Daniele Ventola

Founder Starter

#day143 Cenad > Biled > Timisoara

2018-12-30 23:17:54

Lasciato il confine ungherese ho camminato sulla statale 6 direzione Timisoara. Intorno a me un manto di neve e una nebbia fitta che non permetteva di vedere oltre i 10 metri. Il vento gelido sparato sulla pelle modella i lineamenti del volto come fossero di creta; i peli della barba, i baffi divengono stalattiti di ghiaccio che bagnano la sciarpa. Ma nonostante tutto, avanzare. Sempre avanzare. Il segreto e' ripetere continuamente qualcosa come un verso di poesia, una canzone, un mantra, una preghiera per tenere la mente concentrata. Il corpo da solo non basta, e' solo una macchina. Il ritmo canzante e' dato dai passi in sintonia con la voce. E' la mente che orchestra e tiene le redini del gioco. Ma forse neanche lei da sola basta...

Meno male che ci sono i romeni! Caldi come pochi che ho incontrato. 

Dalle macchine mi salutano, sorridono. Suonano il clacson, alzano in alto le mano nelle loro auto e sprigionano una forza che mi carica di energia. Cammina, cammina.

Cenad e' la prima tappa di questa bianca Romania. Cerco per dormire e trovo Casa Anka. Incontro Lucian che mi chiede dove sto andando con questo zainone. Gli dico che vado a Pechino pe jos. 

<<Perche'?>>

Saturo della diffidenza degli ungheresi di quella stessa mattina, rispondo con una delle tre motivazioni fondamentali del viaggio << e' difficile da spiegare in romeno, ma abbiamo troppi pregiudizi e con la tecnologia che abbiamo e i social network possiamo conoscerci, crescere assieme e romperli.>>

Rimane colpito. Mi fa accompagnare da uno dei suoi verso un bancomat per ritirare i soldi della stanza, ma quando vi ci arrivo, non funzionava. Faccio una foto. Torno a Casa Anka. Lucian sta mettendo la legna nelle stufe che riscaldano la struttura mentre gli mostro la foto. Gli dico che non ho potuto prelevare ma ho cambiato quei pochi fiorini che avevo e arrivo a meta' prezzo della stanza. <<Per la tua causa e' gratis.>> mi dice sorridendo.

Gli faccio compagnia mentre carica la legna e parliamo fino a notte. Al mattino, dopo avermi mostrato le sue moto mi fa preparare un panino dalla moglie e mi saluta come un amico che deve andare via per tanto tempo. 

La statale 6 e' stretta e piena di neve. Su alcuni tratti il ghiaccio rende il cammino scivoloso. Incontro Cris e Vladi. Sono incuriositi mi chiedono dove vado, se ho mangiato, se ho bisogno di soldi, se ho bisogno di acqua. Avevo solo bisogno del loro calore.

Riprendo il cammino. Dopo alcune ore necessito di un caffe'. Entro in un bar dove conosco il giovane Giorg. Parla italiano perche' ha lavorato in Germania con dei calabresi e un napoletano. E' incuriosito dalla mia storia, mi offre il caffe' e del tempo dal suo lavoro. Dopo una mezzoretta, mi saluta come un amico che non vede da tanto tempo.

Statale 6. In Romania c'e' solo una autostrada e sulla 6 passano anche camion ad alta velocita'. Il mantra, il verso, la preghiera. Concentrati. Cammina dritto, la strada si stringe sempre di piu'. Quando anche il quinto camion che mi passa affianco mi fa cadere sulla neve con la forza del suo getto, mi spavento. Manna dal cielo si ferma un furgone poco piu' in la'. Corro, lo raggiungo. Faccio passare due macchine ad alta velocita'. L'autista si affaccia chiedendomi <<serve una mano?>>

L'uomo con  gli occhi da lupo si chiama Alin. E' di Timisoara e ha un'impresa di fiori. Quel giorno tornava direttamente da Seghed. Ma, come Lucian, la sua passione piu' grande sono le moto e fa molti viaggi con la moglie (anch'essa motociclista) e il figlio (motociclista). 

Alin mi ha accompagnato fino a quando non fosse stato sicuro che avessi un posto al coperto e lo abbiamo trovato. A Biled in un sporco hotel economico, dopo aver preso un caffe' e chiaccherato ci salutiamo come due vecchi amici. Li' conoscero' Anka, una dolcissima signora che una storia disegnata sotto agli occhi. Anche lei parla italiano poiche' ha lavorato a Pescara per un bel po' e dopo una lunga chiaccherata ci diamo la buona notte.

Al mattino...