Cronogenetica

Erase and rewind

Forzati all'Eticità!!!

2020-03-25 19:55:47

“Tutto è cibo o prenditore di cibo!” (Baghavad Gita) Dice il dio Krishna (nella veste dell’auriga) al principe-guerriero Arjuna per convincerlo ad entrare in azione, mentre lui si lamenta del fatto che dovrà affrontare in battaglia, e probabilmente uccidere, anche suoi parenti, cugini e amici.

“Che senso ha questa carneficina?”, chiede a Krishna.


Ciò che può essere scambiato, da un lettore profano, come un inno all’egoismo naturale e al bisogno di giustificare l’azione violenta e predatoria di “mangiare” per non rischiare di “essere mangiato”, nasconde in verità la saggezza di una Santa Indifferenza nel compiere l’azione semplicemente necessaria.

Ma per raggiungere quelle vette di ETICITA’, dobbiamo abbandonare la nostra sofferente morale ed attivare uno sguardo che sia rivolto alla Specie a cui apparteniamo, che non è stata in grado di accudire il proprio territorio come un patrimonio di bellezza e di prosperità e che ha perso ogni contatto con il pianeta.

Quando

  • non ci viene più permesso di onorare la morte dei nostri defunti, almeno con la nostra presenza;
  • quando si rischia di portare in casa il virus che ucciderà un nostro caro congiunto, per poi sentirsi per sempre nella colpa più totale che nessun Dio potrà assolvere,
  • quando il lavoro stesso e la sussistenza quotidiana vengono messi in dubbio e annientati,

allora significa che la situazione ci è scappata di mano.

Quello che ci colpisce, sopra ogni cosa, è la contrizione ed il dolore che leggiamo negli occhi dei medici e degli infermieri. Eppure hanno sempre visto le persone morire e, fino ad oggi, non si sono mai spinti oltre un fugace: “Mi dispiace!”. C’è oggi nelle loro voci il tremore di una emozione che tradisce la fine di una presunta onnipotenza che va di pari passo con la coscienza che la salvezza non viene da loro, non dipende più da loro.

Sono decenni che nessuno ha più creduto di poter essere salvato per fede. I medici hanno sostituito i sacerdoti e la fede è stata riposta nei protocolli della Medicina. I pazienti hanno ripetuto per decenni: “Dottore, metto la mia vita nelle sue mani!” Ed oggi quell’onnipotenza è ferita a morte, e i dottori si sentono inadeguati e stranamente normali; possono essere infettati e morire, come tutti gli altri. Non c’è più la gara tra gli ospedali migliori e più blasonati; non è l’ospedale che hai scelto a salvarti. Se devi morire, morirai!

FORZATI ALL’ETICITA’!!!

Oggi sembra che sia necessario esplicitare quali azioni siano etiche e quali non lo siano. E cosa di meglio di una pandemia per chiarirlo? Il virus non si vede e una autorità maggiore ci avverte che siamo etici se rimaniamo in casa e siamo irresponsabili se andiamo a correre nel bosco o portiamo un cane in un’area di sgambatura.


Possiamo così essere rieducati all’eticità! Forzati ad essere etici! Costretti a pensare a noi e agli altri nello stesso tempo!!! Una cosa che non eravamo più abituati neppure a concepire. Quando mai saremmo stati capaci di unificare la parte soggettiva con la parte universale? Dimenticandoci, per una volta, del lato individuale e morale (l’unico che solitamente l’essere umano ha alimentato negli ultimi decenni).


ETICA viene dal greco ETHOS (abitudine, uso, consuetudine, carattere, indole), sono abituato, sono solito. E a sua volta viene dal sanscrito SVA-DHA che è composto da due elementi cioè SVA suo, se e DHA porre, fare. Dunque l’ETICITA’ è la capacità di fare proprio qualcosa.


MORALE viene invece da MOS-MORIS costume, e dalla radice sanscrita MA che significa misurare. Dunque la morale è ciò che misura il mio comportamento volitivo, secondo regole, usi e costumi della mia tribù, più che del mio popolo.

Se la MORALE è il metro con cui l’individuo misura la realtà che sta vivendo e la giudica, è chiaro che va naturalmente in scontro con la morale di qualsiasi altro individuo intorno a lui; l’ETICA è invece una visione della realtà che diventa una vera e propria dimora con la quale la persona fa suo il mondo, lo pone in essere, avendo coscienza che il mondo è anche la dimora di altri: è la comune dimora nella totale diversità.


La nostra natura primaria, quando esce dall’egoismo naturale, è assolutamente morale, nel senso che è legata a quello che ci hanno insegnato a misurare con il metro della nostra famiglia, della nostra cultura, dei nostri costumi. La nostra seconda natura è l’eticità, perché con essa cesso di essere predatore e concepisco la convivenza come equilibrio e armonia tra tutti gli esseri viventi che partecipano l’esistenza su questo pianeta. Se ho raggiunto questa seconda natura immediatamente cesso di accumulare ciò di cui non ho immediato bisogno.

L’imperativo categorico di un essere etico è quello di prendersi la responsabilità di tutte le proprie azioni, compreso il loro risultato e ciò che produrranno nel futuro lontano.