Cinzia Giluni

Founder Starter

IL FIORE DEL LOTO

2019-12-12 20:11:22

IO E IL BUDDISMO.

Ho conosciuto il buddismo circa otto anni fa quando una persona che avevo conosciuto facendo una assistenza me ne parlò.


 Era un periodo davvero difficile per me perché dopo aver subito violenza psicologica per anni avevo iniziato anche a subire violenza fisica ma ero attanagliata dalla paura di fare la scelta sbagliata fino a quando un ultimo episodio in cui sono stata quasi strangolata davanti ai miei figli mi fece decidere che era arrivato il momento di prendere una decisione e così mi attivai e insieme ai miei figli andammo in una casa protetta.


 Fu per me un periodo davvero buio in cui mi misi completamente in discussione. 


Li per diverso tempo non potei avere contatti con nessuno, poi ebbi modo di risentire chi mi aveva parlato del buddismo  che mi consigliò di recitare daimoku ma non fu affatto facile per me. 


Molti anni prima ero stata testimone di Geova e mi era stato inculcato che i mantra erano qualcosa di demoniaco quindi l.idea di fare daimoku mi spaventava da morire. 


Iniziai prima facendolo nella mia testa, non riuscivo a far uscire la voce, ero troppo terrorizzata, poi piano piano iniziai e iniziai anche ad avere le prime prove concrete.

Una in particolare fu davvero molto molto importante. 


Durante la separazione il giudice stabilì che i miei figli finché rimanevo in casa protetta sarebbero rimasti con me altrimenti sarebbero dovuti andare in una casa famiglia e poi collocati dal papà nonostante la denuncia di maltrattamenti nei miei confronti. 


NON POTEVO CREDERCI!!!


 Sentivo che il mondo mi stava cadendo addosso e iniziai a recitare con tutte le mie forze affinché il giudice cambiasse idea e permettesse che i ragazzi stessero con me ma nulla cambiò.


 Ad un certo punto qualcosa cambiò in me e smisi di recitare per far venire i ragazzi con me ma iniziai a recitare affinché accadesse la cosa migliore per i ragazzi indipendentemente se questo avesse significato che sarebbero rimasti con me o con il papà, o in una casa famiglia o con un'altra famiglia. 


A quel punto il giudice cambiò la sua sentenza e collocò i ragazzi da me, ovviamente io feci anche delle azioni tipo chiedere un trasferimento di lavoro in una struttura che non mi avrebbe fatto fare turni notturni e cercai una casa in affitto ma questo cambio di sentenza così veloce meravigliò anche il mio avvocato perché mi disse che non capita mai che il giudice cambi sentenza ma soprattutto così velocemente.

Uscendo dalla casa protetta ebbi l'opportunità di iniziare a frequentare le riunioni e queste insieme alla pratica quotidiana accrebbero il mio desiderio di ricevere il gohonzon seppure mi venne consigliato di attendere un pochino rispetto a quando avevo deciso per una questione di protezione visto che la mia situazione familiare era ancora molto incerta.


 Arrivò il giorno in cui ricevetti il gohonzon e anche lì ebbi delle prove da dover superare, venni per esempio contattata da una finanziaria con cui avevo un debito che per anni non si era fatta sentire, ma proprio quel giorno mi arrivò una lettera in cui mi veniva intimato di pagare la somma di 40000€ entro pochissimi giorni, prima di partire il mio ex mi contattò perché necessitava di un aiuto con i ragazzi cosa che non aveva mai fatto senza contare che nel viaggio trovammo la strada interrotta infatti quel giorno iveraid non riuscirono ad arrivare ma finalmente riuscii ad arrivare a destinazione e a portare a casa il gohonzon.

Dopo aver ricevuto il gohonzon ebbi altre prove concrete, per esempio in un paio di occasioni quando mi sono trovata a non avere nemmeno un centesimo in tasca per fare spesa mi sono sentita suonare alla porta e il postino mi ha portato dei vaglia arrivati inaspettatamente, tutto ciò accrebbe la mia fede fino a farmi prendere la decisione di fare gli esami di primo livello 

La mia pratica continuò per qualche anno  ma ad un certo punto sentii che qualcosa si era spento. 


Sono una persona un Po allergica alle regole, intese come imposizioni e il motivo per cui amavo il buddismo, la pratica, era perché si poteva essere liberi di essere se stessi ma ad un certo punto ho percepito invece che non era così, il fatto che bisognasse dedicare una quantità minima di daimoku, che bisognasse farlo necessariamente davanti il gohonzon iniziò a risultarmi stretta, dentro di me dicevo, ma se io anziché recitare davanti al gohonzon la mattina lo faccio sul treno mentre vado al lavoro dove sta il problema? 


Questo mi portò a rallentare la pratica fino a smettere del tutto. 


Per di più avevo iniziato un percorso in cui veniva insegnato quanto fosse importante l'atteggiamento, il modo di comunicare con se stessi e gli altri e mi ero resa conto che comunque questo era sufficiente per dare alla mia vita serenità e tranquillità e questo mi fece decidere definitivamente che la pratica non faceva per me e decisi di riconsegnare il gohonzon anche perché mi dicevo che non aveva senso avere qualcosa in casa che non avrei più aperto.

Nonostante questa mia decisione per un Po ho comunque continuato a fare shakubuku (parlare agli altri del buddismo) e una di queste persone è diventata responsabile di gruppo. 


Con questa persona è nata una amicizia che per una serie di vicissitudini ad un certo punto si è interrotta. 


È passato qualche anno, nella mia vita ci sono state una serie di prove da dover superare fino all anno scorso che sono ricaduta nelle tenebre. 


Questa estate "per caso" mi sono riavvicinata alla persona a cui avevo fatto shakubuku e questa volta è lei che ha parlato a me della pratica.

Da circa un mese ho ricominciato a praticare e a frequentare le riunioni ed ho già iniziato ad avere prove concrete che seppure forse non tangibili ma percepisco uno spirito diverso davanti alle difficoltà di cui ovviamente non sono esente come non lo è nessuno di noi. 


Ho chiesto di ricevere nuovamente il gohonzon seppure non immediatamente perché ho deciso di riceverlo quando avrò una casa dove ospitarlo e per questo sto recitando. 


Ad aprile farò gli esami di secondo livello. 


Che dire di più se non che sono davvero GRATA di avere avuto la possibilità di riavvicinarmi alla pratica perché di fatto è qualcosa che ho sempre avuto nel cuore. 


Molto probabilmente otto anni fa quando ho conosciuto la pratica non ero ancora pronta ma sicuramente il seme è rimasto dentro il mio cuore e ora sta germogliando. 


Il mio gohonzon è lì che mi sta aspettando e io non vedo l ora di poterlo riavere con me.