Carlo Stramare

Non credo sia tanto la risposta che aspettiamo di sentirci dire a rispondere davvero alla nostra domanda, ma ciò che proviamo noi stessi nel porgerla, ciò che ci muove nel momento in cui diamo forma a quella domanda con le parole. Alcune domande sembrano non spingerci ad una risposta, ma ci invitano a ricercare un significato nella domanda stessa, in un silenzioso ascolto personale. E a volte me ne dimentico. Mi dimentico che parlare è forse un' "opera d'arte" perché è creazione e trasformazione. Ci sono parole alle quali sentiamo di poterci esporre perché avvertiamo fiducia e protezione. Alle più preziose permettiamo di toccarci dando loro accesso all'anima e alle sue ferite, per essere così rivissute con quell'amore che mancava, che non aveva ancora voce. Ogni volta che non riesco a trovare le parole e a non capire, mi ritrovo a dover crescere di più, ad amare di più prima di poterle ripronunciare, risignificandole. Per questo ci tengo a ringraziare chi ancora si ferma prima di parlare e cura ciò che dice per non ferire, restando anche in silenzio prima di esporsi, per tutto il tempo necessario, consapevole della potenza e della responsabilità che la parola porta con sé. Devo ricordarmelo...

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Carlo Stramare

Grazie Papà.

Carlo Stramare

Nella lingua Dine' (Navajo), esiste uno stato d'animo di armonia che gli Indiani definiscono "Nihozona". ... Forse è in quella dimensione che ci si puo' sentire liberi di sognare ...

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