Chiara Favaro

Founder Starter

L’ARTE BUDDHISTA DEL LASCIARE ANDARE

2020-02-01 17:24:27

Il racconto buddhista dei due monaci e la donna

Due monaci buddisti lasciarono il loro monastero per raggiungerne un altro che distava circa un giorno di cammino. Dopo alcune ore a camminare, una fortissima tempesta li sorprese. I monaci si ripararono e quando smise di piovere si rimisero in cammino. L’acqua aveva però fatto esondare un fiume, che aveva allagato tutta la strada.

Nei pressi di una grande pozza di acqua, i due monaci videro una donna, bellissima e disperata. La donna aveva paura di attraversare la pozza, così chiese ai due monaci se potessero aiutarla. Il più giovane scosse la testa imbarazzato e rivolse il proprio sguardo altrove. Il più vecchio, invece, non ci pensò due volte: prese la donna in braccio e insieme attraversarono la pozza. Una volta dall’altra parte, la donna lo ringraziò e si allontanò verso un’altra direzione.

I due monaci ripresero a camminare. Camminarono per tutto il tempo in silenzio, senza proferire alcuna parola. Il monaco anziano contemplava la natura, meditava camminando. Il monaco giovane, invece, aveva lo sguardo basso e sembrava pensieroso.

Solo alla sera, quando intravidero il monastero in cui avrebbero trascorso la notte, il giovane monaco ruppe il silenzio e disse con vigore al suo compagno di viaggio: “Non ti sembra sbagliato toccare una donna? Prenderla in braccio in quel modo, sentire il suo corpo premuto contro il tuo, permetterle di mettere le sue mani intorno al tuo collo? Noi siamo monaci, non è forse sbagliato portare una donna in braccio?

Il monaco anziano si prese qualche secondo prima di rispondere. Poi disse: «È vero: io ho trasportato quella donna per qualche metro. Ma tu, figlio mio, l’hai trasportata nella tua testa per tutto il giorno. L’hai portata con te da quando l’abbiamo incontrata fino a questo momento… ed è probabile che la porterai con te anche stanotte!”

Il messaggio di questo racconto buddhista è al tempo stesso semplice e illuminante: i pesi più grandi che ci portiamo dietro non hanno nulla a che vedere con il mondo fisico. Non sono oggetti, non sono cose. Sono i pensieri e tutte le preoccupazioni, le paure, le ansie e i dubbi che generano.

Tutto ciò non si può toccare con mano ma pesa su di noi molto più di quanto possa farlo uno zaino o un problema fisico. Il motivo è altrettanto semplice: quando si tratta di un oggetto, sappiamo che ci basta posarlo per terra per liberarci del suo peso ma quando si tratta di un pensiero, il discorso è molto più complicato, perché facciamo molta più fatica a controllare ciò che abbiamo dentro rispetto a ciò che si trova fuori da noi.


La soluzione c’è: vivere nel “qui e ora”

Questo racconto buddhista si conclude senza offrire una soluzione esplicita: il monaco anziano, infatti, non spiega al giovane come possa liberarsi del peso di quel pensiero che lo ha ossessionato per tutto il giorno. Ma la soluzione esiste ed è sempre di origine buddhista: imparare a vivere nel “qui e ora”.