Cinzia Giluni

Founder Starter

TANTI AUGURI ALLA MIA PRINCIPESSA

2020-08-10 19:53:29

Cara Rosa anche se in ritardo sono qui come sempre a scrivere due righe (che tanto sicuramente saranno molto più di due) in occasione del tuo sedicesimo compleanno.

Ricordo come fosse ieri il momento in cui ho fatto il test ed ho scoperto che stavi arrivando.

Ricordo la gioia che ho provato, ero convinta che la gravidanza mi avrebbe portato gioia e invece quasi subito la disperazione visto che alle prime analisi risultai positiva al CMV e da lì iniziò un calvario visto che la prima ginecologa mi consigliò di interrompere la gravidanza, ma io non potevo e non volevo.


La mia testardaggine, la mia cocciutagine credo che sono uscite tutte mentre ti aspettavo perché sono prima andata da una amica medico e poi su suo consigliò mi sono fatta seguire a Roma, andare avanti e indietro x Roma non è stato facile ma ne è valsa la pena visto che il primario ci fece capire che l infezione che avevo preso era una infezione che raramente arrivava al bambino e ancora più raramente creava problemi.

Ma ovviamente questo non fu sufficiente perché alla prima ecografia risultò un elevato rischio di sindrome di down e così visto questo e vista l infezione sono stata costretta a fare una amniocentesi per sapere se tu fossi sana e nel caso non lo fossi decidere il da farsi.


Visto che l infezione si sarebbe potuta vedere solo tardivamente ho dovuto fare l amniocentesi alla ventesima settimana quando già ti sentivo, quando già giocavo con te.


Le tre settimane che ho dovuto attendere il risultato sono state le peggiori di quel periodo, intanto perché non sapevo se avevi problemi ma perché dovevo pensare se ti avrei tenuta oppure no.

Io nel mio cuore sapevo che stavi bene ma sapevo anche che se avessi avuto problemi non avrei mai potuto non farti nascere, non tenerti tra le mie braccia ma sapevo anche che questa decisione molto probabilmente non sarebbe stata condivisa.

Quando mi arrivò la telefonata che mi avvisò che eri sana e che eri una femminuccia ero felicissima ma ebbi un crollo vista la tensione accumulata fino a quel momento.

Saputo che eri una femminuccia papà ha deciso il tuo nome e a quel punto pensavo che la gravidanza sarebbe decorsa serenamente, che avrei potuto godermi gli ultimi tre mesi in serenità ma così non fu perché intorno alla 26esima settimana iniziai ad avere forti dolori, qui a Latina mi dissero che stavo rischiando un parto prematuro, la mia cocciutagine si fece sentire ancora una volta e mi feci accompagnare a Roma da papà dove mi spiegarono che c era un fibroma che si era strozzato ed era quello la causa del dolore, ma x te non era ancora assolutamente il momento anche se mi hanno fatto una iniezione x sicurezza, per preparare i tuoi polmoni ad un eventuale parto prematuro.

Ancora una volta tutto filò liscio fino a due settimane prima della data presunta del parto quando iniziai ad avere contrazioni.


Papà mi portò a Roma dove mi dissero che era arrivato il momento ma non essendoci posto mi trasferirono ad Ostia dove inizialmente mi dissero che il travaglio si era fermato e quindi sarei rimasta in osservazione.


Papà non fece in tempo ad andare via che tutta una equipe medica venne a comunicarmi che dovevano prepararmi x un cesareo perché tu eri in sofferenza e perché vista l infezione presa alla inizio della gravidanza la prassi era il cesareo.


Inizialmente acconsentii seppure chiesi di aspettare papà cosa che secondo loro non era fattibile.


Stavano x farmi l anestesia spinale quando mi sono rifiutata, ho aspettato che arrivasse papà e gli ho detto che io sapevo che tu stavi bene, le contrazioni non c erano più e quindi non era ancora il momento per farti nascere e deciso di firmare ed andare via.


Come firmai una ostetrica mi si avvicinò e mi disse che stavo facendo la cosa giusta.


Tirai un sospiro di sollievo e tornai a casa.

La mattina del nove agosto iniziai con le contrazioni, stavolta decisamente inconfondibili, era arrivato il momento.


Siamo andati all ospedale di Latina dove ho perso completamente il controllo, sono state nove ore in cui sono andata nel panico, in cui non ho permesso a papà di allontanarsi nemmeno x cinque secondi, dove ho iniziato a chiamare mia mamma, cosa che non ho mai fatto in nessuna occasione eppure in quel momento la chiamavo e avrei voluto averla vicina.


Dopo nove ore in cui tu sembrava non volessi scendere mi hanno rotto le acque e a quel punto avrei dovuto spingere x farti nascere ma non sono stata capace di farlo così il medico ha dovuto farmi la manovra di Kristeller x ben due volte.

Non puoi nemmeno immaginare come mi sono sentita, una incapace, una mamma inadeguata, non sono stata nemmeno capace di farti nascere senza l aiuto di un medico, ancora oggi se ci penso mi arrabbio con me stessa.

Dopo la tua nascita tutto è filato liscio fino a quando non è arrivato tuo fratello anzi più che altro quando è dovuto essere ricoverato. X te che eri abituata a stare solo con me è sicuramente stato un trauma non vedermi x quasi un mese e così hai smesso di mangiare e dormire.


Tu che mangiavi come una lupacchiotta, che ti imbrattavi di sugo perché quasi subito hai voluto mangiare come noi ad un certo punto hai ricominciato a volere solo biberon e x dormire hai dovuto iniziare a prendere un ipnotico.


Quando sono tornata a casa con tuo fratello è stato difficile riuscire a gestirvi entrambi, tuo fratello era piccolo e aveva bisogno delle mie cure ma anche tu alla fine eri piccola ed eri un piccolo koala.


Ricordo come per farti addormentare dovevo tenerti in braccio e cullarti davanti la tv sintonizzata su radio Italia e guai se cambiavo canale.


Ricordo che le rare volte che una volta addormentata provavo a metterti nel lettino ti svegliavo e iniziavi a piangere come una disperata mentre se ti poggiava nel lettone il tuo sonno continuava sereno.


Ricordo che fino a 4 anni hai voluto il biberon ogni tre ore la notte, (il forno a microonde è stato il mio soprammobile sul comodino x un lungo periodo) e guai se ti mettevo un biscotto di meno, te ne accorgevi e piangevi disperata.


Ricordo quante volte mi sono sentita una mamma incapace, una volta in particolare quando ti chiusi la mano nello sportellone posteriore della macchina, senza contare le critiche che ricevevo quotidianamente per come ti gestivo, x il fatto che non ti davo orari x mangiare e dormire ma semplicemente assecondavo i tuoi bisogni, x il fatto che ti tenevo sempre in braccio, ogni cosa che facevo era sempre sbagliata.

Ricordo quando hai iniziato ad andare al nido, ricordo che la prima settimana eri felicissima, ci andavi contenta e ti riprendevo contenta e io lo ero insieme a te ma dopo la prima settimana hai iniziato a piangere e lo facevi da come aprivi gli occhi la mattina, mi imploravi di non portarti dai bimbi, piangevi x tutto il tragitto in macchina e dopo che ti lasciavo io piangevo in macchina perché ancora una volta mi sentivo in colpa visto che ancora non avevo ripreso il lavoro e seppure le maestre e la psicologa del nido mi dicevano che una volta che io me ne ero andata tu poi giocavi serenamente e che comunque il nido era utile ad entrambe x tagliare il cordone ombelicale che ancora ci univa io ho vissuto malissimo quell esperienza, anche lì mi sono sentita una mamma cattiva.

Ricordo la lettera che mi scrivesti dopo quel maledetto giorno in cui avete dovuto assistere a cose che un bambino non dovrebbe mai vedere, ricordo che mi chiedesti di fare pace con papà, ricordo che ti dissi che non ti potevo promettere di non litigarci più perché come litigano i bambini litigano anche gli adulti, ho cercato di non dare colpe, quando invece tu facesti la stessa richiesta a papà e lui ti disse che la colpa era la mia li ho capito che dovevo trovare una soluzione e del resto ancora oggi mi risuonano nelle orecchie le tue urla disperate e quelle di tuo fratello Brandon.


Ricordo il giorno che siamo andati via di casa, giorno in cui vi chiesi se preferivate rimanere a casa con il rischio di nuovi litigi oppure andare via ma con la possibilità che non potevate più vedere papà, nonni, zii, cugini e la tua determinazione nel dire andiamo via.


Ricordo che ero preoccupata che Brandon avrebbe sofferto il distacco dal papà e invece quella che ne ha sofferto più di tutti sei stata proprio tu, tu eri quella che chiedeva sempre di papà, tu eri quella che quando hai ricominciato a vederlo non te ne volevi allontanare

Da allora sono successe tantissime cose, il bullismo subito a scuola che hai avuto il coraggio di denunciare, la decisione di non andare più da papà che hai cercato di farmi capire in tutti i modi e invece io cercavo di farti capire che comunque è il tuo papà, che comunque ti vuole bene, che comunque era giusto che stessi anche con lui finché alla fine ti ho ascoltato. Da allora è passato un anno e mezzo a parte una breve finestra durante il lockdown.


Ultimamente sei quella che mi sta dando maggiori preoccupazioni, ci scontriamo x diverse cose, hai deciso di lasciare danza e nonostante questo mi abbia fatto male perché ce l avevi nell anima ho deciso di accettare questa tua decisione, ci sono altre decisioni che volevi prendere e che da mamma non potevo assolutamente accettare e condividere e sono dovuta intervenire, a tutt'oggi ho la sensazione tu ti stia spegnendo, sei cambiata e non posso non essere preoccupata per te. 


So che tu pensi che io non ti voglia bene ma una mamma che ama non è una mamma che asseconda sempre o condivide sempre le scelte dei propri figli anzi una mamma che ama è una mamma che a volte si scontra, è una mamma che cerca di far ragionare i propri figli, è una mamma che vuole il meglio per i propri figli, è una mamma che preferirebbe soffrire lei stessa piuttosto che vedere soffrire i propri figli.


Ecco con te vorrei proprio questo, in poche parole vorrei tu fossi felice, felice veramente. 

Ti amo mia dolce principessa