arrivare mi sono reso conto che non portava da nessuna parte. Ritornando indietro fermo un signore e una signora dai vestiti bucati e con diverse croste sulle mani. Chiedo loro dove potessi trovare un posto dove dormire e, mentre la signora tenta di rispondermi, al suo compagno inizia a colare il sangue dal naso. In ogni caso sono stati molto gentili nel scrivermi delle cose in cirillico sul foglio che mi hanno fatto intendere di dover mostrare al bar sotto al paese.Il bar-ristorante St. George affaccia sulla statale 16 dalla quale provenivo. L'interno in legno si permea di odore di cibo e di sigarette che all'interno di molti locali della Bulgaria e' possibile fumare.Quando entro la caciara che si sentiva un attimo prima si blocca di colpo. Il silenzio riempie la scena e la cosa che mi mette sempre un po' a disagio. La propretaria che intanto sedeva ad un tavolo si alza venendomi incontro per chiedere cosa prendevo. Le dico quello che sto facendo mostrandole il fogliettino scritto dalla signora di prima. Intanto un signore che odorava di alchol si alza parlandomi in Bulgaro e prendendomi in simpatia, ma, anche se capisce che il mio bulgaro e' molto limitato, continua convinto che possa comprenderlo. Va bene.Ad un tavolo sono seduti otto ragazzi sulla trentina uno dei quali parla inglese e mi traduce quello che la proprietaria del locale cerca di dirmi. >Mi fermo a parlare con tutti fino a quando non arriva la Jeep della signora e, dopo averli salutati mi rendo conto che forse forse un po' dispiaciuti della mia frettolosa partenza. Salgo nella Jeep di Julia e Milko e ci dirigiamo nel monastero sulla montagna, mentre penso che uno straniero, un viaggiatore ha in se' una magia che rompe l'ordinaria e trasporta lontano e li scorgo dall'interno seguire con los sguardo la nostra Jeep che si allontana.La sera conosco anche Adil e Silvana che mi chiedono le ragioni del viaggio. Mentre mangiamo ci vuole poco ed e' come come fossimo amici di sempre, ovviamente il tutto facilitato dal vino di Milko e dalla rakia che instancabilmente continua a versare nei nostri bicchieri. Ci e' voluto un attimo che le ragazze uscissero dalla sala pranzo che al loro rientro trovassero Adil e Milko scatenarsi a ballare mentre io portavo il tempo tamburellando le mani sul tavolo. Mai mischiare rakia e vino rosso.Al mattino presto Milko mi ha permesso di visitare la chiesa e dopo averlo salutato ho notato che guardava sorridente il mio allontanarmi verso il cancello. Mi ha colpito molto. E' cosi che chilometro dopo chilometro, su una strada popolata da TIR e macchine indaffarate, arrivo nella capitale... Sofia!

Palazzi altissimi e un cielo grigio. Gente che corre a destra e sinistra con dei ritmi tanto diversi dalle citta' bulgare che ho incontrato fino ad ora. Sofia sembra quasi un mondo a parte. Musica, chiese, suoni, colori, luci, odori speziati, neve che si scioglie. Non sembra piu' di stare in quella Bulgaria che ho incontrato fino ad ora. Sembra una citta' futuristica che conserva e integra bene le antichita' di un tempo. Ma ancora non ho avuto modo di esplorarla bene poiche' mi sono diretto a casa di Viola e Anton che mi hanno ospitato per la prima notte in capitale.

La sfacciata fortuna vuole che Anton lavori nei settori degli Affari Esteri della Bulgaria e ha potuto chiedere per me informazioni riguardo i visti per Azeirbajan, Georgia e Uzbekistan. Cosi' tra una partita a Jenka con le piccole Natasha e Lilli e  le lunga chiaccherate con Viola e Anton passa la prima notte in Sofia che mi ha accolto come fossi un figlio del suo mondo.

Passero' diversi giorni qui a Sofia per poter intervistare e scoprire gli esperti e appassionati della storia e cultura bulgara, un paese che ha una storia antichissima e che non vedo l'ora di scoprire e documentare. 

 

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