RICONOSCI IL TUO PILOTA AUTOMATICO!

La scoperta più grande della PNL (Programmazione Neuro Linguistica o Neuro-linguistic Programming NLP in inglese) è la possibilità di utilizzare a nostro beneficio i poteri indiscussi della mente inconscia.
Possiamo chiamare mente inconscia quella parte della tua intelligenza di cui ancora non sei consapevole.
La mente inconscia rappresenta il tuo “pilota automatico”, perché si occupa di compiti e ruoli specifici all’interno del tuo corpo, azioni che avvengono senza che tu debba prestare loro troppa attenzione:
1. Per esempio la regolazione del battito cardiaco, o
2. digerire il cibo,
3. permettere la circolazione del sangue,
4. respirare mentre si dorme,
5. monitorare il sistema immunitario,
6. immagazzinare le memorie a lungo termine,
7. fornire energia sufficiente al corpo e così via.
La MENTE INCONSCIA PUO’ DIVENTARE UNO STRUMENTO DI CAMBIAMENTO perché possiede capacità molto superiori di influenzare il comportamento rispetto al nostro pensiero razionale e cosciente.
Se l’inconscio immagazzina tutte le memorie è anche in grado di attivare le informazioni e mettere in atto le strategie di comportamento capaci di raggiungere il risultato atteso.
La tua intelligenza cosciente non è infatti in grado di ricordare tutta la massa di esperienze che appartengono non solo alla tua esistenza, ma anche a quella della tua famiglia e dei tuoi antenati.
Anche la maggior parte delle impressioni emotive sono immagazzinate dalla mente inconscia che è LO SCRIGNO DELLE EMOZIONI.
La mente inconscia ha il compito di registrare tutte le memorie e tutte le emozioni, ma sa anche che i ricordi collegati alle emozioni negative irrisolte risultano essere nocivi per il nostro corpo e per il nostro benessere, fisico, emotivo e mentale.
Per essere più precisi possiamo affermare che il permanere per lungo tempo in uno stato di emozione negativa può risultare dannoso per il corpo, la mente e l’anima, in quanto toglie energia vitale al soggetto.
Cominciamo a fare chiarezza sulla tua LINEA DEL TEMPO.
IL TEMPO NON POSSIEDE ALCUN REFERENTE ESTERNO REALE: NON ESISTE COME OGGETTO!
Il primo a capire che il concetto di tempo e spazio fosse da ascrivere esclusivamente alla soggettività umana fu Immanuel Kant, tanto che li classificò come delle categorie a priori della mente umana, perché il “tempo” non possiede alcun referente esterno oggettivo.
Il primo a parlare invece di archiviazione lineare dei ricordi fu lo psicologo americano William James nel 1890, ma sull’argomento del tempo la meditazione degli esseri umani è davvero infinita!
I Greci e tutti gli abitanti dell’Ellade denominarono il TEMPO con la parola CHRONOS che deriva da un’antica radice indoeropea “gher”, che identifica il concetto di delimitare, rinchiudere, recintare e così collegarono il concetto di tempo con lo spazio, uno spazio inteso come qualcosa che possiede in sé molte potenzialità (è il concetto di Chaos).
Se Chronos delimita la realtà, in verità essa lo supera da ogni lato.
Il medesimo pensiero lo ebbero i latini che crearono la parola tempus. Anche “tempus” deriva dal greco antico e la sua radice “tem” deriva da “temno” che significa “tagliare”,“dividere”, “conchiudere”; confermando il concetto di limite, di parte delimitata della realtà.
L’idea della limitazione si è conservata fino ai nostri giorni nella coscienza comune delle persone, come se il tempo potesse in qualche modo separarci dall’eternità dell’esistenza.
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