Benedetto Neroni

Business & Finanza

Forex: analisi fondamentale di scenario

2019-06-06 16:35:13

Da un punto di vista tecnico, la giornata di ieri ha visto i principali rapporti di cambio spingere il dollaro al ribasso fino ai primi livelli di resistenza di medio termine, in un trend di fondo che appare ancora favorevole al dollaro, ma che potrebbe invertire nel caso di violazione..

Bassa inflazione e trattativa sui dazi muovono il forex

EurUsd ha un’area chiave a 1.1310-30, la cui violazione farebbe cambiare lo scenario di medio, in concomitanza con il superamento della ema 200.Il UsdJpy si trova non lontano dai supporti chiave a 107.60 70, già visto ieri e la cui rottura aprirebbe a scenari ribassisti più consistenti e target eventuali anche a 104.80-90, precedente minimo, del 2 gennaio, giorno del flash crash.AudUsd trovare resistenze chiave a 0.7040 e per ora ha fallito anche se i supporti chiave sono più bassi e questa appare come una fase di consolidamento.Nzd invece è più forte a sembrerebbe tenere per attaccare 0.6675 85 e l’area seguente a 0.6720 che farebbe invertire il trend ribassista di medio termine.UsdCad in correzione rialzista, ma con la possibilità di attaccare nuovamente al ribasso nel caso di tenuta dell’area di pullback posta a 1.3430 40 e 1.3455 65, con obiettivi successivi al ribasso che sono da considerare in area 1.3280 90.

In definitiva pensiamo che questo sia un primo movimento di ribasso del dollaro, che vive una correzione necessaria per poi ricominciare a scendere in modo più strutturale.

Ieri l’ADP, ovvero il dato che misura la creazione di posti di lavoro del settore privato, ha mostrato un +27.000 mila unità rispetto ad un consensus di 180.000, il peggior dato dal marzo del 2010. Se è vero che comunque si tratta della rilevazione di maggio, e quella del mese prevedente era risultata decisamente superiore alle attese (271.000 del dato finale rivisto contro un consensus a 185.000), bisogna però dire che il numero risulta comunque sorprendentemente negativo.

Anche tra i rappresentanti della Fed cominciano ad uscire dichiarazioni diverse rispetto a qualche mese orsono, e che denunciano preoccupazione relativamente al livello di inflazione, inferiore alle attese. Si sono espressi in tal senso Brainard, favorevole ad adeguare la politica monetaria verso un allentamento sui tassi, ma anche Kaplan ed Evans che si sono detti vigili sul livello di inflazione, pur restando moderatamente ottimisti sulla crescita. Comunque, dopo più di un anno di forza del dollaro, per la verità strutturale, si intravede qualche crepa. Le ragioni ovviamente sono da ricercare nell’applicazione dei dazi, il cui costo si scarica sugli importatori, i quali al loro volta lo scaricano su produttori di semilavorati e consumatori, a seconda della tipologia di import, aumentando di fatto i costi.

La speranza è che i toni tra Cina e Usa, si allentino, come sembra da qualche giorno a questa parte, con le dichiarazioni bellicose di Trump a cui i Cinesi rispondono con altrettante provocazioni, che sembrano lasciar spazio a toni più concilianti. Anche questo contribuisce ad allentare la tensione che vedeva il dollaro rafforzarsi su Yuan e sulle altre majors. Il Presidente ha dichiarato che la Cina è favorevole ad un accordo e questo avverrà al momento giusto.