Claudia La Terra

Founder Senior

Il ratto di Proserpina..

2019-09-08 07:31:40

una Leggenda tutta Siciliana...

Il fatto avvenne ad Enna,il capoluogo di provincia più alto d'Italia (931 metri sul livello del mare). Grazie alla sua altitudine il popolo sicano, che ivi stanziò,potè respingere tutti gli attacchi venuti dai Siculi. Sino ai tempi dei Romani vi esistevano i templi di Cerere e di Proserpina e si venerava la dea Cerere , simbolo del grano.  Si racconta che il dio degli inferi, Plutone, un giorno decise di uscire dal sottosuolo per visitare il mondo con il suo cocchio trainato da 4 cavalli. Uscì dalla terra in una bellissima pianura a pochi chilometri da Enna, l'attuale Pergusa, lago ceruleo, alimentato da ruscelli armoniosi, con fiori che emanavano fantastici profumi e con uccelli che cantavano meravigliosamente. Plutone era molto meravigliato perchè mai aveva visto tutte quelle meraviglie. Improvvisamente vide in un prato alcune belle fanciulle che raccoglievano bellissimi fiori. Plutone rimase incantato guardando una di esse che poteva paragonarsi ad un giglio flessuoso. Il dio la fissò e subito si innamorò di lei.  Corse verso di lei ma il suo volto nero e molto grande e i suoi occhi di fuoco atterrirono la fanciulla che fuggì insieme alle compagne gridando. Plutone cercò di convincerla a fermarsi dicendole di volerla solo amare. La ragazza, di nome Proserpina, invece di fermarsi aumentò la sua corsa invocando il nome di sua madre Cerere. Plutone, però, la raggiunse, l'abbracciò voracemente e l'appoggiò sul cocchio. Ciane, amica di Proserpina, tentò di fermare i cavalli  e Plutone, infuriato, la trasformò in fonte. Oggi le acque della fonte Ciane scorrono tra i papiri sino alla città di Siracusa

La madre di Proserpina, Cerere, cercò sua figlia in tanti luoghi giorno e notte, ma invano. Ella giunse sino a Trapani dove perse la sua falce, suo simbolo di riferimento al grano. Esso, si racconta, divenne il promontorio falcato della città di Trapani. Dopo nove gioni e nove notti di ricerche inutili, Cerere invocò Giove per riavere la figlia. Ma Giove era fratello di Plutone e quindi decise di non intervenire. Allora Cerere, molto arrabbiata, provocò una grande siccità in Sicilia. Alla siccità seguì una grave carestia che fece morire tanta gente. A questo punto Giove decise di intervenire e costrinse Plutone a consegnare Proserpina alla madre, ma, poco prima, fece mangiare alla sua donna un chicco di melograno. Per gli antichi il melograno era il frutto della fedeltà coniugale perchè ogni chicco è come ogni giorno che passa che fa costruire l'amore.  Cerere abbracciò sua figlia ma, subito dopo, seppe del melograno. Tornò da Giove per ribellarsi ma Giove la costrinse ad un patto: Proserpina poteva rimanere otto mesi con la madre e i rimanenti quattro con Plutone. Gli otto mesi rappresentavano la stagione bella, che in Sicilia dura proprio otto mesi (da Aprile a Novembre) e i quattro mesi la stagione brutta (da Dicembre a Marzo).