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I bias cognitivi: se li conosci, li eviti!

2020-07-23 15:00:40

Ci sono dei meccanismi mentali che ci impediscono di ragionare con lucidità e ci portano a commettere degli errori di valutazione. Scoprire gli inganni della mente è la chiave per migliorare noi stessi e pensare in modo più utile e razionale. Ecco i principali bias cognitivi.

Cos’è un bias?


Il bias è una distorsione, una percezione errata della realtà. Sono tutti i giudizi e i pregiudizi sbagliati che il nostro cervello formula in maniera automatica e che ci portano a commettere degli errori di valutazione e a perdere l’obiettività quando analizziamo una situazione. 


Noi siamo eccezionalmente bravi a mentire a noi stessi...ma perché lo facciamo?


Ancora una volta la risposta è legata all’evoluzione della specie.


Siamo bombardati dagli input sensoriali, ma abbiamo la necessità di dare la giusta attenzione a quelli davvero importanti nel minor tempo possibile (soprattutto se indicano un imminente pericolo per noi).

Il nostro cervello si è così adattato ad adoperare delle “scorciatoie mentali”.

Queste scorciatoie ci permettono di interpretare i dati in modo veloce ed efficiente, tuttavia possono anche portarci nella direzione errata. 

Ed è qui che incorriamo nei bias cognitivi.

Ne analizzeremo 6 tra i peggiori, per cercare di capirli e quindi di evitatarli.


Attenzione. I bias sono un problema che riguarda ognuno di noi perché sono parte dei nostri meccanismi mentali evolutivi. In un modo o nell’altro finiamo per “caderci” tutti e, per questa ragione, è meglio esserne consapevoli.


6 bias cognitivi


1) Effetto Dunning-Kruger: la sindrome di chi non sa di non sapere


Di questo ne abbiamo parlato diffusamente in un nostro precedente articolo relativo al Neuromarketing:

L'effetto Dunning-Kruger è una distorsione cognitiva che fa sì che individui poco esperti o del tutto incompetenti, si attribuiscano meriti e capacità che in realtà non possiedono, divenendo quindi incapaci di riconoscere i proprio limiti.

All’opposto, chi è molto competente in un campo tende a sottostimare le proprie capacità.

Davvero un interessante paradosso!


Questo avviene perché più informazioni possediamo su un certo argomento e più la grossa quantità di dati che abbiamo a disposizione ci porta a mettere in discussione costantemente le nostre certezze

Dall’altro lato, chi analizza o possiede solo poche informazioni baserà tutte le sue incrollabili certezze su quei pochi dati in suo possesso.


Sovrastimarsi e sottostimarsi non sono quindi che 2 facce dello stesso problema con conseguenze dannose sia per noi stessi che per gli altri.


2) Bias di conferma: attribuire maggiore credibilità alle informazioni che confermano le nostre credenze


Anche di questo interessante bias ne abbiamo già parlato relativamente alla sua applicazione nel marketing:

Si tratta della distorsione cognitiva per cui prestiamo attenzione e ricordiamo solamente le informazioni che confermano i nostri preconcetti, mentre ignoriamo o sminuiamo quelle che li contraddicono.

Questo accade perché è molto più semplice per il nostro cervello incamerare una singola informazione che conferma i dati in suo possesso, piuttosto che inserire un’informazione che mette in discussione tutte le sue certezze.


Ma avere un unico punto di vista è sicuramente controproducente, poiché si cresce solamente con il confronto, frequentando e discutendo anche con persone in disaccordo con noi e accettando la possibilità di rivedere da capo tutte le nostre idee già consolidate.


3) Errore fondamentale di attribuzione: la tendenza ad attribuire cause esterne al proprio comportamento e cause interne al comportamento degli altri


Cosa si intende per cause interne e cause esterne?

  • Le cause interne sono le caratteristiche individuali di una persona, i suoi atteggiamenti, la sua personalità e il suo modo di essere.

  • Le cause esterne sono l’ambiente e il contesto (che possono essere del tutto casuali).


Incorriamo in questo errore quando giudichiamo l’atteggiamento di una persona in base ai suoi pregi e difetti e non consideriamo invece le circostanze.

Mentre quando siamo chiamati a giustificare alcuni nostri comportamenti, tendiamo a dare la colpa a cause esterne.

Esempi del modo in cui giustifichiamo noi stessi: 


→ “Ho commesso una svista perché ho lavorato troppo”

→ “Ho reagito male perché sono stato provocato”

→ “Ho fatto una scelta sbagliata perché non ero informato dei fatti”


Esempi del modo in cui giudichiamo lo stesso comportamento nelle altre persone:


→ “Ha sbagliato perché è incompetente”

→ “Ha reagito in quel modo perché è una testa calda”

→ “Ha fatto una scelta errata perché è stupido”


Ma perché lo facciamo?

  • perché quando osserviamo noi stessi siamo più consapevoli di tutte le circostanze esterne che ci influenzano

  • perchè siamo portati a salvaguardare la nostra autostima e a difenderci dalla sensazione di fallimento

  • perché pensando in questa maniera alimentiamo la sensazione di avere un maggior controllo su quanto accade nella nostra vita


Quindi, per evitare di cadere nell’errore di ergerci a giudici degli altri, dobbiamo sempre chiedere a noi stessi:

“come mi comporterei io in quella situazione?”.


Indossare i panni altrui è il modo migliore per colmare le distanze.


4) Effetto spettatore: la tendenza a presumere che, di fronte a un problema, sarà qualcun altro ad occuparsene

Uno studio di psicologia ha dimostrato che, in caso di pericolo o di incidente, più persone sono presenti e meno persone interverranno.

In caso di incidente la maggior parte dei presenti penserà infatti:”sicuramente qualcuno avrà già chiamato i soccorsi”.

Con il rischio che, alla fine, nessuno lo faccia davvero.

Se invece abbiamo la certezza di essere i soli ad aver assistito, ci sentiremo praticamente costretti ad intervenire.


Questo stesso bias ha effetti anche quando assistiamo a delle ingiustizie: la maggior parte delle persone sarà infatti portata a pensare: ”qualcuno dovrebbe denunciare il problema!”, finendo per credere che i problemi verranno risolti da dei non meglio definiti “altri”.


Questo atteggiamento però ci deresponsabilizza completamente e fa sorgere dei dilemmi morali interni:”dovrei agire, oppure no?”, eppure restiamo immobili.


Cosa trasforma uno spettatore passivo nell’attore che fa la differenza?

Solo il suo desiderio attivo. 


La prossima volta che vediamo un incidente o una situazione spiacevole, prendiamoci la responsabilità di intervenire. La nostra azione potrebbe essere l’elemento determinante per aiutare qualcuno in pericolo o in difficoltà.


5) La maledizione della conoscenza: La tendenza a presumere che gli altri abbiano il nostro stesso livello di conoscenza o comprensione in un dato ambito


Tendiamo a dare per scontato che il nostro bagaglio culturale e le nostre competenze siano condivise dai nostri interlocutori.


Può capitare, ad esempio, di utilizzare sigle o modi di dire specifici di cui noi conosciamo bene il significato, supponendo erroneamente che tutti riescano a capirci.


Ma la manifestazione peggiore di questo bias non è quella lessicale.


Quando assimiliamo un nuovo modo di pensare, infatti, può risultare difficile anche solo ricordare come ragionassimo prima di questa nuova idea e dimentichiamo di porci dal punto di vista degli altri, divenendo rigidi e intolleranti.


Anche in questo caso, sforzarsi di “vestire i panni altrui” è la soluzione.

6) Punto cieco: la tendenza a reputare noi stessi liberi dai pregiudizi che vediamo invece agire negli altri

Questo è un meta-bias = la convinzione di essere privi di bias.


I pregiudizi sono universalmente riconosciuti come un qualcosa di sbagliato e tendiamo dunque a convincerci di esserne sprovvisti..ma è solo un’illusione!.


I bias sono inevitabili: conoscerli e ri-conoscerli significa prendere consapevolezza di giudizi o modelli di pensiero sbagliati che ci porterebbero a  vivere sempre e solo al centro del nostro piccolo mondo.



Speriamo che questa lettura ti sia stata utile per prendere maggiore consapevolezza dei principali bias cognitivi.

Ti sono venuti in mente degli episodi o delle considerazioni relativi a uno di questi 6 bias? 

Faccelo sapere nei commenti 👇 



bibliografia: Mensa Italia ; siti web La Mente è Meravigliosa e State of Mind per la parte sull’errore fondamentale di attribuzione 

by Cam.TV Staff