Cristian Zecca

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LE BELLEZZE DEL SALENTO 🌞🌊🌬PAJARE SALENTINE 🏯🧱

2019-08-10 08:42:12

COSA SONO LE PAJARE? UN VIAGGIO NELLA STORIA DEL SALENTO

Generalità

Le pajare sono delle particolari costruzioni tipiche del Salento.

Considerate abitazioni tipicamente rurali e realizzate con la tecnica del muro a secco, di pajare il Salento ne è davvero pieno.

Dall’aspetto vagamente familiare, che ricorda quello ben più noto dei caratteristici trulli di Alberobello, le pajare, generalmente, sono costituite da un unico ambiente che può variare a seconda delle dimensioni delle abitazioni.

LE PAJARE SALENTINE: STORIA E CURIOSITÀ

Dalla storia piuttosto incerta e controversa, le pajare salentine hanno, di sicuro, un’origine decisamente antica, collocabile presumibilmente intorno all’anno 1000 dopo Cristo, anche se qualche storico, spingendosi ben più oltre, arriva a datarle in epoca ancora precedente, tra il 2000 a.C. e la fine dell’Età del Bronzo. Qualunque ne sia l’origine, però, le pajare salentine s’identificano pienamente con il paesaggio circostante, aggiungendo un pizzico di folklore a un territorio, già di per sé, affascinante e suggestivo.

Utilizzate dai contadini salentini come luogo di riposo dopo un’intensa giornata di lavoro o per sfuggire a un improvviso temporale, le pajare, spesso, fungevano da vere e proprie abitazioni estive, ideali per controllare da vicino, sia il bestiame sia le coltivazioni più delicate.

LE CARATTERISTICHE DELLE PAJARE

Pur se, all’apparenza, molto simili ai trulli, a un occhio ben più attento, non può sfuggire quanto profonde siano le differenze tra le due abitazioni.

Mentre i trulli sono corredati da finestre e possono essere anche piuttosto lussuosi e di grandi dimensioni, le pajare si contraddistinguono per un ambiente piccolo e spartano, privo di finestre e senza troppi fronzoli e orpelli.

Costruite, tendenzialmente, di forma conica, incastrando e sovrapponendo pietre di dimensioni anche molto diverse le une dalle altre, le pajare sono un vero e proprio gioiello architettonico, caratterizzato dalla peculiarità del tetto che resta sorretto dalle pietre che formano le pareti laterali e dalla forza di gravità.

Inoltre, le pajare hanno la capacità di mantenere l’ambiente fresco e asciutto, anche durante le ore più calde e in presenza di temperature torride e intense.

Differenza tra trulli e pajare

Il trullo propriamente detto apparteiene alla storia e all'architettura della Puglia centrale, mentre furnieddhi, chipuri, pajari, pagghiare opajare appartengono alla tradizione architettonica e rurale del Salento.

I furnieddhi o casieddhi avevano la base di forma circolare ed erano di dimensioni ridotte, mentre le pajare erano e sono di dimensioni maggiori, a base rettangolare o circolare, in quest'ultimo caso vantano però spesse mura perimetrali disposte ad anelli concentrici, che, sovrapposti, formano degli ampi gradoni.

Le nostre pajare sono tutte munite di una o più scale esterne a spirale, ricavate dallo spessore della muraja; questo fa assomigliare l’intera struttura ad una gigantesca chiocciola

L’importanza della presenza delle scale è da addebitarsi alla possibilità di seccare fichi, peperoni ed altri alimenti al sole, alla necessità di effettuare dei lavori di manutenzioni sul tetto, ma, principalmente, la scala sembrerebbe essere un elemento necessario durante la costruzione del riparo, in quanto man mano che la struttura si ergeva verticalmente, il costruttore poteva salire il materiale usando i gradini della stessa scala (la cui costruzione, quindi, procedeva parallelamente a quella della pajara).

Nei profili più elaborati (e più recenti), si trova generalmente la porta ad arco (a tutto sesto, a sesto ribassato o acuto) sotteso da architrave. 

La porta poi, era costruita in legno d’ulivo, le cui assi venivano fissate mediante chiodi di legno. Mentre si innalzava la costruzione, da un lato venivano collocate due pietre (poste una sull’altra): quella superiore bucata verticalmente ed una inferiore scavata a mò di calotta sferica (a forma “de cùlu de murtàru”), in cui veniva infilato lo stante di legno (“stànturu”), a cui veniva fissata la porta (quando chiusa), mediante una serratura a chiavistello, anch’essa in legno (“mascatùra”).

Rapporti interpersonali al tempo delle pajare

A quei tempi, ed in quegli ambienti, i rapporti fra le persone erano solidali e più intensi. Non esisteva la psicosi della paura o del furto, era molto sviluppata la collaborazione e l’aiuto reciproco, al bisogno veniva utilizzata la cisterna o il forno del vicino, ed in comune si effettuava il lavoro, lo svago ed il divertimento. I rapporti erano a misura d’uomo, basati sulla reciproca fiducia, rispetto e lealtà; le prospettive, le speranze, i sacrifici e gli stenti erano condivisi e convissuti.

Era un mondo (quello dei nostri contadini e delle loro famiglie), chiuso alle novità più appariscenti, ai repentini cambiamenti, e se qualcosa al di fuori della loro esperienza accadeva, li interessava solo quell’attimo in cui, riuniti tutti insieme, al fresco del “truddhu”, smaltivano la fatica quotidiana di una giornata vissuta intensamente.