CONSULENZA PER LA TUA ACQUA

l'acqua questa sconosciuta

Legionella, l’infido batterio che diventa sempre più aggressivo!

2021-01-29 14:20:02


Scienziati norvegesi scoprono che i normali trattamenti per eliminarlo potrebbero non essere risolutivi, anzi...

La scoperta è avvenuta quasi per caso, come accade molte volte quando la scienza esplora nuove strade e non sa bene dove condurranno.

Quello che si sa molto bene è che la legionella può causare polmoniti letali per l’uomo a partire da una comunissima doccia. Questo articolo illustra come il semplice vapore acqueo costituisce un veicolo ideale per questo batterio.



Le autorità sanitarie di tutto il mondo concordano sul fatto che trattamenti a base di cloro e acqua molto calda possono ripulire gli impianti idrici dalla presenza del batterio.
Ma nel 2013 un team di ricercatori del SINTEF - una delle più grandi organizzazioni di ricerca indipendenti d'Europa - al lavoro su un progetto di tre anni legato alla Marina Reale Norvegese ha evidenziato un fenomeno che incrina queste certezze...

Mettendo in dubbio l’affidabilità delle linee guida per il trattamento della Legionella.


Da quando ha fatto questa scoperta, la dottoressa Catrine Ahlén invita a non fidarsi ciecamente delle misure di sicurezza che siamo abituati a considerare infallibili, perché in certi casi si sono dimostrate insufficienti.

Negli ultimi anni i casi di Malattia del Legionario sono aumentati sia negli edifici sulla terraferma che sulle navi…

Ed è per questo che la dottoressa Ahlén ha investigato un fenomeno parallelo ma collegato alla presenza del batterio killer (soprattutto nella sua famosa variante Legionella Pneumophila)...

Ossia il comportamento delle amebe di solito presenti nei biofilm in cui anche il batterio della Legionella tende a prolificare.

Si tratta di organismi unicellulari in grado di mutare continuamente forma e generalmente capaci di distruggere il batterio della Legionella, quando lo incontrano.

L’ameba infatti ingloba il batterio, lo attacca con meccanismi di difesa simili a quelli umani ed infine lo “digerisce” come se fosse un bel pranzetto, uccidendolo.



Il problema è sorto quando gli scienziati del SINTEF hanno osservato un fenomeno mai documentato in un sistema di approvvigionamento idrico...

Il batterio della Legionella riusciva a sopravvivere dentro alcune amebe, nascondendosi al loro interno per sopravvivere ai trattamenti degli impianti idrici.


Di fatto l’ameba diventava la sua “corazza” contro cloro e alte temperature, perché questi trattamenti non influiscono sulle amebe.

Circa vent’anni fa questo curioso adattamento era stato rilevato dalle analisi di laboratori americani, ma era rimasto lì circoscritto.

Su 41 navi della Marina Norvegese analizzate durante le ricerche, invece, quasi la metà ha mostrato compresenza di amebe e batteri della Legionella nei biofilm delle tubature anche DOPO i trattamenti a base di cloro e alte temperature.

E non è nemmeno questo l’aspetto più inquietante…

Perché come se questa scoperta non bastasse a preoccupare gli scienziati sull’aumento della pericolosità di una infezione alle vie respiratorie

Hanno scoperto che il batterio riemerge dalle amebe in una nuova forma ancora più minacciosa.


Fin dalle prime ricerche dei laboratori americani era apparso evidente che il periodo trascorso dentro l’ameba funge da campo di addestramento per la Legionella.

La continua battaglia per la sopravvivenza contro le difese dell’ameba allena il batterio a resistere anche al sistema immunitario del corpo umano.



In pratica il batterio esce dall’ameba più forte di quando ci entra, e quindi più pericoloso per la nostra salute.

Ma che collegamento c’è tra l’acqua all’interno delle navi e quella degli edifici sulla terraferma?

Verrebbe naturale credere che le navi, ovviamente dotate di serbatoi e cisterne per l’acqua destinata all’uso umano, non abbiano il ricircolo sufficiente a spazzare via il batterio dalle condutture…

Mentre invece case e condomini, connessi alla rete idrica e con acqua sempre in movimento, siano molto meno esposte a questo tipo di rischio.
Le abitazioni private sono quindi più al sicuro delle navi in mezzo all’oceano?
Purtroppo la casa e la nave hanno una caratteristica in comune…

Entrambe attingono acqua da condotte connesse alla rete idrica.



Le navi si riforniscono di acqua prima della partenza dai porti, perciò l’acqua che immagazzinano per i vari servizi alla fine non è diversa da quella che arriva nei condomini…

E le tubature vecchie e malandate possono essere terreno fertile per i biofilm che ospitano amebe e batteri.

Tra l’altro, come ti spiegherò in un altro articolo sui condomini delle nostre città, anche gli edifici hanno moltissimi punti critici dove l’acqua può ristagnare e sfuggire all’auspicabile ricambio.

Non aiuta certo il fatto che in Italia un quarto dell’intero patrimonio residenziale sia costituito da edifici vecchi, costruiti prima del 1946, come indicato dal censimento Istat sugli edifici nel nostro Paese.
Lo stato delle tubature è spesso trascurato e la manutenzione è sommaria, parziale o improvvisata, soprattutto per quanto riguarda le parti comuni degli stabili con molte unità abitative.
(Mi occupo di analisi dell’acqua negli edifici da vent’anni e ho visto situazioni così disastrate, tubi così intasati di sedimenti e incrostazioni da domandarsi come possa ancora circolare l’acqua al loro interno).
La dottoressa Ahlén sostiene che "Abbiamo tutti i motivi per credere che le amebe svolgano un ruolo chiave. Questi batteri devono avere un organismo ospite in cui possano nascondersi, permettendo loro di sopravvivere ad alte dosi di cloro e / o trattamenti termici."
Questo, assieme al pessimo “stato di salute” degli impianti idrici in Italia, mi spinge a ribadire quanto sia importante effettuare l’analisi delle condotte PRIMA E DOPO i trattamenti di sanificazione delle tubature.
Infatti è solamente grazie ad una verifica a posteriori che possiamo essere certi di non correre più il rischio di contrarre la Malattia del Legionario…
Una malattia che non solo è ancora letale nel 2020, ma anche in espansione per quanto riguarda il numero di contagi. 
Ma capace anche di causare infezioni così gravi alle vie respiratorie che il fisico potrebbe risentirne per molti mesi ed anni a seguire.