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La raccolta delle acque nei Sassi di Matera: un Museo da visitare.

2019-03-15 18:14:24

I Sassi di Matera rappresentano uno degli aggregati urbani più antichi al mondo. Abitati da tempo immemorabile, fondano la loro esistenza su un complesso ed articolato sistema di Raccolta delle Acque. In questo luogo secolare sospeso nel Tempo, si è sviluppata una cultura dell'abitare improntata sull'ottimizzazione delle risorse, che ha consentito l'evolversi di numerose civiltà, ognuna delle quali ha ereditato il meglio della precedente, ma la sopravvivenza è sempre stata garantita da quell'intricato sistema di canali, cisterne e palombari che costituiscono il sistema architettonica di Raccolta delle Acque.

SACRESTIA BIANCO

I sistemi di raccolta delle acque fondano l’esistenza della civiltà dell’agro di Matera dai tempi della preistoria sino ai nostri giorni. Questa peculiarità è indice del riconoscimento avvenuto nel 1993 come patrimonio mondiale UNESCO. Premesso che i Sassi sono un agglomerato di abitazioni scavate nella tenera calcarenite, strutturata a terrazzamenti, la vitale esigenza di raccogliere e conservare l’acqua, unita all’ingegno umano, ha portato gli abitanti di questi luoghi a scavare cisterne, collegate con il sistema di vasi comunicanti, che rifornisse e colmasse di acqua le suddette poste in susseguenza.

Restauro del Museo

Nel 1999 in via Purgatorio vecchio n. 12, a seguito di un primo restauro di quella che si scoprì essere la casa natale di San Giovanni da Matera, vengono scoperte una serie di cisterne e canali di adduzione dell’acqua. Successivamente uno studio più attento dei reperti ritrovati confermerà il valore della scoperta.

Il Sito del Purgatorio Vecchio

Il sito del Purgatorio Vecchio dedicato a San Giovanni da Matera nel Sasso Caveoso, dopo accurati lavori di restauro, lascia bene intendere l’opera di un’ingegneria idraulica naturale. In generale quando si parla di acqua ci si riferisce a quella piovana, ma in questo caso l’acqua è anche sorgiva, proveniente dalla fonte presente ai piedi del

Castello Tramontano. Mons. Antonio Di Macco, arcivescovo di Matera dal 1835 al 1854, di origine toscana, nato a Livorno nel 1785, concretizzò la sua carità paterna in opere di pubblica e duratura utilità. Nel “sasso caveoso” fece costruire a sue spese una profonda cisterna (Palombaro), derivandone le acque dalla contrada La Nera (zona castello), attraverso una lunga e tecnicamente perfetta canalizzazione, riuscendo a dissetare il popolo di questa zona del Sasso sino ai primi decenni del ‘900.

Nel complesso del Purgatorio vecchio, si può ammirare la parte terminale di questo lungo acquedotto posto all’interno della casa natale di San Giovanni da Matera.
A destra della cisterna dal

la forma a campana, profonda m 5,50, si osserva la canalizzazione di adduzione dell’acqua, un condotto lungo m. 6,00.

Nel pavimento è visibile il canale del ”troppo pieno”, utile al travaso dell’acqua in eccesso verso il “Palombaro”, ove confluivano anche le acque di altre tre cisterne utilizzate d’inverno come neviere (per la raccolta della neve) e durante l’estate come foggiali, luoghi di conserva delle derrate alimentari.

Il Palombaro o cisterna di Raccolta delle Acque piovane

Nel Palombaro si giunge dalla scalinata presente nella chiesa del Purgatorio vecchio. Il termine Palombaro deriva da palomba, muro di tamponamento di questa corte a pozzo che si estende su una superficie di oltre 100 mq., con profondità comprese tra i 10 e i 13 m, in grado di contenere una quantità pari a 13.000 metri cubi di acqua. La particolarità delle cisterne dei Sassi e del Palombaro è dato dal rivestimento delle pareti, intonacate a cocciopesto, costituito da cocci di terracotta pestati, utilizzati fin dall’antichità per impermeabilizzare le pareti di roccia e consentire la raccolta delle acque. Particolari sono i livelli delle acque leggibili sul cocciopesto, che rimangono a testimonianza del tempo passato.