Daniela Riva

Io le chiamo le persone “delicate”. Sono quelle persone che si avvicinano agli altri senza invadere il loro spazio. Che hanno voglia di ascoltare ma non impongono alcuna domanda. Che non proiettano ogni discorso su se stesse, ma mettono tutte se stesse in ogni discorso. Le persone delicate chiedono sempre il permesso per entrare, perché prima di spalancare una porta si preoccupano che, chi c’è dietro, sia al riparo dalla corrente. Le persone delicate sanno quanto possano ferire le parole, perciò non le utilizzano mai a caso. E non giudicano, perché tengono molto più a comprendere le motivazioni dei gesti altrui, piuttosto che a condannarli. Ma non è la compassione che le smuove, non la pietà, perché loro non si sentono privilegiate o superiori: si sentono semplicemente ‘simili’. Le persone delicate sono molto sensibili, e possono apparire fragili. Invece sono fortissime. Perché, continuare ad essere delicati in un mondo che aggredisce, è una delle scelte più coraggiose che si possano fare. Ma la caratteristica più bella delle persone delicate è che lo sono con tutti, anche con chi non conoscono, anzi soprattutto con chi non conoscono. Ecco perché le riconosci subito: le persone delicate, lo sono anche con te. Cerca di fare attenzione quando ne incontri una: perché le persone delicate sono quelle che, più di tutte le altre, meritano di essere trattate con delicatezza.

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Daniela Riva

“Quanti significati sono celati dietro un abbraccio? Che cos’è un abbraccio se non comunicare, condividere e infondere qualcosa di sé ad un’altra persona? Un abbraccio è esprimere la propria esistenza a chi ci sta accanto, qualsiasi cosa accada, nella gioia e nel dolore. Esistono molti tipi di abbracci, ma i più veri ed i più profondi sono quelli che trasmettono i nostri sentimenti. A volte un abbraccio, quando il respiro e il battito del cuore diventano tutt’uno, fissa quell’istante magico nell’eterno. Altre volte ancora un abbraccio, se silenzioso, fa vibrare l’anima e rivela ciò che ancora non si sa o si ha paura di sapere. Ma il più delle volte un abbraccio è staccare un pezzettino di sé per donarlo all’altro affinché possa continuare il proprio cammino meno solo”. Pablo Neruda

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Daniela Riva

"Nonna, come si affronta il dolore?" "Con le mani, tesoro. Se lo fai con la mente il dolore invece di ammorbidirsi, s'indurisce ancora di più." "Con le mani nonna?" "Si. Le nostre mani sono le antenne della nostra anima. Se le fai muovere cucendo, cucinando, dipingendo, suonando o sprofondandole nella terra invii segnali di cura alla parte più profonda di te. E la tua anima si rasserena perché le stai dando attenzione. Così non ha più bisogno di inviarti dolore per farsi notare." "Davvero le mani sono così importanti?" "Si, bambina mia. Pensa ai neonati: loro iniziano a conoscere il mondo grazie al tocco delle loro manine. Se guardi le mani dei vecchi ti parlano della loro vita più di qualsiasi altra parte del corpo. Tutto ciò che è fatto a mano si dice che è fatto con il cuore. Perché è davvero così: mani e cuore sono connessi. I massaggiatori lo sanno bene: quando toccano il corpo di un'altra persona con le loro mani creano una connessione profonda. E' proprio da questa connessione che arriva la guarigione. Pensa agli innamorati: quando le loro mani si sfiorano fanno l'amore nel modo più sublime." "Le mie mani nonna... da quanto tempo non le uso così!" "Muovile tesoro mio, inizia a creare con loro e tutto dentro di te si muoverà. Il dolore non passerà, ma si trasformerà nel più bel capolavoro. E non farà più male, perché sarai riuscita a ricamarne l'essenza."

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