Creator Economy: un mondo che permette di mettere a frutto le proprie passioni

Un Creator ha il compito di trovare una piattaforma che gli permetta di creare e mettere successivamente a disposizione in modo ottimale le proprie opere, spinto soprattutto dalla necessità di crearsi un reddito utilizzando il web.

Indispensabili sono gli strumenti che il Creator utilizza per sviluppare la propria idea. L’editing di testo è il principale strumento ricercato, oltre alla creazione di materiale visivo, come può essere un corso di formazione o una diretta. Proprio per questo le piattaforme sono in continua evoluzione: sono costantemente in atto sviluppi che permettono ai creator di portare avanti i loro progetti, grazie a strumenti innovativi e spazi creati appositamente per pubblicare i loro prodotti.

E’ proprio con le diverse tipologie di contenuti che le aziende attirano nuovi consumatori, grazie alle tendenze in linea con gli interessi dell’utenza. 

Ma come si diventa creator?

Ciò che contraddistingue un Creator è la passione nei confronti di un qualunque argomento che essi usano come fonte di ispirazione per dar vita a un contenuto digitale. Una volta individuato l’argomento da cui cominciare, verrà scelta la piattaforma che meglio si adatta alle esigenze di ognuno e spesso, le risorse messe a disposizione, facilitano e incentivano l’utilizzo della stessa.

Il Creator è quindi una persona che è davvero appassionata ad un argomento e che vuole ottenere un profitto grazie allo sviluppo della sua idea.

Valore: un ingrediente fondamentale assieme a passione e creatività

La Creator Economy è spesso definita anche Passion Economy proprio perché a partire da una passione, si sviluppa una nuova forma di lavoro che valorizza le capacità che fino a quel momento erano rimaste soltanto un’idea. 

Basti pensare che il valore di mercato, è stimato in 104 miliardi di dollari a livello mondiale e il settore è in forte espansione.

Naturalmente il guadagno dipende dalla frequenza dell’attività e dal tempo dedicato ad essa. Se i contenuti sono svolti a livello professionale, ed è quindi un lavoro a tempo pieno, i guadagni saranno nettamente maggiori. Sono ancora molto pochi i Creators che hanno avviato un’attività lavorativa incentrata esclusivamente sulla creazione di contenuti, si parla di una media di 3 persone su 50.

Tra i modelli di business seguiti, si sta facendo strada un nuovo approccio, quello dettato dalla volontà di non dipendere dalle aziende, evitando quindi di promuovere stili di vita in particolare. Spesso è necessario per non perdere visibilità, ma è una condizione che a molti Creator sta stretta. Molti cercano allora il supporto direttamente dal proprio pubblico, in modo da autofinanziarsi e non dipendere dalle sponsorizzazioni.

In futuro, questo approccio farà sì che il convincere le aziende a sponsorizzare i contenuti passi in secondo piano, proprio perché i Creator hanno compreso come il business che genera profitti possa partire da loro stessi e dalle loro capacità.

Mentre fino a poco tempo fa tenere dei corsi di formazione o scrivere un libro erano attività riservate a chi già era famoso, oggi le opportunità sono più ampie e raggiungibili anche da chi vuole farsi strada e ha qualcosa da diffondere.

Il futuro del lavoro potrà certamente contare sulle attività dei Creators. Sebbene si parli ancora di una nicchia di persone, settori come l’editoria, il giornalismo o la musica ne saranno particolarmente interessati.

Chi riesce ad emergere è spesso notato da televisioni o case editrici già ora, permettendo di sviluppare una professione fuori dagli schemi e che discosta dai lavori ordinari.

Questo nuovo modo di lavorare attira molti talenti e permette di fare dei propri interessi un vero e proprio lavoro, con modi e tempi gestiti da se stessi.